Cinque

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Tornai al tavolo, sedendomi e iniziando a mangiare. I pancake erano davvero buoni, infatti mangiai più velocemente del solito. In realtà, mangiai più velocemente anche per parlare il prima possibile.

«Eri affamata, a quanto pare», disse con un mezzo ghigno in volto, e solo in quel momento mi resi conto che era rimasto a fissarmi per tutto il tempo. «È normale dopo la scorsa serata.»

«Già... peccato che io non ricordi l'accaduto.»

Esitò prima di parlare. «È successo che sei stata violentata, e, se non fossi intervenuto, saresti probabilmente morta. Non ti sei guardata allo specchio, ma se lo avessi fatto, avresti visto molti lividi», annunciò tutto con tono triste e dispiaciuto.

Deglutii a vuoto. «Perché sei intervenuto?»

«Davvero è questa la domanda che ti assilla? Non potresti arrivarci, che so, anche per logica?»

«No, scusa, è che... non lo so, non so che dire. Voglio sapere chi sei tu.»

«Non ha importanza. Piuttosto, tu come ti chiami?»

«Non vedo perché dovrei dirti il mio nome, quando tu non vuoi dirmi il tuo.»

«Accidenti, sei tosta.» Fece una smorfia. «Hai un posto sicuro dove andare?»

«Sì, certo, e ci andrò tra poco. Dov'è il mio vestito, Superman?»

Mosse la testa lentamente a destra e sinistra, trucidandomi con lo sguardo.

«Primo, non chiamarmi Superman. Secondo, dimmi qual è il tuo nome», ordinò ancora. «Tiro a indovinare: ti chiami Emily?»

Spalancai i miei occhi. Come faceva a saperlo?

Scioccata, strisciai la sedia all'indietro e mi alzai. Lo guardai un'ultima volta, prima di girarmi per andare nella prima stanza a sinistra, che era il bagno. Dopo essere entrata, girai la chiave nella serratura per bloccare la porta.

Sentii i suoi passi avvicinarsi.

«Per me va bene che resti lì, finché sei al sicuro.»

Cazzo.

«Prima o poi uscirai, quindi aspetterò. Preparerò il pranzo.»

***

Fui costretta ad aprire la porta e uscire dal bagno quando, dopo tanti avvertimenti da parte del ragazzo, dovette entrare per necessità di usarlo.

Aspettai lì fuori che uscisse, nella speranza di poter entrare e nascondermi di nuovo.

Quando uscì mi prese per un polso e mi trascinò con lui in cucina.

«Siediti, per favore, e non fare la bambina», ordinò.

Alzai le mani in segno di resa, prima di fare ciò che disse. Lo osservai di spalle mentre apriva il frigo e i vari stipetti per prendere tutto ciò che gli serviva per cucinare.

«Sul serio, hai un posto sicuro dove stare?» chiese di nuovo, iniziando a mescolare qualcosa in una ciotola.

«Sì, posso andare da una mia amica. Come sai il mio nome?» chiesi, ancora curiosa e scioccata.

«Certe cose si sanno in giro. Dopo pranzo ti accompagno, quindi, se hai da avvisarla, avvisala.»

«Non posso andare direttamente da lei. Devo prima passare da casa mia a prendere qualche vestito.»

«Non puoi andare a casa tua. Ti accompagnerò a comprare qualcosa. E, un'altra cosa, non camminare a piedi.»

Ma chi si credeva di essere?

«Ascolta, Superman, non sei mio padre. Ho già preso abbastanza ordini da te, e non ho intenzione di continuare. Non capisco neanche perché ti preoccupi così tanto, dato che sono una sconosciuta», aggiunsi, sincera.

«Perché, vedendo una certa scena, prendermi cura di te mi sembra il minimo da fare. Ma prima o poi dovrai sparire da qui, come me,» disse, girandosi poi verso di me per portare le due ciotole a tavola. Il problema era che non capii cosa voleva dire.

Corrucciai le sopracciglia, guardandolo con uno sguardo confuso.

«Lascia stare. Buon appetito, Emily.»

Non gli risposi neanche, e iniziai a mangiare quelli che dovevano essere maccheroni al formaggio. Il fumo arrivava al mio naso portando con sé il profumo che emanavano.

Una cosa che capii, era che sapeva cucinare. E anche bene.


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Come avevo 'promesso', eccovi il quinto capitolo per compensare alla lunghezza (per modo di dire) del precedente. Beh, in realtà, sarebbe dovuto essere un solo capitolo, ma l'ho diviso. :P

A quanto pare il giochino di ieri non ha funzionato. :/

Cooomunque! Che ne pensate di "Superman"? (Non mi cagherà nessuno... Forever Alone :c)

P.S.: Ho sistemato la trama, vi consiglio di andarla a leggere, per capire qualcosa di più.

Alla prossima!

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