ASIA
L'aereo tocca la pista con un leggero scossone, sballottandomi da una parte all'altra del sedile; e mentre io vorrei soltanto maledire il comandante per questo atterraggio di fortuna, dalla cabina si alza un applauso.
Mi ero scordata di questa strana abitudine italiana.
Guardo un'ultima volta fuori dall'oblò, fin tanto che lungo il corridoio si va formando una ressa smaniosa di scendere. Ammetto di volermi fiondare anch'io giù dal velivolo per sgranchire le gambe, ormai atrofizzate a causa dello spazio angusto tra le varie file che, su Flyanair è da sempre, il tallone d'Achille della compagnia. Ammesso dal mio metro e cinquantasette d'altezza poi, è tutto dire.
Un sospiro mi esce dalla bocca quando osservo il sole alto in cielo.
Sono più che sicura che le temperature qui non avranno nulla a che vedere con i dieci gradi quasi costanti di Londra in questo periodo, per fortuna ho avuto la geniale idea di vestirmi a cipolla per evitare lo sbalzo termico, e un accidenti.
Mi pizzico il dorso della mano per capire se si tratta di un sogno o se davvero sono tornata qui, in Italia; la terra in cui sono nata e su cui ho giurato di non rimettere mai più piede.
Eppure, eccomi qui dieci anni dopo a infrangere la promessa.
A mia discolpa posso dire di averci rimuginato sopra a lungo prima di prendere una decisione, tanto che l'emicrania è diventata la mia più fedele compagna nelle ultime settimane. E per convincermi che fosse la scelta giusta, mi sono ripetuta come un mantra che è di lavoro che si tratta, di un'occasione per dimostrare a tutti, soprattutto a me stessa, chi sono e quanto valgo.
Non che il lavoro alla filiale di Londra non mi piacesse, da tempo però mi sentivo costretta in un limbo fastidioso, in una routine che stava diventando asfissiante.
Quando Carlo, il mio capo, mi ha convocata nel suo studio ormai un mese fa per annunciarmi la notizia, l'ho accolta come la gallina dalle uova d'oro e stavo per accettare senza fermarmi a riflettere; quando poi mi ha comunicato la destinazione, ho sentito quel muro di speranza crollare su se stesso.
E quel sì quasi immediato, si è trasformato in un 'ci penserò'.
Amalfi, non è Roma. Sono sicura che mi piacerà.
Anche se devo ammettere che il vagone dei ricordi ha già cominciato a fischiare da lontano.
«Signorina, va tutto bene?» Una voce gentile mi distoglie dalle mie elucubrazioni mentali. Voltando la testa, trovo l'hostess di volo in piedi nel corridoio deserto, a osservarmi con un sorriso.
Scuoto la testa, alzandomi di scatto. «Oddio, mi scusi» borbotto, raccogliendo la borsa da sotto il sedile.
«Non si preoccupi, l'importante è che stia bene!»
Sto bene? Sì, mi convinco che è così mentre imbocco la strada per l'uscita.
Carlo si è preoccupato di organizzare tutto il mio trasferimento, facendosi carico di ogni spesa e proponendo la casa al mare, di sua proprietà, come alloggio. Ho insistito per pagargli almeno una quota d'affitto; non voglio approfittare della sua gentilezza o della "situazione" così come la definisce la mia migliore amica secondo cui, Carlo ha una cotta per me, e in questo modo, il mio orgoglio non ne avrebbe risentito in particolar modo.
Ancora non so quanto mi fermerò sulla Costiera Amalfitana, anche se temo di non rientrare a Londra nel prossimo semestre. Non appena arriverò alla nuova filiale, mi renderò conto di quanto lavoro c'è da fare ergo, quanto tempo mi servirà per farla rendere al meglio.
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COME SABBIA AL VENTO
RomanceGli amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Eppure quando l'amore ferisce a tal punto da spaccare il cuore, le frasi preconfezionate servono a ben poco. E questo Asia, lo sa bene. Dopo dieci anni dalla sua partenza da Roma, qu...