AMMISSIONE

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ANGELINA

-Ehi- mi dice un ragazzo avvicinandosi a me. Lo fisso e mi tolgo le cuffiette dalle orecchie.

-Ciao- dico sorridendo rivolgendomi a lui.

-Sono Stefano, uno degli autori. Prego entra pure e vai in sala relax- dice -appena puoi entrare in studio manderò Lalla a chiamarti-

Annuisco alle sue parole e rimango a sedere in sala relax, nell'attesa che mi vengano a chiamare per la fantomatica sfida per il quale sono stata chiamata.

Oggi, si deciderà quello che sarò da ora in poi. Ho voluto fare questa cosa per dimostrare a me stessa, che non sono solo quella che tutti dicono che io sia.

Io sono diversa da mio padre, sono una ragazza che ha la musica nel sangue ma che vuole scrollarsi di dosso l'etichetta di "figlia di".

Finalmente mi chiamano in studio, e quando arrivo, la prima cosa che faccio è salutare Maria stringendole la mano.

Mi metto a sedere al lato sinistro dello studio, e poi Maria chiama il giudice che visionerà la sfida che è Carlo Di Francesco.

Carlo è stato uno degli insegnanti della scuola per molti anni, quindi sono più che certa che valuterà tutto in maniera professionale.

Il primo ad iniziare è Ascanio, il mio avversario, che canta una canzone di Enrico Nigiotti. Quando Carlo mi chiede di cantare Something dei Beatles, la produzione fa arrivare un pianoforte in maniera tale che io possa esibirmi al meglio su quella canzone.

Lo faccio cercando di fare arrivare a tutti, soprattutto al giudice un pò di me, e della mia emotività, e quando finisco, mi viene da sorridere perchè il pubblico sembra aver empatizzato con me.

Arisa poi comincia a dire che vuole una sfida per me, per avermi a tutti i costi. Ecco, questa cosa comincia a farmi battere il cuore a tremila.

Ti prego Ari, non dire quel nome. Non dirlo, non qui, non ora. Per piacere.

Fortunatamente Arisa non dice niente, e Carlo chiede di cantare gli inediti. Il primo ad esibirsi è Ascanio con la sua "Margot". Dopo di lui, vado io con Voglia di Vivere.

Adoro cantare il mio inedito. Mi sento molto a mio agio mentre lo canto. E' parte di me e in quelle parole mi ci sento legata.

Ho sempre avuto poca voglia di vivere e scrivere questo inedito, mi ha aiutata invece a capire che dovevo farmela venire in maniera tale che potessi trasmetterla anche alle persone che mi circondavano.

Alla fine del mio inedito, Maria chiede ad Arisa se vuole mandarmi contro un altro sfidante, dato che non sa se ovviamente, sono passata.

Arisa dice che non lo sa e che non vuole perdere la possibilità di poter lavorare con me. Ed eccolo lì il nome che non doveva fare e che ha fatto.

Detesto quando menzionano mio padre solo per etichettarmi. Io sono Angelina. Voglio essere solo Angelina, senza un cognome. Senza una etichetta di scadenza o di produzione.

Voglio essere un prodotto che è unico a se, e che non deve essere paragonato ad un altro prodotto con lo stesso nome e con la stessa provenienza, perchè nessun prodotto è uguale ad un altro, nemmeno se ci metti tutto l'impegno del mondo per riprodurlo uguale.

E' come quando la Kinder si è messa in testa di fare i Plumcake. Non saranno mai all'altezza di quelli della Mulino Bianco. Gli originali saranno sempre loro, e per quanto buoni, quelli Kinder hanno e avranno sempre un sapore differente, nonostante il nome uguale.

Ed io sono proprio come loro. Come i Plumcake Kinder. Nome uguale a quelli originali del Mulino Bianco, ma marca diversa, e diverso sapore.

Io sono una Mango è vero, ma non sarò mai come mio padre. Ho una maniera diversa di fare musica. Una maniera diversa di cantare, e di essere me stessa.

Mani VuoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora