la Strada Comune

11 1 1
                                    

Spesso sono convinto di vivere in uno strano paesino, diverso da tutti gli altri.

Ogni mattina mi alzo dal letto, con la solita fatica da rachitico ventenne, lancio le coperte da parte e raggiungo la cucina dove soddisfo le mie velleità culinarie, svuotando il bicchiere di latte e strappando qualche morso al solito pane ricoperto di cioccolata. Rapidamente ritorno in camera, mi vesto e mi preparo anche psicologicamente per la giornata. Volo in direzione della porta che conduce all'esterno, consapevole della semplicità e della monotonia della mia vita, ignaro del significato che risiede dietro ogni cosa, dietro il meccanismo del Mondo.
Sono un ordinario studente di fisica all'università di D***, non ottengo ottimi voti, ma sono soddisfatto della mia mera media, dal momento che il mio vero interesse è l'arte. Da sempre mio padre mi ha aperto al mondo della pittura e dell'architettura, ma non capisco perché non ho frequentato l'Accademia.

Forse avevo paura.

Paura di esprimermi, paura di mostrare la mia libertà, perché chiunque, se ci crede, è libero di fare quello che vuole. Alla fine mi sono ridotto a studiare fisica: mi piace, ma non mi rende completo come vorrei.
Aperta la porta di casa avverto la luce del sole, una grande sfera luminosa come il vetro di Murano appena condotto fuori dai forni, sostituirsi alle mie pupille, accecandomi e precludendomi ogni possibilità di osservare il paesaggio abituale. Per fortuna l'effetto è temporaneo e lentamente riesco a riconoscere le altre abitazioni, la Strada Comune, i lampioni e le panchine distribuiti di qua e di là.
Solitamente, il clima è ostile: principalmente piove e la nebbia copre la visuale, ma oggi c'è il sole.
Spesso mi interrogo sul significato delle disposizioni delle cose, sembra che sia tutto geometrico, troppo perfetto: ogni casa è dotata di un giardino con una recinzione che la separa dalle altre, come si nota nei film americani; proprio alle estremità delle inferriate si trovano le lanterne assieme alle panchine. La Strada è completamente rettilinea, non riesco ad individuare delle curve in lontananza, inoltre è tutto così piatto e apparentemente privo di vita.

Tutte le volte che abbasso lo sguardo, appena varcata la soglia che mi separa dal mondo, la mia attenzione si sposta sul numero scritto sul pavimento del portico: 13112021. Mi sono sempre chiesto cosa potesse significare, ma non sono ancora riuscito a capirlo, forse è qualcosa che ha a che fare con il mio passato, perché in un certo senso l'ho scelta io la mia abitazione. Tuttavia, ad essere sincero non ricordo come vi giunsi, tutto solo, senza i miei genitori. L'ultima volta che li vidi ottenni il diploma di scuola superiore, poi scomparirono, e con loro tutto il resto della mia famiglia. Il mio corpo non riesce addirittura a ricreare la sensazione dell'abbraccio di mia madre, sembra quasi sia passato molto tempo dall'ultimo contatto fisico.

Che strano.

Non capisco.

Per fortuna, però, non sono l'unico nel mio paesino, ci sono abitanti di tutte le età, ognuno ha una casa propria e vive da solo, perfino i bambini: anche per questo dico che è un po' particolare.
Davanti al mio edificio risiede proprio una ragazza di 17 anni, è sempre così solare ed energica, apparentemente ricca di vita, mi permette di continuare a sorridere giorno dopo giorno. Non ci ho mai scambiato molte parole, solo qualche commento sul meteo o sulla mattinata di scuola, fino a quando qualche settimana fa ha deciso improvvisamente di approfondire la nostra conoscenza.

Anche questo è molto strano.

Di solito, qui, nessuno si parla, ognuno pensa a sé, si concentra sulle proprie giornate e non entra in connessione con il prossimo.
Mi aveva invitato da lei, inaspettatamente, abbiamo cenato con un po' di salmone al forno e abbiamo parlato tutta la sera. Non mi sembra di aver incontrato qualcuno in passato con cui mi sono sentito così collegato, ma ho una sensazione familiare, al petto.
Però so per certo che non è Amore: è Rispetto.
Ho notato che è anche tanto matura per essere così piccola.
Uscendo da casa sua ho spostato lo sguardo sul pavimento, sul suo numero di abitazione: 07052011. E' molto diverso dal quello di casa mia.
Non c'è nessuna correlazione, di solito differiscono di qualche cifra.

Memorie d'oltreadolescenza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora