CAPITOLO 1:Dove mi trovo?

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Il silenzio era il rumore più forte, il rumore più assordante ma allo stesso tempo il più zitto e inesistente mai creato. Nella stanza in cui mi svegliai lui era il capo, lui vegliava su queste quattro mura, quella era una stanza a me sconosciuta mai vista ed irriconoscibile, era senza arredamento, i muri erano spogli e bianchi. Non mi so spiegare come ci sia finita ma l'unica cosa che sapevo per certo è che volevo andarmene il prima possibile. Con fatica inizia ad alzarmi, le mie gambe non si muovevano da giorni se non da mesi, ormai non sapevo neanche che giorno fosse, arrivai alla porta della stanza e abbassai la maniglia che stranamente si abbassò, immediatamente notai una luce fioca nel fondo della stanza appena scoperta non feci in tempo a capire da cosa derivasse che mi sentì mancare l'aria e una forte presa intorno al collo "Che ci fai qua, come ci sei arrivata?" mi disse la voce da me sconosciuta aumentando la presa "Come fa a risponderti Elvis se la stai strozzando?" aggiunse un'altra persona "Oh! Già hai ragione" gli rispose lasciando la presa e girandomi verso di lui e subito dopo mi trovai di fronte un ragazzo dai capelli castani, e con gli occhi di un verde scuro tendente al marrone," Quindi? Aspettiamo una risposta zuccherino" mi disse quasi prendendomi in giro, il che mi diede un po' fastidio "Mi chiamo Vivienne non zuccherino, e come voi non so perché o come io sia arrivata qua" gli rispondo abbastanza infastidita "Ti ha zittito El" lo prese in giro una ragazza dai capelli biondi con un taglio a caschetto e da lo sguardo gentile "Molto simpatica Hanna" gli rispose il ragazzo, con un tono da bambino infastidito, che da quel che avevo capito credo si chiamasse Elvis, poi si girò di nuovo verso di me e continuò "Forse siamo partiti con il piede sbagliato, io sono Elvis" poi si rivolse verso le altre persone e continuò a parlare "Loro sono Hanna, Noa, Sachi e William di là ci sono altre due ragazze dopo te le presenteremo" mi finii di dire e subito dopo iniziò a parlare Hanna, o così credo, "Non per sparlare di loro, ma ti consiglio vivamente di conoscerle il più tardi possibile" in questo momento la confusione che avevo già in testa aumentò "Non vorrei interrompere il vostro momento, ma io vi ricorderei che una perfetta sconosciuta è entrata nella nostra specie di casa" iniziò a dire un ragazzo dai tratti asiatici e i capelli lisci e neri dello stesso colore degli occhi , tutti ad un tratto ricollegarono il loro cervello e un ragazzo, penso William, che fino a quel momento era rimasto in disparte iniziò a parlare "Non per sembrare scortese, ma quindi come ci sei arrivata qua? Saremo decine se non una cinquantina di metri sotto terra, non penso che una persona ci possa arrivare così facilmente" tutti mi guardarono aspettandosi una risposta, ma io effettivamente non ricordavo niente se non pochi dettagli "Ecco io a dire la verità non so come ci sia arrivata quaggiù, non ricordo neanche quello che sia successo" ammisi con la preoccupazione che mi potessero prendere per pazza o qualcosa del genere "Bene, quindi fammi capire tu ti sei trovata qua così a caso?" mi chiese Elvis "Sì, esatto non so neanche più che giorno sia" gli risposi a mia volta cercando di far capire in che situazione io mi trovassi, così una ragazza di nome Noa mi disse "Ho un'idea, visto che non possiamo uscire da qua che ne dite se andiamo un po' di là e magari ora ti do una stanza e altri vestiti così ti fai una bella doccia calda?" mi disse, ma in realtà era più rivolta a gli altri "per noi va bene" le dissero, e così andai insieme a Noa in una piccola stanza con un letto singolo e dai muri bianchi e con il bagno collegato alla stanza "Questa è la tua stanza poi con il tempo potrai aggiungere tutte le cose che vorrai" poi mi portò verso il piccolo bagno" Di qua invece c'è il bagno, so che è tutto po' piccolo ma con il tempo ti abituerai" nonostante le dimensioni di queste stanze tutto era accogliente sicuramente di più di quanto lo fosse mai stata casa mia.

sulle tracce di noi dueWhere stories live. Discover now