SDRAIARSI SUL DIVANO: CAPITOLO 1

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Ero appena tornato dall'università, e dopo un'ora e mezza circa di viaggio (senza contare la camminata aggiuntiva di 20 minuti, tutta in salita) finalmente potevo porgere il mio stanco sedere sopra un'ulteriore struttura piana; forse un po' più morbida si! Ma fredda come i piedi che toccano il pavimento in prima mattina. Pensavo che il divano sarebbe rimasto l'unica cosa fredda con cui avrei avuto interazione per il resto della giornata ma… un brivido alla Peter Parker improvvisamente restringe tutta la destra del mio collo. Ed eccola lì, una ragazza? Credo, ancora oggi permane il dubbio. Una chioma folta e ondeggiante senza un colore proprio, un arcobaleno in movimento, il suo corpo mostrava i seni anch'essi colorati, similmente il bacino e le braccia che dalla metà, fino alla punta delle dita assumevano un tono bluastro. Le sue gambe beh… quelle non esistevano! O meglio una "gamba" era formata da una chioma di abete con la punta rivolta verso il terreno mentre l'altra era come un fulmine perpetuo privo del rumore ma che riusciva comunque a darti quel senso di potenza, di estrema forza distruttiva pronta ad abbattersi sul terreno. Il suo viso mostrava una guancia a spirale, dove i migliaia di colori si incrociavano in direzione di un fulcro comune, come la luna disegnata da Van Gogh nel suo famoso quadro. Allo stesso modo i colori sul corpo erano più vivi dove di solito ha origine il piacere ma il suo sesso era nascosto, inesistente. L' ultima peculiarità che mi viene a mente era il gelo, che trasmetteva, in ogni punto della casa: come venire colpiti dal vento invernale il sabato sera. Contemporaneamente però sentivo il bisogno di toccare, provarlo sulla mia pelle per poter credere con il tatto alla sensazione provata dagli occhi. L'essere fluttuava e dalla finestra alla destra del tavolo, poco distante da due bonsai adagiati su un gigantesco mobile a più mensole, dove era anche incastrata la televisione, mi guardava e sembrava voler proferire parola. Anticipando la sua mossa chiesi "Dove sei?" e l'essere divertito rispose con voce dragonesca ma fatata "ahah! Che domanda mi fai? Non sarebbe stata più opportuna l'affermazione: CHI… sei?". 

"Non mi interessa in realtà, non adesso almeno, ma la tua provenienza per me è il mistero più importante, la cosa più grande, il desiderio maggiore…" "Io non arrivo" rispose l'essere "Io esisto e basta, perché bisogna sempre assumere che se qualcosa esiste, deve per forza provenire?! " ed io "Perché il caso non esiste, lo dice kung fu panda!" e insieme cademmo in una dolce risata. Le chiesi se potessi toccare il suo corpo, la sua risposta mi lasciò interdetto "Oh! Ma tu lo stai già facendo! Lo stai già percependo e continui a toccarlo assiduamente" "ma… non è vero! Sono ancora qui steso sul mio divano, non ho mosso un dito!" risposi agitato, e l'essere divertito " Ne vuoi la prova?" "Si!"  e porgendomi la mano: "Cosa hai fatto 1 minuto fa?" ed io " Ti ho scrutato, ho percepito un brivido, il mio cuore è accelerato!" "E non è forse questo toccarsi? Non è forse vero che nei tuoi ricordi ora tu mi tocchi? Ora tu mi cerchi? Senza mani ed occhi!". Non compresi inizialmente il senso, forse con un po' di impegno riuscirò a spiegarlo anche a voi.

"Hai altre domande?" mi chiese " Non domande no! Volontà" "Agisci allora! Cosa ti ferma?" ed ecco questa è una di quelle domande infami, a cui gli indecisi perenni come me fanno fatica a rispondere siccome provate a mettere un cane davanti a due snack uguali, tenderà sempre a mangiarli entrambi. Inizialmente vi sembrerà che il cane dopo una attenta sniffata porgerà il muso verso una scelta ma non fatevi ingannare perché se solo gli lasciaste la possibilità, senza farsi problemi il cane mangerebbe entrambi gli snack, mandando squisitamente a fanculo le regole del vostro subdolo giochino. Il problema è che un cane può farlo, ma potrebbe mai un uomo scegliere 2 scelte? Vivere 2 vite? E probabilmente fare schifo in entrambe solo per paura di non accaparrarsi entrambi gli "snack"? Rispondo io: No! Non può. Vi starete chiedendo adesso "ma che mi c'entra il cane e lo scooby snack con te che non vuoi alzarti da un divano per toccare un essere senza provenienza, dai mille colori, e che in modo molto inquietante si è manifestato nella tua casa e nella tua vita?". Ecco molto semplicemente io sono un cane, uno molto stupido aggiungerei: perché si! Avrei potuto senza problemi alzarmi e appoggiare il palmo della mia mano sul suo gelido e muto corpo colorato ma avrei perso il vento, avrei smesso di provare freddo e non avrei avuto più la possibilità di far correre il mio cuore nella speranza di riscaldarmi e di mandare strani segnali al cervello per dirgli "Hey! Ti stai innamorando di un pinguino? No eh! perché il clima artico lo abbiamo già! Sei tu il padrone qui, o mi riscaldi tu o devo farlo da solo". Dopo 30 secondi di attesa riuscì finalmente a bazzicare una risposta " I-io lo desidero probabilmente, è solo che lo voglio troppo capisci?" "Vi ripetete sempre che volere è potere, che nulla potrà fermare la vostra capacità di accaparrarsi  ciò che pensate faccia già parte della vostra vita, a cui però non avete ancora chiesto il permesso ma l'avete spinto di forza, come se un ospite bussando alla porta venisse accolto con una solenne tirata di braccio, sbattuto all'interno del vostro avere". Mentre l'essere continuava il suo monologo, io iniziavo ad accusare i primi sbalzi di temperatura "." Potrei definire egoista questo vostro atteggiamento, dirvi che vi illudete dalla mattina alla sera ma sarebbe da ipocrita, il desiderio è un arma potente come dolorose sono le sue ferite e il fulmine perpetuo sotto di me ne è la prova! Ma l'essere umano ama il dolore, se lo porta dentro, gli piace provarlo e farlo provare, al punto da esserne soffocati come il mare dalla plastica". Confuso, cercai di rispondere a tono argomentando "Ma le armi hanno una forma, e il dolore? Come può fare male se non ha materia?" "Io non ti sto facendo male?" rispose "Non ti ferisco con il gelo del mio corpo? Con il vento del mio essere? Non ti sto provocando danno anche solo esistendo?" "Ma tu appunto esisti, sei qui ed hai un corpo!" " E chi ti rassicura? I tuoi desideri? La tua convinzione? Il braccio che mi hai strattonato nel tentativo di costringermi nella tua casa? Nella tua vita?" "..."  "Il palmo della mano che non appoggi sul mio ventre?" rimasi interdetto e sempre più infreddolito. 

Il tempo scorreva in fretta e non mi accorsi nella foga del discorso di essermi dimenticato il mio più grande dovere, lo studio! Così preso da un impeto di ansia, riesco a sollevarmi dal divano e a voltarmi   di nuovo verso la finestra, dove però adesso ad attendermi c'era solo la sedia affiancata al "tavolo da rituale" : normalmente chiamato "tavolo da studio" , era un semplice tavolino da pranzo improvvisato a scrivania, adatta ad un genio della scienza indotta (come me modestamente) . 

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