Da poco avevamo iniziato a chiamarci la sera, e parlavamo senza fermarci un attimo raccontandoci tutto dalla cosa più piccola e noiosa alla più grande e importante, noi stavamo diventando sempre più uniti.
smettavamo di parlarci solo quando un genitore entrava nelle stanze, quando entrava mio padre nella mia gli dicevo che parlavo con la mia migliore amica e gli chiedevo se poteva gentilmente chiudere la porta, nonostante mio padre sia un uomo molto buono ho sempre avuto timore del suo giudizio.
Quando invece sua madre entrava nella sua stanza lui gli urlava che stava parlando con i suoi amici e gli ordinava di chiudere la porta e uscire dalla camera, lui sembrava non aver alcuna paura o rispetto verso sua madre.Un giorno gli chiesi perché lui che aveva una madre si comportasse così con mai e lui mi spiegò con molta calma e pazienza che aveva una situazione in famiglia molto complicata e poi concluse con queste parole "e non raccontarlo in giro, lo sai che non mi piace che si sappiano i fatti miei" non mi rendo conto tuttora di come lui riesca a passare da un argomento al l'altro con una freddezza e una non curanza quasi ammirevoli.
Un giorno durante una delle nostre chiamate ,che ormai stavano diventando quasi quotidiane, lui mi disse che mi pensava sempre più spesso e che si immaginava delle scene strane io continuai il discorso dicendogli che capitava spesso anche a me, iniziammo a raccontarci cose che ci eravamo immaginati a vicenda e per la prima volta da quando lo conoscevo notai che in fin dei conti aveva anche lui un lato dolce, fra i primi racconti che ci scambiammo io gli raccontai di quel sogno e lui mi racconto che aveva immaginato io e lui amici come lo eravamo adesso solo più grandi (18-19 anni) su una spiaggia a guardare il mare a un certo punto lui mi disse una cosa dolce e invece di baciarlo scappai via.
Ero tentata dal dirgli che probabilmente questo potrebbe accadere anche nella realtà ma non aggiunsi niente, ridemmo insieme proprio come quando io finii di raccontargli il mio sogno.