Uscii di casa e andai nel giardino di fronte.
Il profumo inebriante delle prime rose di maggio, attirarono la mia attenzione verso quel giardino..davanti ai miei occhi addolciti,macchie colorate danzavano con un venticello caldo,i fiori, eleganti e sinuosi erano come ballerine a creare un armonico ondulare.E poi ancora si rivelavano a me i primi frutti, con il loro odore frizzante e il sapore di terra bagnata e la toccai quella terra viva, genitrice, così calda, corpulenta..la toccai quasi ad accarezzarla.. quasi a ringraziarla per quello spettacolo. Il canto delle rondini si udiva chiaro, incontaminato da qualsiasi rumore tossico di urbano cemento..Era un pezzetto di paradiso rimasto in terra quel giardino, era il mio eden, era il mio più dolce rifugio.
Mi arrivò un massaggio, sono stata invitata a una festa in cui ci saranno solo ragazzi e ragazze, ma non so se andarci, non mi sentirei a mio agio: ci sarà sicuramente Andrea e qualcuna più bella, più sicura, più sorridente di me.
Entro in casa per prepararmi, non sarò sicuramente la ragazza che non va a feste del genere, ma se sono già spaventata con questa stupida festa, mi immagino quando verrà la festa di primavera ovvero quella in cui Andrea mi ha anche invitata.
Vado in bagno, anche stavolta senza dire una sola parola, chiudo la parta.
Controllo totale. Ci siamo ricapitoliamo: gonna nera e giubbino di jeans in tinta; scarpe con suola areata; smalto tricolore all'alluce e al pollice; gocce di profumo sui capelli perfettamente ingommati.
Dovrei piacere, anzi piaccio di sicuro, e se non piaccio?
Maledette feste. C'è sempre qualcosa più giusta: le magnone, le truccatone,le altone, finisce sempre che mi capitano vicine e giù a fare confronti mandando a pezzi il mio piccolo io che avrebbe invece bisogno di una cura ricostituente.
Sembra facile a mia madre predicare che devo avere la giusta stima di me: giusta quanto? Come si misura? E soprattutto, quanto ne hanno le altre?
Senza termini di paragoni mi confondo e mi perdo: quella tristezza da vitello abbandonato che mi prende quando vedo le Altre camminare sicure sui tacconi squadrati senza neppure sobbalzare sulle buchette e sorridere a chi par loro e fare le indifferenti con gli altri, tipo come me.
Sarà che si sono trasferite da poco, dove tutti scompaiono in fretta, come se avessero sempre appuntamenti d'affari dai quali dipende la loro vita, o, che so io, avrò addosso un odore che respinge le super e sopratutto i ragazzi carini. Di amici non ne ho molti tranne Chiara e Valentina, io e Chiara, si, siamo molto amiche, ma ne io e tantomeno lei simo di tanta popolarità, e Valentina non fa testo, si intende che è una scartata da tutti, forse un pò come me. Ci sopportiamo a vicenda guardandoci in modo ostile, come fanno i cani, sperando che alla fine si possa uscire da questa storia.
Ci hanno invitato alla festa proprio perché non potevano farne a meno - le Altre.
È il compleanno del preside, la classica festa, e mia madre, ahimè - insegnante di sostegno della scuola - ha avuto questa brillantissima idea per far socializzare gli studenti approvata dal Consiglio dei prof e dal Consiglio studentesco, nonché da quello dei ministri, se solo glil'avesse sottoposta.
Tutto quello che mia madre pensa viene tradotto in successo: è simpatica quanto basta, è simpatica agli studenti e alle famiglie, è intelligente senza scadere nella saccenza.
Sembra una ricetta di cucina con gli ingredienti giusti per una bella torta che smarfi l'intero paese, dalle Alpi al mar Ionio. Per la strada c'è poco movimento: un' acquetta che vien giù calma e guasta i miei capelli appena fatti.
Valentina é al semaforo che aspetta, con un piede sulle strisce pedonali l'altro sul marciapiede; tanto lo so che un giorno glielo amputeranno quel piede, che vizio, sembra sempre sul punto di scappare. Certe volte la capisco, altre la accopperei.
- Ciao Giulia - ronfa sganasciandosi con le mascelle, preoccupata di non mangiarsi il lucidalabbra alla fratta: mirtilli, penso.
- Aspetta il verde, Valentina, non c'è bisogno che per farti notare ti faccia prendere sotto -
- Sei sempre la solita musona, ecco, dai sfrecciamo -
- Vorrai dire arranchiamo, con la zeppe ci falciano alla prima mossa -
- Vabbè, forse hai ragione, visto che schianto? Il tubo rosa mi sta d'incanto, non trovi? -
Devo assecondarla, sempre per il fatto della stima di sé, altrimenti dovrei rispondere che i dieci centimetri di girovita di troppo sembrano un salvagente per le femminuccie che vanno per la prima volta in acqua.
- Che emozione... ci pensi Giù? La prima vara festa della nostra vita: voglio dire, con tutti i maschi e senza il matriarcato -
Chissà perché lei ci tiene tanto a questa mondanità; mi spiace vederla sempre indaffarata a intrufolarsi tra i discorsi degli altri, non gradita, non cercata, quasi compatta.
Eccola lì, la palestra dove la festa è stata organizzata: ci saranno un centinaio di ragazzi e ragazze come minimo; tutti rigorosamente docciati e carichi di adrenalina. Sono vietati gli alcolici, meno male.
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Sono innamorata di te
RomanceGiulia Vernile è una giovane ragazza di 16 anni, è una forza della natura, caratterizzata da una personalità in continuo mutamento, Giulia frecuenta il secondo anno di superiori , alla scuola di Liceo Classico di Latina. Tutto procede bene quando le...