Aprii gli occhi di scatto, sedendomi automaticamente sul letto, spaventata da quella maledetta sveglia che, come tutte le mattine, scaraventai a terra nella speranza che si rompesse in mille pezzi.
Odiavo il lunedì, come qualsiasi altro essere normale, e alzarsi e lavarsi quel giorno fu una lotta più dura del solito. La sera prima ero tornata alle quattro del mattino e mia madre non doveva scoprirlo, così cercai di coprire il più possibile le enormi borse sotto i miei occhi e li truccai, per attirare l'attenzione su di essi.
Cercai di fare meno rumore possibile scendendo le scale per non svegliare i miei, che, con ogni probabilità, erano ancora nel mondo dei sogni. Una volta fuori mi diressi verso la fermata dell'autobus.
Perché non posso avere una fermata vicino casa?
Ogni mattina era sempre la stessa storia, dovevo camminare per circa mezz'ora per raggiungere la fermata più vicina.
Mi incamminai ormai rassegnata, ma, come se non fossa abbastanza, andai a sbattere contro qualcuno.
"Maledizione!" dissi io, cadendo quasi per terra per la spinta forte.
Alzai lo sguardo e ci mancava poco che le gambe cedessero di nuovo.