Qualche mese dopo, in un mercato di Tebe un precettore sulla quarantina e un ragazzo si muovevano veloci da una bancherella all'altra. Il più giovane tra i due aveva 10 anni ed era il figlio del faraone.
Nessuno lo aveva mai portato fuori dal palazzo reale, come proibiva il padre. Nessuno tranne quell'insegnante.
A Thoth non era mai interessato particolarmente insegnare. L'umanità aveva appreso la scrittura per merito suo, questo sarebbe dovuto bastare ai mortali.
Eppure il figlio minore del faraone lo aveva incuriosito: Niuserra era molto giovane ma già si interessava al popolo e al regno di suo padre, era curioso e brillante. Il dio-ibis, per quanto gli dispiacesse ammetterlo, si era affezionato a quel bambino così dolce e scaltro. Suo fratello maggiore era l'opposto e a Thoth non piaceva affatto.
Girava tra i venditori tenendo sempre d'occhio il ragazzo. Questo correva coi ricci capelli neri che svolazzavano ovunque, si muoveva libero nella folla come se fosse nato per star in mezzo alle sue genti.
Gli ricordava Horus di cui si era occupato per molti anni, dopo che suo padre era stato ucciso ed era divenuto il re dell'Aldilà. Osiride non poteva certo lamentarsi dopo una resurrezione e un posto di lavoro assicurato per l'eternità.
"Guarda maestro ci sono i serpenti"
"Lo so Niuserra, stai attento"
"Posso accarezzarli? Per favore" il ragazzino gli prese il bordo della veste strattonandolo.
"Direi di no, sono velenosi. E poi lo sai che i serpenti non sono di buono auspicio"
"Ah, vero. Che peccato" così dicendo il bambino, un po' avvilito, corse a un banco vicino.
Thoth alzò gli occhi verso il cielo. Dalla posizione del sole intuiva fosse tardi: lui e il figlio del faraone sarebbero presto dovuti tornare al palazzo. Riportò gli occhi sul ragazzo, o dove credeva che fosse, perché era scomparso.
"Dannazione" imprecò sonoramente "ecco perché odio i bambini"
Si guardò intorno cercando il Niuserra. Recitò sottovoce un'incantesimo per individuarlo tra la folla, vedendolo poco distante che si dibatteva mentre un uomo alto e incappucciato lo trascinava in una via laterale.
Che razza di dio era se si faceva rubare un mortale così facilmente? Effettivamente Thoth non era un buon tutore: quando si occupava di Horus, quello aveva perso un occhio. . .
Con uno scatto si ritrovò dietro al rapitore e lo colpì alla nuca. Quello si girò, quasi sorpreso, lasciando andare il figlio del faraone che si nascose dietro al dio. Quell'uomo aveva gli occhi di un azzurro freddo, così tanto che Thoth rabbrividì.
"Salve precettore, il vostro pupillo è un bimbo squisito"
"Ci sono modi più umani di attirare il mio interesse, te lo assicuro"
"L'ultimo aggettivo che voglio mi sia propinato è umano" quegli occhi ghiacciati si puntarono nei suoi. Avrebbe tanto voluto essersi lasciato alle spalle quel dio odioso.
Thoth fece un veloce movimento della mano, aprendo un portale scagliandocisi con Niuserra. Arrivarono nel giardino del palazzo regale. Il ragazzo era strabiliato.
"Precettore, mi insegnerai a fare anche questo?"
"Ehm, magari sì ma non oggi. Mettiamola così" Thoth doveva sbrigarsi e tornare a discutere con quel tizio con manie di protagonismo "te lo insegnerò se non dirai niente di oggi a nessuno. Promesso?"
"Sì, va bene, lo prometto"
Senza aspettare altro Thoth si trasportò di nuovo nella via, prendendo le sue sembianze originali. Avrebbe potuto cancellare la memoria di Niuserra, ma era un precettore fin troppo sbadato. Il dio pallido era seduto su una cassa a mangiare della frutta essiccata.
"Ero convinto scappassi" disse quello senza nemmeno alzare lo sguardo dal cibo, con la bocca piena di datteri.
"Non avvicinarti più a me quando sono con degli umani, fai saltare la mia copertura idiota"
"Se tieni ci tieni così tanto me ne ricorderò"
Aveva in mente una sola domanda: chi diamine sei?
"Mi stavi forse pedinando?"
"Da giorni e non te ne sei mai accorto. Forse passare tanto tempo con gli umani ti sta facendo rammollire, dio minore" quell'affermazione aveva colpito Thoth nell'orgoglio.
Il dio pallido si stiracchiò. Thoth colse l'occasione, scattò verso di lui nel tentativo di sorprenderlo. Gli saltò addosso, però l'altro fu più veloce e lo afferrò per i fianchi prendendolo in braccio. Lo stringeva stretto a sé dalle cosce. Thoth rabbrividì.
"Allora vedo che hai ripensato alla mia proposta" ridacchiò compiaciuto.
Per tutta risposta Thoth gli tirò un pugno prendendo in faccia l'altro dio che lo fece cadere per terra. Il naso del dio misterioso sanguinava e i suoi occhi erano più severi di prima.
"Dannato sia tu e le tue proposte da coglione" gli urlò Thoth.
"Come sei gentile, rimani pure lì col culo per terra" lo fissò dall'alto e si mise una mano sul viso. Bisbigliò qualcosa e il suo naso smise lentamente di sanguinare.
"Sai fare degli incantesimi?" disse Thoth tirandosi su, spolverandosi gli abiti.
"Non proprio, sono un guaritore fuori esercizio" sorrise alla sua stessa battuta "inizio davvero a pensare che tu davvero non abbia mai udito il mio nome"
"Perché è vero, ascoltami. Qual è il tuo nome?" la curiosità lo stava logorando.
"Khonsu, il tuo?"
"Djehuty, ma sono più conosciuto come Thoth. Chiami così, lo preferisco"
Si sorrisero. La calda luce del tramonto arrossiva il colorito di Khonsu e lo faceva sembrare quasi dolce. Thoth gli fece scorrere gli occhi addosso, soffermandosi sulle cicatrici.
"Tornerò alla reggia ora, ci rivedremo?"
"Lo spero, Thoth"
Si aprì un portale e riprese l'aspetto da precettore. Stava già programmando di passare una notte tra papiri cercando informazioni su Khonsu.
Voleva conoscere tutto di lui, ogni singolo dettaglio. Dall'origine delle sue cicatrici a quella strana scintilla che gli schiariva di tristezza i suoi splendidi occhi chiari.
Arrivò nel giardino. I banani si levavano alti sopra alla sua testa, offuscando la luce ardente del tramonto sulla valle del Nilo. Vide il suo protetto giocare con alcuni dei servi. Era così aggraziato nei movimenti.
A Thoth mancava Horus, ormai era troppo preso dalla guerra per ricordarsi di lui. Un tempo gli avrebbe raccontato dei luoghi che esplorava ma non lo faceva da lustri.
Niuserra lo raggiunse, ridendo con l'espressione sollevata nel vedere il maestro sano e salvo.
"Maestro ma tu e quel signore siete amici o qualcosa del genere?"
"Niuserra, non una parola. Ti prego".
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L'incubo del dio-ibis
FanfictionDopo un primo incontro che sembra separarli per sempre, il molto razionale dio egizio Thoth si ritrova a fantasticare su Khonsu: il suo nemico per natura. I due, obbligati a lavorare insieme da Ra, si odiano sempre più. Un incidente però cambierà le...