1.

19 3 1
                                    

Cinque anni dopo la nascita di Elena, Lena e Tindaro furono graziati da Era con una nuova figlia: me.
Ecco a voi la sorella meno raffinata, meno conosciuta, meno voluta, solo perché le piace cavalcare, leggere ed informarsi, non è concesso alle donne, come se fossero inferiori, come d'altronde le considerano.
Elena e Critemnestra non ci pensano, a loro basta essere assieme, ma io sono sempre stata più ambiziosa, più curiosa, mi dicono troppo. Sinceramente non mi importa, fin tanto che posso imparare, sperimentare e scrivere sono felice. Voglio fare la differenza, scoprire e pensare come puo farlo un uomo, come ha fatto Platone e, a sua volta, Aristotele.
Elena e Clitemnestra pagherebbero oro per passare un po' più di tempo all'aria aperta, invece io preferisco le stanze dietro il trono, con il loro alone di mistero e sapienza, con la biblioteca che occupa una stanza intera, quella più interna, con i soffitti alti e le grandi finestre da cui entra una piacevole brezza e la luce.
L'unica volta che ci sono entrata è stata quest'estate: nostro padre era in viaggio, non ricordo se a Crete o Micene, Lena si trovava nella cittadella con Elena e Clitemnestra, poiché erano state invitate ad una festa a cui io ero troppo piccola per partecipare. Mi stavo annoiando e le restrizioni delle mie ancelle non aiutavano, ormai, però, ero riuscita ad ammorbidirle e quel giorno mi concessero un po' di tempo da sola. Graziata dalla dea bendata, anche lo scriba ufficiale era di buon umore e mi concesse una mini lezione di scrittura, che bastò nel farmi desiderare di conoscere totalmente i significati di quegli scarabocchi che mi apparivano meno strani rispetto a prima. Così rubai due o tre tavolette, di quelle con la polvere e le ragnatele sopra, e iniziai ad esercitarmi. Ci vollero mesi per imparare, durante i quali tenni il tutto nascosto alla mia famiglia: glielo svelai quando, durante una discussione su Aristotele, mi intromisi anch'io, citando una sua frase letta sul tempio; mi guardarono tutti stupiti, soprattutto mio padre che, fulmineamente, mi condusse fuori dalla sala e mi chiese come avevo imparato a leggere. Gli spiegai il tutto, non ne fu felice, eppure non esisteva un modo per "disimparare", ma mi chiese di fingere di non saper leggere. Accettai, l'avevo gia fatto adirare troppo, ma non smisi di leggere: leggevo qualsiasi cosa che avessi sotto tiro, quasi come se avessi paura di dimenticare come fare, per paradosso, i miei preferiti sono i dialoghi, si possono acquisire numerose conoscenze.
Proprio quest'ultime mi resero le cose più difficili crescendo: sapendo le cose voglio avere delle opinioni e dimostrarle, ma non mi è permesso, così le incido, in modo che i futuri possano conservarle. Mi piace soprattutto l'alchimia, è così interessante e si può studiare all'aria aperta, osservando semplicemente il mondo, cavalcando in mezzo ad esse, mentre ci si gode la brezza marina estiva.

____
Hi,
Non so se davvero qualcuno leggerà mai questa storia o mi risponderà, ma spero che vi piaccia
P.s. lo so che il capitolo era breve, sorry in anticipo anche per la lentezza di aggiornamento.
Se avete consigli o idee scrivete.
(:

The Third DaughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora