Vederti è volerti
Capitolo 1L'amavo. Forse ero folle, ma dopo tutto quello che m'aveva fatto, provavo ancora quel sentimento di dipendenza che mi donava ad ogni suo tocco. Proprio come quella sera. Alessandra mi aveva portata alla festa per quelli dell'ultimo anno, io ero contenta solo di poter passare qualche ora in più con la mia dose preferita di eroina. Lei era il male congiunto al bene, quello mi piaceva di quella ragazza. I suoi ricci, neri, i suoi occhi che come perle nere mi invadevano i sogni e, infine, il suo corpo, imponente e costantemente piacevole che al singolo sguardo lanciava frecce di desiderio a chi rimaneva incantato nella sua poesia malsana. Il suo problema era la possessività, la gelosia, la violenza, fisica, psicologica e verbale. Mi dava sicurezza e, nonostante il nostro rapporto fosse solo una sorta di edera velenosa, non riuscivo a prendere delle forbici e a tagliare quei rami che mi stringevano il collo. La sua mano mi trascinava a ballare al ritmo della musica, la mia camicia bianca passava sul mio corpo, come fosse pelle semplicemente più larga, si intravedeva il mio reggiseno, rosso, e, mentre scivolando sul suo fisico la baciavo, prendendo nemmeno un filo della sua passione. Il mio sguardo era stato rapito da una ragazzina, urlava contro un ragazzo, gli gridava di non farsi mai più vedere e poi era uscita.
Aveva una sigaretta fra le labbra socchiuse. Delicatamente mi ero allontanata da Alessandra, sussurrandole all'orecchio: "Vado a fumare una sigaretta, torno fra poco..." Il segno del suo rossetto ormai mi riempiva la bocca. Passo dopo passo mi ritornava alla mente quel magnifico sapore che mi regalava la sostanza da cui ormai mi ero distaccata, immersa in quella folla, in quella musica, in quelle luci tutto mi faceva passare di nuovo quei momenti che ormai la mia memoria non possedeva più. Ero arrivata fuori, vedevo lei, docile, magra, quasi invisibile se non fosse per il suo modo di vestire, era completamente stravagante.
"Cerchi qualcosa, Blondie?" Domandai con le mani piene zeppe di anelli conservate nelle tasche dei miei pantaloni, vita bassa con una cintura alquanto particolare, sfioravano infatti il terreno, l'asfalto illuminato dalla luce del buio. "No..." Era annoiata, si vedeva, ma nonostante questo si ostinava a cercare qualcosa nella sua borsa di pelle nera. Trovavo molto sensuale la sigaretta che teneva con i denti, ma specialmente le sue labbra, rossastre all'interno che piano piano sfumavano il proprio colore verso l'esterno facendole diventare quasi rosa chiaro, sembrava fossero state sfiorate da una goccia di vino.
Mi accovacciai vicino a lei, che intanto s'era seduta sulle scale, i suoi tacchi, stivali che arrivavano a mezzo polpaccio, spessi e neri toccavano appena il secondo scalino, mentre l'altra gamba era totalmente stesa, non nascondo che ne ero completamente attratta: "Nemmeno un accendino?" Lo tirai fuori dalla tasca, mostrandoglielo, ne andavo fiera per così dire.
"Dammelo..." Ammise, "Chiedimelo almeno per favore, sii educata..." Sorridevo, avevo un buon presentimento, "Per favore... Ne ho veramente bisogno..." Quegli occhi, con quelle iridi, nere, dolci come il cioccolato, amare come il fondente, parevano d'un cerbiatto. Sentivo le mie gote arrossire sotto quello sguardo, glielo porsi, totalmente infastidita dal sentimento che provavo. Se l'accese mentre io ne prendevo una dal pacchetto, Malboro Red, "Accendimela." E così fece. "Allora, cosa è successo prima?" Aveva un'espressione strana, sapeva di cosa stessi parlando ma si atteggiava da confusa: "Perché scusa? Cosa è successo?" Sorrideva in modo nervoso, era in totale difficoltà, "Con il tuo ragazzo. Pensi che nessuno vi abbia sentito? Perché litigavate?" Mi ero seduta sul suo stesso scalino e mentre aspiravo il fumo, la guardavo. Sembrava un angelo.
"Ma niente di che, lui crede che io abbia bisogno di aiuto in generale e io credo di no..." Ero stranamente sorpresa, "Come ti chiami?" Chiesi voltandomi verso la fine delle scale, "Perché vuoi sapere come mi chiamo?", "Voglio sapere il nome della persona da cui non riesco a staccare gli occhi..." Si spostò i capelli dietro all'orecchio con la mano sinistra, "Rachele" Disse, "Io sono Diana, sempre se ti interessa." Prese fiato, "Sei qui con qualcuno?" Continuò.
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YOUR FLAVOR || lgbt
RandomDiana è ormai stanca della sua relazione con Alessandra. Il loro rapporto è diventato carnale e violento, privo di sfondo sentimentale. Andando alla festa per inizio anno scolastico incontrerà Rachele, una ragazza confusa del primo anno che, solo a...