Gelosia

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«Ma fai sul serio?»
«Simò, t’ho detto che non è aria.»
«Ma sei veramente arrabbiato per questo?»
«T’ho detto di lasciarmi perdere.»
«Ma...»
«Te lo ripeto, mi rode il culo, mi devi lasciare perdere.»
«Ma…»
«Ma cosa? Che mi vuoi dire? Che non è colpa tua? Che ti inventi?»
«Ma Manu…»
«Ah no, no, no. Questa volta non attacca.»
«Mi lasci spiegare? Brutto cazzone geloso.»
«Ora sono io il cazzone geloso? Cioè quello arriva qua, si siede al mio posto a tavola, ha la tua felpa grigia ed ha pure il tuo profumo e quello sbagliato sono io?»
«Sai che non ha niente… è venuto qui con…»
«E si deve mettere la roba tua?»
«Quella felpa non la metto più da un sacco, gliel’ha data mio padre.»
«Ed il profumo?»
«L’ha trovato sulla mensola in bagno. Ti prego, credimi.»
«Certo ed io sono nato ieri.»
«Oh ma fai sul serio allora?»

Manuel fa un gesto vago con la mano e distoglie lo sguardo da Simone, non ha nessuna voglia di guardarlo al momento.
La giornata era partita così bene e il pranzo a casa Balestra sarebbe andato altrettanto bene se quello stronzo non si fosse seduto al suo posto.
Passi il vivere sotto lo stesso tetto di Simone – effetto collaterale del buon cuore di Dante e della sua missione di salvataggio di tutti i randagi – ma che ora inizi anche a mettersi i suoi vestiti ed usare il suo profumo proprio non gli sta bene.
Quando Mimmo – l’intruso – è arrivato a Roma, si è dimostrato subito un po’ troppo amichevole nei confronti di Simone e Manuel proprio non riesce a farselo andare a genio.

E con Simone è tutto strano, lo sa, ne è consapevole, non stanno insieme, ma ciò che li lega è qualcosa che va al di là di una qualsiasi etichetta. Non si sono dichiarati apertamente, non c’è stato nessun “Vuoi essere il mio ragazzo?”, ma sono comunque qualcosa. Tutte le carezze e gli abbracci che si sono scambiati, il dormire insieme la notte ed i baci devono pur valere, giusto?
Quindi come può Manuel stare a guardare mentre l’ultimo arrivato si insinua tra lui ed il suo implicitamente ragazzo prendendo possesso di metà del suo armadio?
Solo lui può prendere in prestito i suoi vestiti, nessun altro, specie non un tizio venuto fuori da chissà dove con chissà quale pretesa.

«Però sono contento un po’…»
«Sei contento che il fidanzatino tuo si mette la tua felpa?»
«No, sono contento che sei geloso.»

Manuel sbuffa una mezza risata, più di fastidio che di divertimento, ma non si scosta quando l’altro si fa leggermente più vicino. Ancora non vuole guardarlo in faccia però, non cederà così facilmente.

Simone avvicina lentamente un mignolo alla mano di Manuel appoggiata sul bordo della piscina e prova ad intrecciare le dita con le sue.
Quello che stanno costruendo è troppo speciale ed importante, non lo manderebbe mai all’aria per niente e nessuno.
Mimmo è un ragazzo molto solo e Simone vuole essergli amico, non potrebbe mai prendere il posto di Manuel nella sua vita e, soprattutto, nel suo cuore.
Il ruolo di suo ragazzo, anche se non ufficialmente, è già stato preso.

Simone si fa ancora più vicino e appoggia la testa sulla spalla di Manuel che, dopo uno sbuffo, si volta verso di lui e gli bacia delicatamente la fronte.

«Sono comunque incazzato.»
«Non ti devi proprio preoccupare di Mimmo.»
«Ah no?»
«No, non c’è nemmeno paragone.»
«È che io lo so che io e te… insomma… non ce lo siamo mai detti a parole ma… hai capito, no?»
«Sì, però ti prego, puoi provare ad essere gentile con lui? Fallo per me e per mio padre.»

Nei giorni seguenti, Manuel decide di adottare una diversa strategia, diventando piuttosto amichevole nei confronti di Mimmo. E lo troverebbe anche simpatico se non cercasse così tanto le attenzioni di Simone e poi… e poi c’è sempre questa storia di usare i suoi vestiti che lo manda al manicomio. Ma non può trovarsi un lavoro e comprarsi qualcosa di suo? Oppure non può prendere qualcosa dall’armadio di Dante?
Simone lo ha rassicurato, gli ha detto che vuole solo farlo sentire a suo agio, vuole soltanto aiutarlo a sentirsi a casa e lì per lì Manuel ha fatto finta di niente, ma detesta l’intera faccenda.

Ed è soltanto un caso che, qualche giorno dopo, si sia presentato a casa Balestra con uno scatolone pieno di suoi vecchi vestiti. Lo ha fatto soltanto per il suo buon cuore, per rendersi utile, per aiutare Mimmo, non certo per gelosia.
 

***

«Sai che sei veramente stronzo a volte?»
«Che ho fatto? Tu lo puoi aiutare ed io no?»
«Lo sappiamo tutti e due perché l’hai fatto.»
«Volevo svuotare l’armadio.»
«Certo, come no…»
«Non mi credi?»

Si guardano per un secondo e poi scoppiano a ridere tutti e due.
Ridono, si stringono le mani, si guardano negli occhi, si baciano e ridono ancora. Perché è bello poter essere così spensierati e scemi insieme, è bello potersi preoccupare soltanto di una felpa o di un profumo senza i drammi dell’anno prima. Solo due ragazzi, un giovane amore ed una lievissima spruzzata di gelosia.

«Manu sei ancora geloso?»
«Forse.»
«Non devi, i miei vestiti stanno meglio a te.»

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