Prologo

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Ognuno di noi è una luna:

ha un lato oscuro che non mostra a nessun altro.

- Mark Twain

Amaris era una bambina vivace e sorridente a cui piaceva molto giocare con il fratello e spesso si cacciava nei guai facendo qualche casino.

Aveva 6 anni quando una mattina aveva provato a svegliare suo fratello Gabriel accanto a lei ma, stropicciandosi gli occhi e sbadigliando, l'aveva avvisata che non sarebbe uscito a giocare quel giorno. Così decise di uscire da sola.

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« E' stata fortunata, gli Dei vegliavano su di lei ed è ancora un miracolo che sia viva. »

Sentiva una voce lontana e profonda quasi avesse le orecchie che non funzionassero bene. Anche gli occhi sembravano non funzionare.

Cercò di aprirne uno ma vide tutto sbiadito e confuso, delle sagome indistinte davanti a lei. Sentiva la lana morbida sotto le sue dita, come se quella mattina non si fosse ancora alzata dal suo letto.

Piano piano le forme iniziarono a prendere un senso, una era piccola ancora un po' sfocata ma si notava che stava scuotendo la testa quasi convulsamente.

« Non avrei dovuto lasciarla andare da sola. Sarei dovuto andare con lei. » ripeteva questa frase con una voce spezzata, come avesse avuto qualcosa che gli bloccava la gola.

« Non è stata colpa tua Gabriel, si riprenderà non preoccuparti, è tutto a posto. Dobbiamo solo ringraziare che qualcuno l'abbia trovata. »

Quella era la voce di sua madre, la riconobbe subito, quella voce calda come il sole che ti toglieva ogni preoccupazione soltanto ascoltandola.

La testa le doleva, girava e non sapeva il motivo, cercò di tirarsi su ma qualcuno la bloccò sul letto.

« Per il momento è meglio se stai ferma, ti potrebbe girare la testa visto ciò che è successo e potresti non riuscire a stare in piedi. » quella invece era la voce del guaritore, ora la riconosceva era la stessa che aveva sentito parlare prima, era un uomo che Amaris aveva visto raramente, per fortuna pensò; aveva dei lunghi capelli bianchi legati in una coda bassa e due occhi dello stesso colore della corteccia degli alberi proprio come suo fratello.

Le facce delle persone che le stavano intorno le rimasero impresse, erano sollevate, ma nel profondo dei loro occhi si poteva intravedere la paura che avevano provato.

Non riusciva a capire perché, non riusciva a ricordare.

Era uscita di casa da sola, era arrivata alla piazza dove non aveva trovato nessuno degli altri bambini e poi...

Poi aveva preso il sentiero per il bosco.

Ad un certo punto aveva avuto la sensazione di cadere ma non aveva toccato il suolo, non ricordava altro: solo l'azzurro del cielo, il marrone degli alberi e il verde, tanto verde, il verde dell'erba e delle foglie.

Poi nero.

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