Capitolo 11

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Nessuno aveva mai fatto un gesto così eclatante per me. Quell'uomo, che fino a pochi mesi fa era un perfetto sconosciuto si era fratturato un polso perché non sopportava l'idea che io potessi chiamare "amore" un'altra persona; ancora non riuscivo a credere a quello che avevo visto con i miei occhi. Anche se sarebbe stato meglio evitare di arrivare alla frattura di un polso quella storia iniziava a farmi capire che Oscar era sempre stato sincero su ciò che provava per me.

Jonny lo sguardò sconcertato quando entrò in ufficio e lui inventò una storia veramente poco credibile. Mi ha guardata per un attimo, mentre cercava di arrampicarsi sugli specchi essendo anche lui consapevole che quella storia non avrebbe retto.

Quel pomeriggio lo passammo insieme. Eravamo in un locale in montagna, faceva abbastanza freddo e ci stavamo gustando due cioccolate calde. Lui tirò fuori dalla tasca del suo giacchetto di pelle un paio di cuffie, le collegò al suo iPhone, mi passò una cuffia e digitò il titolo di una canzone, mentre si portava all'orecchio l'altra.
"Ascoltala..." mi disse mentre continuava ad accarezzarmi la mano.

La canzone si intitolava "El amante", non l'avevo mai sentita. Un pezzo della canzone faceva così: << Ne ho già abbastanza, non voglio essere il tuo amante. Ti dico, per quel che mi riguarda, non ne posso più. Se ti vesti carina lui non ti dice niente, e a me tu piaci anche senza trucco. Mi dici sempre che ti tratta male e questo lo devi far finire. Dimmi che lo farai >>

Mentre le persone entravano e uscivano noi eravamo chiusi nel nostro mondo; io non smettevo di guardarlo e lui continuava ad accarezzarmi la mano mentre le nostre cioccolate si raffreddavano.

"Anch'io ho una cosa per te" dissi, poi, tirando fuori dalla mia tasca le due pietre di quarzo rosa.
"Il quarzo rosa è la pietra dell'amore. Ne avevo prese due e avevo deciso di darne una ad una persona che mi avrebbe amata e che io avrei amato, quindi è tua"

Mi guardò come un bambino a cui viene regalato il suo giocattolo preferito e mi strinse forte a sé. In quel momento, per la prima volta in tutta la mia vita sentivo di non aver bisogno di nient'altro.

Quando tornai a casa Alberto era sul divano a guardare un film, aveva già mangiato a giudicare dai piatti dentro al lavandino. Mi preparai delle verdure, misi a posto la cucina poi andai a preparare la vasca. Il bagno caldo è sempre stata per me una delle meraviglie del mondo, un momento di piacere in cui lasciar scivolare ogni tipo di pensiero e rilassarmi.

Il suono del cellulare mi distrasse per un attimo; avevo dimenticato di impostare la modalità silenziosa.
Oscar ti ha inviato una foto. La visualizzai, era la pietra di quarzo nella sua mano. Non risposi subito, scorsi la nostra chat fino ai messaggi che mi aveva inviato il giorno in cui per la prima volta aveva detto di amarmi e trovai una canzone che quel giorno non ascoltai. Entrai dentro la vasca e feci partire la canzone.

<< E' iniziato tutto per un tuo capriccio, io non mi fidavo, era solo sesso.>>

Chiusi gli occhi e continuai ad ascoltare Tiziano Ferro parlare della nostra storia.

<< Scusa sai se provo a insistere, divento insopportabile ma ti amo, ti amo, ti amo. Ci risiamo... vabbè è antico ma ti amo. E scusa se ti amo e se ci conosciamo da due mesi o poco più. E scusami se rido, dall'imbarazzo cedo, ti guardo fisso e tremo all'idea di averti accanto e sentirmi tuo soltanto...>>

Un brivido mi percorse la schiena. Uscì dalla doccia, presi il telefono e gli risposi.

"Non ho mai creduto alle favole. Tu mi hai dimostrato che mi stavo sbagliando... tu sei il mio principe azzurro."

Lo era davvero. Non mi faceva mai del male, mi riempiva di attenzioni, aveva sempre le parole giuste per ogni situazione, aveva occhi solo per me e soprattutto mi aveva fatto sentire amata come non mi ero mai sentita.

"Tu sei la mia principessa"

Già da ancor prima di conoscere Oscar diverse volte mi era venuto in mente di troncare la relazione con Alberto. Gli volevo veramente bene e probabilmente era proprio per questo motivo che sentivo che era la cosa giusta da fare. Non era giusto ciò che stavo facendo, sia a me stessa e tantomeno a lui. Vederlo soffrire era l'ultima cosa che avrei voluto. Passai giorni interi a decidere il da farsi e alla fine, lacrima dopo lacrima, presi la mia decisione.

Se avevo permesso a Oscar di entrare nella mia vita e poi nel mio cuore sicuramente era un allarme che la relazione con Albe non stava andando come sarebbe dovuta andare.

La mattina dopo parlai con Alberto e gli spezzai il cuore. Non avrei potuto fare altrimenti. Non volevo far del male né a lui né a me stessa. Non la prese troppo male, era chiaro ad entrambi che qualcosa si era rotto e la sua reazione mi confermò che quella era la miglior decisione che avessi potuto prendere.

Mi sentivo un po' triste così mandai un messaggio a Oscar "Buongiorno principe azzurro"

Mi rispose poco dopo "Prima di conoscerti uno come me lo avrei giudicato. Un uomo di trentasette anni che al mattino la prima cosa che fa è accendere il telefono per vedere se c'è un messaggio di una ragazza di vent'anni. Ma ora che ti conosco comprendo che le persone che giudicano non riescono a capire cosa sia il vero amore. Ora penso che quando accendo il telefono e c'è un tuo messaggio mi sento l'uomo più fortunato del mondo. Buongiorno a te principessa"

Da principessa a guerrieraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora