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Simone nella sua vita non tollerava molte cose: gli davano fastidio le persone disordinate, chi in classe faceva confusione, quelli che nel fare una cosa non si impegnavano mai, quando la mattina finiva il caffè prima che si svegliasse o i video ad alto volume sui mezzi pubblici. Erano tutte cose che non tollerava ma che col tempo aveva imparato a gestire. Quello che non riusciva proprio a mandare giù, però, erano i ragazzi delle classi più grandi, o più precisamente, i ragazzi delle classi più grandi durante i tornei di un qualsiasi sport all'interno della scuola.

A calcio? Trovavano sempre l'occasione per far fallo su uno della sua classe. Atletica? Erano più le volte che avevano fatto cadere Aureliano rispetto a quelle in cui effettivamente erano arrivati primi. Ma la cosa peggiore per Simone era il torneo di pallavolo, un po' perché faceva parte della squadra, un po' perché odiava con tutto il cuore la cattiveria con cui schiacciavano i palloni sempre verso Monica, che era spesso l'unica ragazza della loro classe a giocare.

E fu proprio dopo l'ennesima schiacciata, che la ragazza tentò di prendere ritrovandosi con il braccio arrossato, che Simone sotto rete saltò schiacciando la palla più forte che potè e colpendo sul viso lo stesso ragazzo che poco prima aveva mirato a lei. Sembrava avesse tirato talmente forte da non concedergli nemmeno il tempo di reazione e, di fatto, era riuscito a fare punto mentre un lamento rimbombava all'interno della palestra.

Sorrise soddisfatto facendo un occhiolino alla ragazza, che ricambiò divertita. Tutti in classe loro erano a conoscenza della considerazione che aveva nei confronti di quelle classi e sapeva che prima o poi sarebbe sbottato, in un modo o nell'altro.

«Balestra, vi ho sempre detto di schiacciare piano» lo rimbeccò da bordo campo il professore.
«scusi prof, non ho regolato la potenza» rispose alzando le mani in segno di scusa, ma senza smettere di sorridere.
«non ho regolato la potenza»

Una voce, che sarebbe dovuta sembrare l'imitazione della sua, lo fece tornare serio in volto. Si girò verso il ragazzo che con il dorso della mano premeva il labbro inferiore, ormai sanguinante, e dopo aver spostato lo sguardo dalla sua bocca, ai ricci scompigliati ed infine ai suoi occhi scuri, aggrottò le sopracciglia incrociando le braccia al petto.

«te m'hai mirato 'n faccia, sei 'n infame»
«Ferro!» la voce del professore per entrambi i ragazzi era ormai un sottofondo facilmente ignorabile, Simone rimase immobile nella sua posizione ed osservò il ragazzo del 4B avvicinarsi alla rete per arrivargli davanti.
«è dall'inizio della partita che schiacci forte contro Monica»

Il più grande sembrò realizzare in quel momento di non esser passato inosservato agli occhi degli altri, rimase in silenzio per qualche secondo senza mai distogliere gli occhi dai suoi e per entrambi sembrò iniziata una gare nella gara, in cui non avevano alcuna intenzione di darla vinta all'altro.

«e quindi? te me schiacci in faccia?»
«perché no?» chiese Simone con un sorriso beffardo, ma prima ancora che l'altro riuscisse a rispondere, il professore si avvicinò a loro prendendolo da una spalla.
«Manuel vai a sciacquarti e poi vai in infermieria» e quella conversazione ebbe tutta l'aria di essere terminata lì, con Manuel che indietreggiava senza smettere di guardarlo torvo e Simone che sorrise ancora di più, soddisfatto per essere uscito vittorioso da quella conversazione.
«Simone, fai più piano» lo riprese ancora il professore.
«si prof» rispose tornando in posizione mentre un altro ragazzo prendeva il posto di Manuel.

**

Le giornate scolastiche stavano diventando sempre più pesanti con l'avvicinarsi della fine dell'anno, soprattutto per Manuel che ogni volta sembrava essere sull'orlo di una bocciatura. L'anno prima aveva rischiato di perdere l'anno ed era riuscito poi a cavarsela venendo solo rimandato, grazie al consiglio di classe che, però, aveva promesso di non essere così magnanimo nell'anno successivo.

Give me a spark, and I'll give you explosions. | Simuel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora