Cap. 3

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Avevamo attrezzature da far invidia a quelle della Cia: walkie talkie made in China, un computer come un dinosauro a schermo piatto, (43 cm di spessore), collegato a una telecamerina, uscita da un gioco di spie comprato dal primo marocchino in mezzo alla strada, per poter vedere ciò che accadeva. Alessandro Verdi non ci mise tanto a procurarsi la bianca sostanza, e, visto il mancato coraggio di tutti e la sua spiccata passione nell'offrirsi volontario per il bene della classe, dovuta a un'eccessiva dose di fanatismo, decise di assaggiare per primo lo strano zucchero.
Quello che gli è successo dopo averla assunta è stato raccontato da lui dopo essersi ripreso...
Dapprima non accadde nulla, ma poi gli effetti si manifestarono disastrosi.
Tutto gli sembrava ruotare come una spirale arcobaleno. I gerani rossi, sulla cattedra, iniziarono a parlargli, con una voce da scoiattolo stitico, di temi satanici che lo terrorizzano ancora e che lo hanno colpito nel profondo....:
-Alessandro! Alessandro! Tu veneri Satana? No? Si vendicherà! Devi servirlo! Prostrati a noi! Tuoi signori del male!-
E il povero Alessandro Verdi era costretto da quei malefici gerani ad inchinarsi al loro cospetto.
La maestra di quell'ora, quella di matematica, esterrefatta da quel comportamento, lo portò dal preside. Lì ebbe un'altra allucinazione: la maestra diventava una fotomodella bellissima, con un fisico mozzafiato! Allora il drogato e allucinato Alessandro ebbe addirittura il coraggio di chiederle di sposarlo! Il preside non sapeva nemmeno come comportarsi, ma lo sospese quando ebbe il coraggio di buttargli, eroicamente, l'acqua putrida e luridissima dei gerani in faccia, pensando che la sua testa fosse in fiamme.
Ancora oggi è considerato un eroe in classe, come Che Guevara, solo più basso e 10 volte più brutto, e sarebbe stato venerato come un Dio se non avesse fatto l'assurda proposta alla maestra più brutta del creato, la quale ha continuato per molto tempo a lasciargli bigliettini con il suo numero di telefono e il suo indirizzo.
Ora penso che Alessandro Verdi lavori nella polizia nella squadra antidroga, essendo stato profondamente scosso nell'inconscio da quella terribile esperienza.
Dico ancora sinceramente grazie alla scuola, che mi ha dato un'educazione più ampia, facendomi anche imparare cosa è la droga in tenera età, così da desistere alla tentazione di scoprirlo più tardi!

Diario di uno studenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora