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L'idea per un istante gli sfiorò la mente, quell'idea subdola e velenosa come il rettile dalla lingua bifida, che avrebbe sacrificato qualsiasi cosa pur di farlo cadere nella sua trappola della tentazione; eppure cercò di reprimerla con tutte le sue forze, quell'idea, in un veloce battito di ciglia.
Non avrebbero dovuto farlo, pensò.
Era tutto sbagliato, ciò che stava accadendo nel suo corpo. Una battaglia senza fine e senza vincitore tra cuore e basso ventre, tra la ragione e l'istinto, l'uno cercando di sovrastare l'altro, inutilmente.

Non voleva davvero lasciarsi andare, lasciar vincere i suoi impulsi più nascosti ed infimi, la parte di sé che più detestava. Non doveva lasciarsi convincere dal tocco delicato del maggiore, il diavolo tentatore in persona, col quale più temeva di perdere il controllo delle sue emozioni.
Eppure, quanto avrebbe voluto...
Le mani del maggiore non riuscivamo a trovar riposo; ora sulle guance del biondo, bollenti e lentigginose, spruzzate di un rosso porpora in contrasto con la sua pelle pallidissima; ora sulle sue spalle strette e minute; ora sul suo esile petto, ancora del tutto da esplorare. 

Cosa sarebbe successo, se non avesse più resistito?
Cosa sarebbe successo, se avesse lasciato che il desiderio vincesse su di lui?
Cosa sarebbe successo, se Felix avesse lasciato accesso libero al suo corpo?

Ogni impulso che cerchiamo di soffocare fermenta nella nostra mente e ci avvelena.

!!!

Quello che all'inizio poteva sembrare un delicato sfiorarsi di labbra, si trasformò ben presto in un bacio famelico, vorace, un corazzarsi di denti e saliva, mentre le loro lingue si inseguivano in un continuo rincorrersi e trovarsi, fino a collidere in un'esplosione di pura sensualità.
Era suo, solamente suo; il suo corpo tremava sotto il suo tocco maestro, sicuro di sé, investigando spietato sotto la sua maglietta i suoi punti deboli, come se ne fosse già a conoscenza, come se non fosse la prima volta che i loro petti si scontravano in questa danza lussuriosa alla ricerca del vero piacere.

Erano così vicini da poter studiare con minuziosa attenzione qualsiasi dettaglio dei loro bellissimi visi, come le più nascoste lentiggini del biondo, o la piccola cicatrice sotto il mento del maggiore; le loro bocche schiuse ora si aprivano, ora si ricongiungevano, non riuscendo più a frenare l'istinto di poterle tenere unite per sempre, ed assaporare il sapore dell'altro succhiando e mordendo, finché le loro labbra non si sarebbero consumate del tutto, e finché non si sarebbero più potuti distinguere i gemiti dell'uno o dell'altro, in quell'enorme miscuglio di saliva sulla quale andava ad infrangersi il loro caldo respiro.

Ben presto però, i due ragazzi trovarono troppo scomodi i loro vestiti, ciò che impediva loro di unirsi completamente e di rendere proprio l'uno il corpo dell'altro.
Quell'istinto di possedere e di essere posseduto, così prepotente da irrompere il loro bacio senza fine; i loro ventri si scontravano ripetutamente, come da segnale che entrambi erano pronti a raggiungere lo step successivo, dal quale non si sarebbe potuto più tornare indietro.
Si spogliarono di qualsiasi cosa impedisse loro di portare a compimento il bramoso atto che stava per accadere proprio lì, in quella grande sala, circondati da attrezzi da palestra che ora sembravano così lontani, così sfocati.

Nello spogliatoio, poco più distante, il gocciolare del rubinetto cadeva a ritmo costante, l'unico rumore di sottofondo in quel silenzio assordante che, qualche metro più in là, era stato infranto già da tempo.

Con le loro parti intime ad aderire perfettamente come due pezzi di un puzzle, il maggiore fece voltare lentamente il biondo, continuando a lasciare baci bagnati su tutta la sua schiena, finché le sue dita già lubrificate non trovarono accesso alla sua entrata.
Delle leggere spinte di quelle dita esperte procurarono al minore una scia di brividi lungo le braccia e il basso ventre; nemmeno il tempo di metabolizzare quel senso di piacere che cominciava a provare, il maggiore tolse bruscamente le proprie dita.
Entrambi erano pronti.

Dapprima un dolore lancinante per entrambi, ma che col passare dei secondi e dei veloci movimenti del bacino, riuscirono a trasformare in ciò di più appagante potesse esistere in questo mondo.
Entrambi spingevano, spingevano, come se la loro vita dipendesse da quel continuo entrare ed uscire l'uno dall'altro. I loro respiri si appesantirono fino a che l'unico modo per respirare era diventato gemere, forte, boccheggiando alla ricerca di aria, tra un nome e un ansimo.

Felix, arrivati a quel punto, non era più imbarazzato a pensarlo: adorava quel senso di impotenza che solo il maggiore riusciva a fargli provare, adorava come lo sguardo del maggiore fosse concentrato solo su di lui, come se fosse l'unica persona su questa terra.
Adorava che al minimo sfioro di labbra il biondo si sarebbe potuto sciogliere come un ghiacciolo al sole, e che alla minima parola di consenso avrebbe lasciato che il maggiore usasse del suo corpo come egli più desiderava.
Perchè era proprio lui il motivo per cui il biondo continuava a resistere, a mantenersi costante giorno dopo giorno, solamente per poter diventare come lui, e sperare un giorno di poter essere amato da lui.

All'ennesima spinta, il bacino del biondo iniziò a tremare, sentendo la sua erezione giungere al culmine.
Il maggiore gli fece segno di resistere un altro po', ma l'orgasmo non tardò ad arrivare.

"C-Changbin-"

!!!

La suoneria della sveglia suonò.
Felix spalancò sorpreso gli occhi e repentino si alzò dal letto, non riuscendo a credere a cosa avesse appena sognato. Non che fosse la prima volta a svegliarsi dopo un sogno erotico sul suo personal trainer, solo che mai e poi mai era riuscito ad andare fino in fondo al sogno.
E ora, oltre che a un atroce mal di testa, aveva un altro problema che gli occupò ben dieci minuti per riuscire a risolverlo del tutto, nel suo bagno.

Non ci voleva proprio, pensò, continuando a tirar fuori fazzoletti su fazzoletti per darsi una pulita e risultare il più decente possibile.
Riuscì a malapena a far entrare il suo amichetto dentro un altro paio di boxer puliti, e indossando la sua solita tuta guardò l'orologio sul cellulare.
E sono anche in ritardo!

Si catapultò fuori di casa, ed iniziò a correre il più in fretta possibile.
Per fortuna la palestra era ad appena dieci minuti a piedi, per cui era solito sfruttare quel lasso di tempo per sgranchirsi le gambe ed arrivare in sala pesi già in movimento e in vena di allenarsi. Soprattutto quel giorno, che dopo essere tornato dall'università si era appisolato per ben due ore e dunque aveva bisogno di una bella boccata d'aria fresca che solamente una corsetta alle sei di un pomeriggio di marzo avrebbe potuto risvegliarlo per bene.
Ora che ci pensava, era passato già un anno da quando si era iscritto per la prima volta in sala pesi.

"Eccoti qui, finalmente. Per poco non ti ho creduto disperso." Changbin, il personal trainer di Felix, accolse il ragazzo all'ingresso della palestra, con un largo sorriso e il suo solito umore scherzoso, mentre si dedicava a firmare dei moduli per altri suoi clienti, in segreteria.

Felix roteò gli occhi, facendosi scappare una risata. "Che esagerazione, per cinque minuti di ritardo."
Nel frattempo tirò fuori il suo pass metallizzato, scannerizzandolo al tornello ed aspettando il suo istruttore appena davanti la rampa di scale, per salire in sala pesi.

"Ogni minuto è prezioso, ricordatelo." Cinguettò il maggiore. Compilati i documenti, restituì la penna ed insieme al ragazzo salì le scale, lui dietro Felix.
"In questi cinque minuti persi avresti potuto scolpirti qualche altro addominale, non credi?" Sorrise. "Oppure rafforzare ancora di più queste braccine." Posò la sua mano destra sul bicipite appena accennato di Felix, che non aspettandosi quel contatto improvviso non poté non arrossire. Per fortuna che non mi ha visto in faccia, pensò.

Arrivati al piano di sopra, in sala pesi, Felix fece cadere il suo borsone a terra, già distrutto dalla corsa di poco prima. C'era poca gente a quell'ora; di solito l'ora di punta era tra le due e le cinque del pomeriggio.
"Va bene, basta chiacchiere adesso!" L'istruttore battè le mani, richiamando l'attenzione del minore. "Cambiati al volo, ti voglio sdraiato su quel tappetino tra un minuto e mezzo."
Felix sospirò ed annuì.

"D'accordo, istruttore."

𓏲 ࣪₊♡𓂃


smuttino iniziale una botta di vita

~hansiogena🐿️

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