Parte 1

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Ava's pov
Il grande giorno è arrivato, perciò mi sveglio presto per poter prepararmi al meglio. Voglio essere impeccabile oggi, è un giorno speciale.
Mi alzo dal letto con tutta la calma del mondo, sistemo la mia divisa ed infine i capelli, gli do giusto una pettinata.
È davvero un peccato che mi abbiano dato questa uniforme rossa, capisco che è il colore dei detenuti più pericolosi ma cavolo dovrebbero proprio vedermi in Cachi. Proprio così, mi trovo in carcere beh ancora per poco.
La presenza della guardia davanti la mia cella mi fa intuire l'orario, 12:00 in punto è l'ora del pranzo.
Là piccola finestrella della mia porta d'acciaio rinforzato si apre, e da li esce un vassoio con del pessimo cibo, davvero scadente. "Detenuta 637 faccia due passi indietro" faccio come mi dice ed infine prendo il mio cibo, che decido però di saltare questa volta, incuriosendo la guardia "che fai? Non mangi?" Butto tutto il cibo del cestino accanto alla porta per poi tornare con lo sguardo sulla guardia "Ho di meglio per cena oggi, credo proprio mangerò bistecca!" La guardia mi guarda divertita iniziando a ridere "si certo, io non ci conterei."
Passano ore ,di eterna noia, ed io mi ritrovo per la millesima volta a chiedere che ore siano alla guardia. "ehy! Qualcuno può dirmi che ore sono?!" La guardia si avvicina, ormai stanca dalle miei continue domande "cos'è? Hai fretta di uscire? Sta tranquilla che con i tuoi reati puoi restare qui a vita" "allora sai dirmi l'ora?"
Scuote la testa e guarda il suo orologio al polso "sono le 16 precise" come finisce di parlare si sente un forte boato come uno scoppio e subito dopo le sirene dell'allarme suonare. "che puntualità". dopo pochi secondi tutte le celle del carcere si aprono ed io posso uscire indisturbata Grazie al caos che si sta creando. Le guardie fuori dalla mia cella sono già corse verso l'esplosione.
Appena esco da lì i miei scagnozzi sono già fuori dalla cella ad aspettarmi, mi passano la divisa da guardia per poter girare indisturbati.
"abbiamo pochi secondi prima che Supergirl arriv-" neanche il tempo di dirlo che già la superoina in calzamaglia arriva, aiutando le guardie a rimettere i detenuti in cella. Non perdiamo altro tempo e ci dirigiamo verso quella che dovrebbe essere l'uscita.
Grazie alla confusione creatasi, uscire da quel posto è stato più semplice del previsto. Entriamo nel camion militare parcheggiato proprio davanti al carcere, partendo verso una delle mie basi segrete.
Il viaggio procede tranquillo finché una bomba esplode davanti a noi, il vicolo sterza e perdiamo il controllo di esso. Iniziando a rotolarci. Quando il veicolo si ferma ed io riprendo un po' di lucidità cerco di uscire dal finestrino sopra la mia testa. I miei uomini sono tutti morti, almeno penso. Ma l'auto sta iniziando a prendere fuoco e non posso restare qui. Esco dal finestrino per poi buttarmi a terra.
Cerco di allontanarmi il più possibile, strisciando lentamente a causa di un pezzo di vetro conficcato sulla coscia. Continuo ad allontanarmi finché non mi ritrovo due piedi davanti a me. Alzo la testa e vedo tre uomini armati con fucili pesanti. Avrei dovuto pensarci ad un eventuale attentato alla mia vita.  utilizzo tutte le energie rimaste per alzarmi in piedi, se devo morire lo farò a testa alta. "Lex ti manda i suoi saluti" ancora confusa e stordita a causa dell'incidente non faccio molto caso alle loro parole. mi punta il fucile addosso, al momento dello sparo chiudo gli occhi come per riflesso.
Ma dopo lo sparo non sento nulla, nessun dolore perciò riapro gli occhi per ritrovarmi una bionda in calzamaglia davanti a me. Mi ha fatto da scudo, però...questa non me l'aspettavo.
Strappa il fucile del tizio più vicino, lo piega come se fosse un pezzo di plastica per poi ributtarlo per terra.
Inutile dire che in pochi secondi li ha già pestati come si deve ed infine li lega tra di loro per non farli scappare.
Si gira verso di me con in mano una specie di manette strane. Non le tipiche della polizia, penso siano quelle per indebolire. "sul serio ti ringrazio di avermi salvato la vita, ma adesso devo proprio andare. Magari un'altra volta e in un'altra occasione sarò contenta di provarle in un altro contesto." le faccio l'occhiolino. Mi guarda confusa per pochi secondi ma quando finalmente capisce la mia battuta il suo sguardo cambia del tutto, È quasi imbarazzato. "non succederà mai perciò mettiti queste oppure lo farò io." "non oggi amore" lancio con forza per terra la piccola pallina che avevo preso precedentemente dalla tasca di uno dei miei uomini, ormai non gli serviva più. Tanto piccola ed esteticamente innocua ma dentro contiene esplosivo e Kryptonite.
Quando tocca il terreno parte un esplosione che mi fa volare indietro cadendo sulla gamba già ferita.
Quando mi rialzo vedo che la Kryptonite ha fatto effetto, infatti Supergirl è per terra inerme. Mi avvicino per controllare che sia ancora viva. Non è mia intenzione ucciderla, infatti nell'esplosivo c'è solo una piccola parte di Kryptonite, il giusto per farla dormire il tempo che mi serve per andarmene. Ma non posso lasciarla qui e non posso neanche portarla con me con un pezzo di vetro conficcato nella coscia. Strappo il pezzo di vetro conficcato e mi avvicino ad un uomo per terra strappando un pezzo della sua maglia per avvolgerla attorno alla gamba in modo da bloccare l'emorragia. Non appena ho finito mi avvicino al corpo inerme di supergirl e la prendo a mo' di sposa, ignorando il dolore alla gamba. Cammino fino alla prima fermata degli autobus e la lascio sulla panchina. Continuo il mio viaggio verso casa, ma dato che sono a piedi sarà più lungo del previsto.

Adesso siamo pari Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora