FORBIDDEN

Prologo

Alek

«È tutta nelle tue mani, Aleksander», mio nonno posò le sue mani oramai invecchiate sulle mie, mentre forzava un sorriso. «Sono miliardi di dollari...fa attenzione giovanotto» ridacchiò, per poi tossire ripetutamente.

Stava morendo, e mi stava lasciando l'azienda più importante di tutti gli stati uniti, che fatturava miliardi e miliardi di dollari.  Neanche riuscivo a contarli.

Avevo appena compiuto ventiquattro anni e ne erano passati tre dalla mia laurea in economia.

Strinsi le labbra, pensando alle parole di mio padre, Anton. "Tu, tua madre e quei due mocciosi non sarete niente senza di me". L'aveva urlato prima di sbattere la porta di casa e non tornare più. In seguito, presi il cognome di mia madre: Klein, mentre il nome Alecsander Weber andò perso.

Mi aveva lasciato un vuoto così grande nel petto, tanto da non farmi provare più emozioni. Mio nonno, il mio compagno di vita, stava morendo. E io? Io non stavo provando niente, neanche una sola lacrima. Eppure sembrava così facile, no? Sembrava facile versare una singola lacrima, però il mio corpo non poteva, la mia mente non riusciva a provare niente.

Il suo sorriso flebile, il corpo freddo e pallido, il cuore che a stento batteva mi fecero solo voltare il capo verso la porta e pensare di uscire. Tutto ciò prima di sentire il rumore del "bip" interminabile proveniente dalla macchina che misurava i suoi parametri vitali.

Era morto. Mio nonno: Aleksander Klein, era morto. E adesso Alek Klein ero io. Un miliardario e proprietario della AK. Non appena avrei avvisato della sua morte, tutti i suoi soldi sarebbero stati versati sul mio conto e la sua azienda sarebbe stata mia.

Ispirai e uscii da quella stanza a passo svelto, annuendo all'infermiere che mi guardava preoccupato. "è morto" diceva il mio sguardo.

Era tutto finito e iniziato al tempo stesso.

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Si, è corto, ma è pur sempre un piccolo prologo per cominciare e dare vita a questa storia e spiegare un po' come funziona Alecsander.
Che ne pensate del cast? 🫶🏼🖤