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;Jolìe Pov.

Continuammo a stare fuori a camminare per ore e parlare di argomenti presi sul momento.
Mi faceva spesso complimenti, sul sorriso e sui capelli.
ma dopo aver sentito quella battutina sull'essere un morto di figa, nonostante abbia capito che stesse scherzando, ho sentito una specie di vuoto interiore che non mi seppi spiegare.
Intanto provai a sorvolare.

«È pronta la cena, andiamo?»
chiese Dopo che il cameriere lo incitó a tornare in sala.
continuavamo a stare con le mani attaccate e le lasciammo solo quando era ora di sedersi.
Amelìe ci fissava con un sorriso che non portava bene, o almeno a me.
Kylian le ricambiava lo sguardo, e notai che lei si mise a ridere per qualche strano motivo, poi tornò a parlare con Neymar e il resto.

Tutto sommato, con antipatie e simpatie, la cena proseguì bene, nessun litigio o sceneggiata, ero solo infastidita da certi comportamenti della collega.
Mi guardava senza dire nulla, poi si alzó, e, aggiustando quel tubino cortissimo, sussurrò qualcosa all'orecchio di neymarz probabilmente per provocarlo, lui le sorrise con malizia.
Dio. È venuta qua per farsi i calciatori, e io? Con chi dovrei stare?
Voglio tornare a Marsiglia.

...

Bevvi chissà quanti bicchieri di vino e cocktail vari.
Non mi ero nemmeno resa conto di quanto avessi bevuto, e sentivo gli effetti dell'alcool attraversarmi il corpo.
Mi sentivo senza coscienza, libera.
Libera di poter fare qualsiasi cosa, fino a quando non persi il controllo del mio corpo e, soprattutto, delle parole.

In quel momento approfittai di sussurrare all'orecchio di kylian un "Andiamo in stanza".
Mi guardò stupefatto inarcando un sopracciglio, ma la mia espressione non cambiava, restavo con un sorrisetto stampato nelle labbra.

«Hai bevuto?» mi chiese sottovoce

«Sono più sobria di quanto pensi»
Dissi accarezzandogli quei capelli cortissimi.
È difficile mentire da ubriachi, non so cosa stia succedendo.

«Sicura? Non sembra proprio»

«Dai, andiamo»
Gli toccai delicatamente la spalla e poi passai al collo.

«Jolìe, ci stanno guardando tutti»

«Lascia che ci guardino, una volta in stanza non ci potranno più vedere»
Continuavo a sussurrargli.

«Ma quale stanza?!»

anche se compiaciuto, si fece trasportare dal mio sereno tocco sulla mano.
Lo trascinai con me fino a non arrivare nel bagno del locale.

«Sei pazza?! In bagno? Ci vedranno!»

«Shh»
Chiusi la porta del bagno a chiave continuando a sorridergli fingendo si essere innocente.
Lui si appoggió con le spalle al muro e io mi abbandonai al petto di kylian nella quale mi sentivo beata.
Mi passava le dita per la schiena e il mio viso era appoggiato alla sua spalla.
con le mani gli toccavo il petto e sentivo i suoi possenti pettorali e addominali anche da sopra la camicia.

«No Jolìe, no» si fermó e tolse le mani dalla mia schiena.
Non diedi conto né ai suoi gesti e nemmeno alle sue parole, attorcigliai le braccia al suo collo, avvicinando il mio viso al suo.
I nostri nasi si sfioravano, mi guardava con un filo di piacere e il resto era ansia.
Io tranquillamente annientai la distanza tra le nostre labbra per baciarlo dolcemente, evidentemente senza esserne cosciente.
Lui ricambió, sembrava piacergli quel momento e lo fecimo durare per qualche minuto, ci staccavamo solo per riprendere fiato.
Ci staccammo per un ultima volta, senza riattaccarci più.

«Dio Jolìe, quanto avrei voluto baciarti da sobria.
Adesso sei ubriaca e non ricorderai nemmeno una parola che ti sto dicendo, domani ti arrabbierai sicuramente e mi sento in colpa, ma non mi pento di averti baciata, anche se è presto.»
Sentendo quelle parole e capendone la metà, gli lasciai un bacio in guancia, così per poi aprire la porta e uscire dal bagno.
Lui Respirava profondamente più volte, e, quando ci sedemmo nei divani all'aria aperta, inizió a parlarmi.

«Spero che nessuno venga a saperlo»
Sussurró.
«Jolìe, stai bene?»
Notó che qualcosa in me non andava, deglutivo e stavo sudando senza alcun motivo.
«Stai per vomitare! Vieni con me»

mi prese per mano e mi riaccompagnó dentro, per andare nuovamente in bagno e farmi vomitare, buttando fuori tutto l'alcool che avevo bevuto.
Mi sentivo leggera, con un peso in meno dopo aver vomitato.

«Finito?» chiese toccandomi la spalla da dietro.
io annuii.

«Tu non puoi stare ancora qua, Vieni»
Non dissi nulla e andai con lui in macchina, mi diede un passaggio per tornare a casa.

«La prossima volta chiederò di non portare alcolici»
disse guardandomi mentre guidava.
Assonnata, mi passai una mano in viso e non appena arrivammo all'hotel, lo ringraziai e scesi velocemente dandogli un ultimo bacio sulla guancia.

C'est la vie || Kylian MbappèDove le storie prendono vita. Scoprilo ora