Stelle

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"Bene, basta così per oggi!" il capitano batte tre volte le mani per richiamare l'attenzione dei presenti. "Sistemate e andiamo tutti a casa."

"Anche voi ragazze," Kuroo si rivolge a noi con un sorriso rilassato e amichevole. "Grazie per essere passate."

"Figurati! Grazie a te!" ribatte squillante Akane, con un sorriso a trentadue denti.

Annuisco, un po' a disagio, ma riesco comunque ad accennare un'espressione di gratitudine. Mi sono divertita più del previsto. "Avete bisogno di una mano a sistemare?" domando al ragazzo ormai impegnato a raccogliere palloni nelle vicinanze.

Kuroo si volta di scatto verso di me e scuote la testa. "Ma figurati, non possiamo permettere alle nostre ospiti di affaticarsi. Piuttosto vai fuori a goderti un po' d'aria fresca mentre ci aspetti, poi vediamo se qualcuno può accompagnare te a casa. È pericoloso di notte."

"Ma no, non c'è bisogno, non vorrei disturbare," provo a ribattere, ma il capitano non vuole sentir ragioni. A quel punto, mi arrendo e esco fuori dalla palestra. Avrei voluto che Akane mi seguisse all'esterno per chiacchierare ancora un pochino, ma mi dice che deve dire un paio di cose al fratello e si allontana di corsa.

Recandomi fuori dalla palestra, seguo il consiglio di Kuroo, che è stato così gentile oggi. L'aria della sera mi accarezza gelida la guancia, mi trovo presto a rabbrividire nella mia uniforme scolastica.

Zaino in spalla, decido di accomodarmi sul muretto di pietra in attesa degli altri. Ma quando faccio per avvicinarmi e appoggiare la borsa della scuola, intravedo nel buio una figura che se ne sta seduta giocando col cellulare.

Strabuzzo gli occhi e la guardo bene: capelli alle spalle, pessima postura, la luce dello schermo splende nella notte, rivelando il colore biondo delle punte dei capelli del ragazzo. Non c'è dubbio, deve essere Kozume.

Sento un velo di ansia attraversarmi il petto. È così intento a giocare che non sembra essersi accorto della mia presenza. Che fare, tornare in palestra facendo finta di niente? Oppure avvicinarsi allo sfaticato e provare a parlargli?

Chissà cosa pensa di me...

In fondo, sono stata parecchio brusca durante il progetto di scienze, anche se lo meritava. E poi magicamente mi presento ai suoi allenamenti, dalla sua espressione sembrava parecchio a disagio. Sarà davvero una buona idea andare a parlargli?

Dubito che voglia avere a che fare con me.

Faccio per voltarmi e camminare di soppiatto fino all'entrata quando metto involontariamente il piede su un ramo e un rumoroso "crack" riecheggia nel silenzio. Sento chiaramente la figura più avanti trasalire e voltarsi di scatto verso di me. 

Oh no, che figura!

Incrocio lo sguardo sorpreso di Kozume che mi guarda come senza parole. Non dice nulla ma non torna nemmeno a giocare. A questo punto non ho scelta, sarebbe estremamente scortese voltarsi e andarsene comunque senza salutare. 

"Hey," dico quindi nervosamente, la mia voce instabile.

"Hey," replica apatico Kozume, il tono così basso che malapena lo sento, ma non sembra intenzionato ad aggiungere altro.

Cala un silenzio imbarazzato. Vorrei davvero scappare da qualche parte, ma poi convinco me stessa che sarebbe una cosa davvero infantile da fare. Prendi la situazione in mano! mi dico.

Mi avvicino piano piano a lui, che ormai ha spostato lo sguardo nuovamente sul suo telefono. Presumo si sia rimesso a giocare. Quando sono in prossimità, mi siedo sul suo stesso muretto tenendo però una certa distanza dal ragazzo.

online || k. kenmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora