PROLOGO

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Alcool!

L'unico desiderio in questo momento è bere il più possibile per dimenticare la giornata che sta giungendo al termine.

Oggi, 10 Aprile 2023, sono stata licenziata dopo ben cinque anni di duro lavoro presso una delle agenzie di comunicazione più famose in tutta Manhattan. Consideravo la CMS Corporation la mia seconda casa, un luogo sicuro, ma quando si tratta di dover tagliare il personale per non fallire non ci sono legami che tengano.

Quindi eccomi qui a trascorrere un insulso lunedì sera in un locale invaso da studenti universitari. Situazione un po' strana essendo solo all'inizio della settimana. C'è chi festeggia un esame superato, chi beve per dimenticare una bocciatura, chi si diverte perché vuole solo divertirsi. Beata gioventù!

Io invece sono sull'orlo del baratro. Questa mattina sono stata licenziata senza nessun preavviso, senza nessuno scrupolo, con la tipica frase standard: "Dobbiamo rientrare con le spese, ci dispiace ma siamo costretti ad un taglio del personale e tu ne fai parte. Sei in gamba, troverai di meglio".
No che non troverò di meglio o se mai dovesse succedere di certo non così presto. Fino a qualche ora fa mi sentivo una donna in carriera, che viveva nel quartiere più in di Manhattan, pronta ad accogliere a braccia aperte i suoi imminenti trent'anni ignara di come la sua vita potesse cambiare in un battito di ciglia.

«Rebecca sei con me?». La voce della mia migliore amica mi distrae dalla mia autocommiserazione. Annuisco e butto giù un sorso di questo intruglio che mi ha gentilmente offerto la ragazza al mio fianco.
Lucy Reynolds è la mia metà, l'amica che tutti meriterebbero. Ci siamo conosciute il primo anno di università e da quel momento non ci siamo più lasciate. Siamo così simili da essere perfino le uniche ancora single del nostro gruppo di amici, ormai tutti fidanzati e alcuni prossimi al matrimonio.
Chissà cosa si prova ad aggiungere sempre più tasselli alla propria vita, io sono esperta nel farli crollare.

«Reb andiamo a ballare». Una mano afferra il mio polso e mi trascina nel bel mezzo della pista. Purtroppo non sono ancora così tanto ubriaca da lasciarmi andare mettendo da parte i miei problemi, perché nella mia testa ci sono solo due parole: single e disoccupata.
La rossa percepisce la mia assenza, non è da me non scatenarmi in pista, così mi lascia un attimo sola e torna dopo qualche minuto con altro da bere. Questo rifornimento di alcool non cessa fino a quando la testa non mi si libera dalle paranoie sul futuro, dalla tristezza per il presente e dalla nostalgia per il passato.

Balliamo come nostro solito, ci divertiamo a stuzzicare i pochi ragazzini presenti in pista che ci guardano famelici e ci offrono da bere. Quando è gratis non si rifiuta mai, soprattutto se sei appena stata licenziata e devi risparmiare.

«Vado un attimo in bagno». Annuisco a Lucy mentre continuo a ballare da sola in mezzo della pista. Scuoto i miei lunghi capelli castani e alzo le mani al cielo chiudendo gli occhi. Sento la musica scorrermi nelle vene.

«Sei una dea». Delle labbra sfiorano il mio orecchio e scendono sul mio collo. Non ho nessuna intenzione di scansarmi, così lo lascio fare e continuo a ballare attaccata al petto di questo sconosciuto senza voltarmi e chissà poter scoprire di starci provando con qualcuno che non è di mio gradimento. L'unica certezza è che la sua bocca sta gradendo molto il mio collo e il mio corpo si sta riempiendo di brividi.

«Vai sorella». Le urla della mia amica che mi spronano a continuare, però, mi fanno capire di avere per le mani un bel bottino e così decido di voltarmi. Non ho il tempo di mettere a fuoco il suo viso che le sue labbra si fiondano sulle mie, inspiro profondamente e iniziamo a baciarci come se intorno a noi non ci fossero altre centinaia di persone.
Muovo le mie mani tra i suoi capelli e lo sconosciuto di tutta risposta mi strizza una chiappa. In altre circostanze gli avrei piazzato una cinquina in pieno viso, ma ora voglio solo godermi il momento e non pensare.

«Devo andare». Pronuncio queste parole sulle sue labbra, non sono sicura mi abbia sentito così mi allontano un attimo dal suo corpo e resto pietrifica. Da dove sbuca questo colosso?!
Capelli ricci, moro, occhi scuri, mascella pronunciata e labbra carnose.
Grande Rebecca, bel colpo!
Lo guardo senza dire una parola, lui aspetta un mio cenno, ma quando capisce che non dirò nulla mi riafferra per i fianchi e si riappropria della mia bocca. Mi sa proprio che non andrò da nessuna parte o se mai dovesse succedere lui verrà con me.

***

Ogni volta è sempre la stessa storia, ossia, maledico la pessima decisione di bere così tanto, perché il giorno seguente mi sento una pezza. Mi sembra di avere un mattone posizionato sulla testa, così pesante che non sono in grado nemmeno di aprire gli occhi.
Cerco di distendere i muscoli atrofizzati, come se avessi fatto palestra per ore, ma quando tocco una gamba pelosa mi blocco. Flash della sera prima si susseguono nella mia testa e mi volto subito a guardare l'uomo disteso al mio fianco. Ricordo di aver ballato con lui per molto tempo, di esserci divorati le labbra a lungo, ma non ricordo d'aver continuato nel mio letto.

«Scusa». Gli parlo sfiorandogli il braccio abbastanza muscoloso, ma non ricevo nessun segno vitale. È disteso a pancia in giù e il mio sguardo non può non dirigersi sul suo lato B nudo. Complimenti!

Rebecca smettila, devi svegliarlo e cacciarlo fuori da casa tua. Mi metto seduta, afferro le coperte che uso come scudo per il mio corpo nudo e lo scuoto poggiando la mia mano sulla sua spalla. Ha un profilo mozzafiato, peccato non ricordare nulla di questa notte, potrebbe essere stata la scopata più bella della mia vita.
Continuo a muoverlo aumentando sempre più la velocità fino a quando non biascica qualcosa prima di darmi le spalle.

«Dai mamma oggi non ho lezione».

I miei occhi si sgranano, il respiro mi si mozza e le coperte scivolano giù dal mio corpo.
Mamma, lezioni.
Quanti anni ha il ragazzo steso sul mio letto?

Rivoluzionami il cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora