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Si era rivelata una giornata fredda e piovosa. Il cielo aveva assunto un colore grigio-bluastro e sembrava potersi scatenare da un momento all'altro. Tirava un vento fortissimo e la temperatura era calata di qualche grado Fahrenheit, ma questi non erano per niente i problemi di chi stava al caldo a godersi il tepore delle coperte e una tazza fumante di thé alla menta. Tutti tranne una bella lavata da un'automobile che aveva scelto un luogo davvero opportuno per esercitarsi nel drifting.
Tornati a casa fradici, Janissa si precipitò subito in bagno per fare una doccia e ripulirsi dall'acqua sporca e dal fango che quella buona anima aveva accidentalmente (non per i due fratelli) indirizzato ai due.
-Janissa! Ti muovi? Devo fare la doccia anche io!- aveva urlato Felix davanti la porta del bagno.
-Non urlare! Ti sento! Esco tra un attimo.

Ora lei stava seduta sul divano, intenta a leggere un libro senza badare alla musica ad alto volume che proveniva dal salotto della vicina, la signora Rowse.
Ella era una persona davvero stravagante. Janissa era stata nel pianterreno della sua dimora un paio di volte, per riportarle la gatta che si era rifugiata nel backyard della loro casa e lei era stata invitata a prendere una tazza di caffè.
Florence Rowse era una signora sulla sessantina, che amava la musica country e dedicarsi al giardinaggio. In quel luogo tutto era strano a parte il giardino. Esso era ben curato, le siepi pomate in modo geometrico, i vari tipi di fiori nell'insieme sembravano colori distesi sulla tavolozza di un pittore e l'erba veniva tagliata regolarmente. Ma era difficile spiegare la nota stonata che si trovava a metà percorso, tra il giardino perfetto e armonioso e l'entrata della casa: tutto partiva dalla pavimentazione. Erano disposte piastrelle di dimensione e forme diverse e colori contrastanti, come a formare una figura ben definita, ma inspiegabile. I vasi sul davanzale presentavano un andamento delle curve singolare, i quadri erano appesi al muro in modo insolito e c'erano strani contenitori polverosi sugli scaffali. Anche il caffè aveva un gusto particolare, come se fosse stato mescolato con erbe aromatiche e infusi di chissà quale sostanza, una combinazione misteriosa, ma nel complesso risultava buono.
La prima volta che aveva accettato l'invito, Florence era sul punto di iniziare a raccontarle una storia, ma Jany ricevette una chiamata da una sua amica e dovette subito raggiungerla. La seconda fu la volta buona, ma non si era rivelata una situazione piacevole per la ragazza, perché dopo aver ascoltato quel racconto terrificante, decise di non mettere più piede in quella casa. E così la gatta veniva recuperata spesso dalla padrona, la quale si presentava da Felix a chiedere notizie del suo animale da compagnia con l'espressione di chi era davvero disperato.
-Signora, si calmi, non sarà andato molto lontano. Vuole un bicchiere d'acqua?- Si ritrovava a dire per tranquillizzarla e intanto quella si trascinava quel vestito variopinto per tutto il prato alla ricerca di chi, forse, ne aveva abbastanza di lei e tutte quelle stranezze.
A Janissa era capitato spesso di affacciarsi fuori dalla finestra e ritrovare Athena distesa sul verde ad osservare un punto fisso. Ed ora stava proprio sugli scalini di casa a scrutare la gatta, dopo aver abbandonato il libro sul tavolo e il bicchiere mezzo vuoto di thé.
A volte meditava su come gli animali potessero far capire aspetti davvero importanti agli uomini. Non aveva mai avuto un animale domestico, ma ne aveva sempre desiderato uno. Athena sembrava tranquilla distesa sull'erba bagnata sotto la luce del sole. Aveva smesso di piovere da un bel po'. Jany stava in silenzio a pensare. E la gatta non muoveva una zampa. Era immobile.
La ragazza rifletteva su come a volte fosse importante prendersi una pausa dalla monotonia, da ciò che ci circonda ogni giorno e isolarsi, anche solo per un attimo, dal mondo. Forse, in certi momenti, la solitudine é la scelta migliore, per capire meglio la realtà in cui viviamo, chi siamo e cosa vogliamo veramente.
Per stare con se stessi e dedicarsi del tempo quando nessuno lo fa o quando noi ci scordiamo di farlo, troppo impegnati a dare attenzioni agli altri.
Ma soprattutto, per esercitare la mente ad essere più aperta e comprensibile verso le novità, le diversità che consideriamo stranezze. Per arrivare a capire concetti e determinate situazioni, uscendo dalla giornata cupa e piovosa e arrivando a quella chiara e splendente, come una soluzione luminosa che scampa da un abisso profondo.

The Flowers of Humanity [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora