"Credi che fingere che un problema non esista lo faccia scomparire?"
•••
_La vita arranca_
«Che stai facendo?» Jeongguk ebbe solo la forza di alzare una palpebra, ancora affondato tra le coperte.
Che ora era?
«Vado a lavoro» proruppe Jimin, guardandolo mentre passava la cintura nei passanti dei pantaloni, vestito e pulito di tutto punto. Sembrava un sogno realistico vederlo in piedi, dopo che il giorno prima lo aveva passato completamente a letto alzandosi solo per andare in bagno.
Come a colazione, durante il pranzo e la cena, dove aveva dovuto costringerlo a mangiare. Il giorno prima era volato, ricordava di aver cercato di fare avvicinare i due bambino, senza risultato visto che poi si erano entrambi chiusi nelle proprie camere, poi aveva provato a parlare con Jimin, altro risultato fallito e poi, dopo cena, aveva semplicemente mollato tutto per sdraiarsi e dormire visto che si sentiva completamente stressato: ritrovandosi con la testa che a momenti scoppiava.
Si era sdraiato con la schiena di Jimin davanti agli occhi, senza nessun cambiamento sul suo volto. E nel silenzio della notte aveva sentito il proprio cuore tremare pericolosamente.
Quella mattina si sarebbe aspettato tutto e niente, ma non di svegliarsi per Jimin che faceva rumore per prepararsi ad andare lavorare come se… non fosse successo niente. Come se stesse eliminando i due giorni in cui non aveva fatto altro che starsene chiuso in quella stanza sotto le sue cure.
«Come?» sbiascicò con la bocca ancora impastata mettendosi seduto per studiarlo meglio mentre sceglieva attentamente la cravatta, voleva sentirsi felice per quel cambiamento drastico, ma una sorta di inquietudine gli attorcigliò le viscere, facendogli stringere nervosamente le mani tra sé.
Sembrava davvero troppo normale. Non poteva essere uscito così dal nulla da quel lombo torbido.
Che stava succedendo esattamente?
«Jimin?» lo richiamò «Dovremmo parlare» provò, approfittando nel vederlo in parte lucido.
Jimin finì di annodarsi la cravatta e si infilò il secondo pezzo del completo, avvicinandoglisi mentre si sistemava i polsini: «Ora devo andare, o farò tardi» lo bloccò con una sorta di sorriso morbido sulle labbra.
«Ma…» cercò di bloccarlo mettendosi seduto, ma le parole vennero interrotte da un bacio prima che si allontanasse nuovamente.
«Ci vediamo più tardi, riposa ancora un po’: è presto» esitò davanti alla porta e dopo un sospiro uscì.
Jeongguk rimase immobile finché sentì anche la porta dell’ingresso chiudersi, poi si stropicciò pigramente il volto, osservando la porta.
Cosa diavolo stava facendo Jimin? Perché ora si comportava così?
Dovevano parlare anche di Jaesang, non potevano rimandare ancora a lungo. Cosa doveva fare con lui?
STAI LEGGENDO
Sotto nuvole di Sakura || Jikook FF ||
Fanfic[In corso] Sequel di: "Nelle vesti del Kintsugi", ne consiglio la lettura prima di proseguire con questa. Sakura ha in sé la forza e il coraggio dei samurai, tiene tra i petali l'amore di Yohiro e la sua amata, ma è anche fragile. Tanto fragile da c...