Capitolo 1 Lascia il passato a dove appartiene

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Marzo 1913

Un uomo dal bell'aspetto, con capelli leggermente ondulati, corti, castano scuro e degli stretti occhi neri e scurissimi. I capelli gli cadono come frange ai lati del viso, mentre alcune sono raccolte al centro della fronte. È piuttosto alto e magro, indossa un gilet bianco su una camicia con maniche lunghe e nere, e una cravatta marrone, insieme a pantaloni bianchi. Sul soprabito imbottito si scorge una spilla dorata, con inciso sopra un nome, di cui si possono leggere solo le iniziali, essendo troppo arrugginita. L'uomo entrò in un bar e chiese di una ragazza di nome Addie. Lei era una donna molto bella, aveva una trentina di anni massimo e rappresentava la bellezza assoluta per lui. La sua pelle era impeccabile, candida e perennemente giovane, sfoggiava una forma fisica perfetta, snella e slanciata. Aveva i capelli più chiari della neve e nei suoi occhi si potevano scorgere due opposti, la sua eterocromia era perfetta. Nell'occhio destro sfoggiava il più azzurro dei cieli, intrinseco di bontà, così bello che si sarebbe potuto pensare che guardandola ci si sarebbe potuti trovare alle porte del paradiso, e in quello sinistro il più dolce dei cioccolati, un marrone così delicato, che si sarebbe potuto pensare avesse rubato un occhio alla più bella delle creature, diventando poi lei stessa quest'ultima. La ragazza, che era riuscita a stregare molti uomini, rubandogli il cuore, era rimasta abbagliata del giovane, che era riuscito a fare l'opposto con lei. La personalità nella quale poteva racchiudere il suo scherzoso comportamento, il suo volersi sempre divertire, ma anche conoscere le proprio responsabilità, rendendosi estremamente serio nei momenti di bisogno.

I due si erano incontrati per caso quasi un anno prima, e nel momento in cui lui aveva ordinato una birra in modo sgarbato, e lei gli rispose a modo, incitandolo a chiederlo garbatamente, era scattato qualcosa, rendendoli stranamente vicini. Tra di loro si era creata una strana amicizia, che comportava le sempre più frequenti viste da parte di lui al bar, e gli strani cambi d'umore improvvisi di lei quando lo vedeva. Ormai si capiva che era sbocciato qualcosa, perché lei sapeva che a lui piace leggere, studiare, fare domande...e lui ovviamente sa che a lei piace essere schietta e sincera, e che il suo libro preferito era Romeo e Giulietta.

Nell'aprile dello stesso anno il ragazzo si recò da lei, e anche se ne avevano passate nelle belle e delle brutte, le chiese di sposarlo. Lui era un Duca dell'alta società, capostipite e ormai patriarca di una famiglia importante di Londra, e lei Russa, scappata al comunismo, appartenente alla bassa borghesia, che lavorava come cameriera. Lei rimase sorpresa ma accettò subito, essendo veramente innamorata. Lo stesso giorno passarono la loro prima notte insieme, ma proprio come ogni storia d'amore impossibile, in un modo o nell'altro non sarebbe finita bene. Tre mesi più tardi, nel caldo e umido Luglio londinese, ai primi giorni del mese, lei scoprì di essere incinta. La felicità era alle stelle e i due festeggiarono a più non posso per il nuovo nascituro. Il Duca prenotò perfino una chiesa privata per loro due, dove stare tutto il giorno. Ma come ogni storia d'amore illegittima, loro non erano un'eccezione, infatti, esattamente 26 giorni dopo la notizio del bambino, scoppiò la guerra, e la dolce vita che si stavano pregustando i due innamorati, crollò sotto i loro occhi. Lui venne costretto ad arruolarsi, e lei, che non sopportava il pensiero di abbandonarlo lo seguì, nell'avena suicida al fronte occidentale della Francia. Passarono svariati mesi, e i due erano rinchiusi in una guerra che sembrava non aver fine, finche il 19 di Febbraio non nacque il bambino. Un bambino di cui nessuno avrebbe mai saputo l'esistenza, ma che era per metà di sangue blu. Esso prenderà infine il nome del padre. I due genitori, che erano delle persone amorevoli e senza nessuna colpa, avevano fatto del loro meglio per tutta la vita, ma non avevano il controllo sulle guerre, e le decisioni dei potenti, quindi dovettero dare questo misero destino che al loro unico genito, che rimarrà sui campi di battaglia fino all'età di 4 anni. Non si sa bene come abbia fatto a sopravvivere ma i genitori erano scomparsi, si pensa che lui abbia disertato e che lei sia tornata in Russia. Abbandonarono senza cattiveria il figlio sui campi di battaglia in modo che le truppe di soccorso lo potessero trovare, e scrissero una sola cosa sul biglietto che lasciarono al piccolo in mano. Ni-ki.



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Ciao lettori, questo è il mio primo libro e probabilmente avrà molti errori di scrittura e la grammatica non sarà sempre perfetta, ma volevo provare a scrivere comunque. Non ha ancora la copertina perché ci sto ancora lavorando. Grazie per la comprensione. Sono aperto a consigli di tipo costruttivo. ('ε` )♡

Ni-ki

In Questa Notte di un gelido invernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora