Doe Eyes

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Then he fell in love with a pill
That could take away all his pain, yeah
Then he fell in love with a whole new drug
That could fill his veins


And then

He's high
He lives in the sky
Tonight he's satisfied
Rolling back his eyes

But then

He starts to cry
Everything is turning to black
All in one night
He just went to heaven and back

✧✧✧

Mi ero svegliato da circa un'ora. Pioveva a dirotto, quella tarda mattina. Odiavo la domenica, era il giorno della settimana più noioso e privo di senso. Non dovevo lavorare, quindi potevo sorseggiare il mio caffè lungo dinanzi alla finestra spalancata della mia camera. Nudo, i capelli spettinati, la necessità di radere gli spuntoni appena accennati di barba sulle guance. Mi grattai nervosamente, sospirando. Portai la tazza alle labbra, scrutando il cielo cupo di quella mattinata nuvolosa. I tetti delle auto, delle case, le teste dei passanti, i lampioni spenti...qualsiasi cosa, costellata di pioggia.

Rilassai le spalle, lasciandomi abbandonare dalla malinconia dell'atmosfera, la quale prometteva una giornata carica di far niente. Il programma era ordinare cibo da asporto e trascorrere il tempo sul divano, progredendo con la visione di sitcom americane. Ma la sorte volle che, per qualche ragione a me sconosciuta, il campanello di casa squillò tentennante proprio nell'esatto momento in cui le mie chiappe toccarono i morbidi cuscini del divano. Ed io, con soltanto un paio di pantaloncini, mi recai all'uscio della porta e, aprendola, mi adagiai allo stipite.

«Buongiorno, signor Styles.» un ghigno comparve sul volto dell'ospite, che fece scorrere i suoi occhi azzurri e limpidi sul mio torace nudo. «Anzi, buon pomeriggio. La trovo in forma.» strizzò l'occhio destro, incastonando la lingua tra i denti.

«Che ci fai qui, Tomlinson?» sospirai, ponendo le braccia conserte. Lui rilassò i muscoli del volto e saettò le pupille su ogni centimetro del mio corpo.

Inclinò il capo sul lato: «Ero a pranzo fuori con il mio manager. Insiste sul cercare nuovi aspiranti modelli per le campagne e le fotografie. Mi sono ricordato della proposta che ti ho fatto, e ho pensato bene di venire a fare una capatina da te. A quanto pare,» sorrise «mi hai accolto in sorpresa, conciato così. Il tuo indirizzo lo conosco già da tempo, se te lo stai chiedendo. E sei bellissimo, con questa barba.» i suoi occhi si incastrarono nei miei e tutto il tempo, lo scrutai estasiato, con la bocca schiusa e il fiato sospeso.

D'istinto, mi toccai le guance e strofinai le unghie sulla pelle, percependo sui polpastrelli gli spuntoni di una barba che, incolta, cominciava a sbucare. Ero solito non portarla per questioni di preferenze; tuttavia, mi donava.

«Ad ogni modo,» riprese lui «volevo discutere con te di alcune cose.»

«Con discutere intendi parlare o usare la bocca per altro?» inarcai un sopracciglio, sospirando.

Sollevò un angolo della bocca: «Potremmo fare entrambe le cose, basta che mi fai entrare, che si gela. Non so come tu faccia a stare così nudo.»

«Non sono nudo. Mi piace indossare quanto meno cose possibili.» scrollai le spalle, adagiando la schiena alla porta così che potesse superare l'uscio ed entrare in casa mia. Lui mi guardò, fin troppo vicino.

«Esibizionista.»sorrise, poi mi diede le spalle e, riflessivo, mi chiusi la porta alle spalle. Gli osservai le forme della schiena, del collo e delle gambe, i suoi folti capelli alla nuca e attorno tutto il capo. Girovagava col suo azzurro intorno, curioso, ed io ero semplicemente imbambolato dalla sua statura, dalle sue curve e dal suo portamento. Quella polo a maniche lunghe, quei jeans neri e quelle semplici scarpe di pelle nera lo rendevano magnetico e impossibile. Le mani in tasca, l'eleganza come asso nella manica, una scia di profumo impregnante.

Strawberry Lips [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora