psicofarmaci

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Sono già passata da questa stazione.

Anni fa interruppi la terapia perché durante il tirocinio, di notte, ebbi un mancamento. Uscirne fu sinceramente più facile di quanto non mi aspettassi, la parte più difficile fu smettere di ripensare a quanto ti fanno stare bene le benzodiazepine.

Probabilmente il fatto che allora, causa lezioni e tirocinio, fossi costretta a tirare anche 36 ore di fila non mi ha davvero fatto sentire il peso del ripresentarsi dell'insonnia.

Poi i figli, altre notti insonni, lo stress, la stanchezza.

E poi sono bipolare, non è una novità.

Quando mi sono ripresentata dalla psichiatra penso che mi avrebbe volentieri presa a schiaffi, ma sotto la scorza dura è una santa donna.

E quindi ci risiamo.

Sinceramente mi lasciano in un limbo indefinito. Da un lato non ho disagio nell'ammettere di averne bisogno, dall'altro mi fa sempre sentire inutilmente fragile.

Poi l'ansia, quanta ansia. E finché allatto per quella non posso prendere niente.

Ma il piccolo non sembra proprio intenzionato a mollare la sua amata tetta.

Il mio miraggio in lontananza è il viaggio di nozze prenotato a luglio.

12 giorni senza figli in cui penso che dormirò senza interruzioni.

No, non è vero.

Mancano ancora mesi, ma già soffro all'idea di lasciarli a casa.

Belli di mamma.

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