Arrivai in cucina e presi una tazza per prepararmi del thé. I miei occhi si riempirono immediatamente di lacrime e dispiacere quando, nella mia testa, la scena a cui avevo assistito quella mattina si ripeteva come un filmato incontrollabile.
Vedere Esperanza baciare un altro mi aveva completamente tolto la voglia di vivere. Non riuscivo proprio a capire perché ma quella ragazza era riuscita a farmi dubitare della mia grande vocazione, era riuscita a rovinare tutti i miei piani, tutte le mie ambizioni.
Ricordo ancora quando ho lasciato Eva per dedicarmi al tipo di cammino che sto imboccando oggi e sento che la convinzione e la voglia di raggiungere un certo prestigio nella vita ecclesiastica che avevo all'inizio, sin dal primo sguardo con lei erano scomparse. Non sapevo proprio dove sbattere la testa. Quella ragazza era capace di rendermi totalmente pazzo, di far cedere il mio autocontrollo e di far affievolire il mio amore nei confronti del Signore, cosa che mai, fino ad oggi avevo messo in dubbio.
''Lasci, lasci. Faccio io'' Una voce fin troppo familiare mi attraversò le orecchie e mi svegliò dai miei pensieri sempre più confusi. Alzai la testa e vidi Esperanza togliermi la tazza da mano sfiorando la mia. Una piccola scarica elettrica mi attraversò, mi succedeva sempre quando ci sfioravamo. Stavolta, però, nel vederla non provavo i sentimenti di sempre. Provavo rabbia, dolore e odio, forse anche invidia nei confronti di chi, qualche ora prima, aveva osato sfiorare le sue labbra, aveva osato stringerla a se. Ecco, mai avrei pensato che una donna mi inducesse a tanto.
Misi le mani dietro la schiena e la osservai attentamente. Quella frangia che usciva fuori dal copricapo, quelle labbra perfette che formavano un sorriso ogni volta che ci incontravamo, riuscivano a farmi perdere il coraggio che avevo appena raccolto per parlare di quello che aveva incontrato oggi.
''Tutto bene...?'' disi vago mentre lei era intenta a prepararmi il thé che, sicuramente, non avrei bevuto. Versò l'ultima goccia mentre mi rispondeva ''Si... odio portare scartoffie ma mi piace uscire, prendere un po' di aria...'' disse prendendo lo zucchero mentre morivo dalla voglia di dirle che sapevo tutto, sapevo del bacio e sapevo che era uscita con quel ragazzo senza il permesso di nessuno. ''Perché mi menti?'' chiesi prontamente senza darle tempo di dirmi altre menzogne inutili. ''Ehm... mi ha vista!'' disse dispiaciuta avvicinandosi a me con la zuccheriera e la tazza piena di thé tra le mani. ''Si, ovvio che ti ho vista, anzi, ringrazia che ti ho visto io e non altre persone'' dissi tenendo un'espressione seria.
Perché mi faceva così male? Perché mi faceva così male vederla tra le braccia di un altro?
''Ah.. bhe...'' la frenai prima che continuasse a mentirmi come stava facendo. ''Spero che tu abbia una spiegazione valida da darmi Esperanza'' dissi rimanendo serio ed incrociando le braccia. Questa situazione mi stava distruggendo lentamente l'anima. Prese vari cucchiaini di zucchero e li versò nervosamente nel bicchiere, probabilmente il mio sguardo e la situazione la condizionavano tanto. Proprio quello che volevo, infondo. ''Bhe, si ricorda che le ho parlato del mio ex- fidanzato, no?'' Annuì ''Bhe lui non accetta che io voglia prendere gli abiti...'' iniziò a mescolare il thé e lo zucchero davvero molto veloce mentre trovava altre bugie con cui riempirmi la mente. Era palese, mi stava mentendo. ''Sono processi lenti...'' la interruppi. Ero davvero stufo. ''Smettila di mentirmi e di inventare cose...'' presi fiato. ''Esperanza, vi ho visto mentre vi baciavate'' continuai mentre un groppo mi si formava in gola e gli occhi diventavano lucidi. Lei prese fiato mentre rimaneva imbambolata a guardarmi ''E questo... le ha dato fastidio?'' ''Mi sembra ovvio!'' Non riuscì proprio a trattenermi. Quelle parole mi uscirono fuori dalla bocca improvvisamente, cariche di dispiacere e di rabbia. ''E' una mancanza di rispetto enorme, hai baciato un tizio nella casa di Dio!'' Mi sembrò l'unico modo per mettere in ordine la situazione mentre lei continuava a guardarmi con quello strano sguardo. Sembrava quasi soddisfatta di ciò che aveva fatto e della mia reazione, e questo mi fece ancora più male. Mi porse la tazza con tutta la calma del mondo continuando a guardarmi con aria di sfida. ''E se fosse successo fuori da qui?'' la domanda mi spiazzò. Sgranai leggermente gli occhi carichi di lacrime e le strappai di mano il thé, qualche goccia bollente mi cadde sulla mano. Ormai ero fuori controllo. Bevvi un lunghissimo sorso. Sarà stato il veleno che aveva lasciato in me quel bacio, saranno state le troppe cucchiaiate di zucchero che aveva messo Esperanza, ma quel thé aveva un sapore orribile. Ingoiai con lo stomaco che mi si rivoltava per vari motivi. ''E' imbevibile questo thé, ci hai messo 400 cucchiai di zucchero, è normale...'' mormorai mentre gettavo con rabbia tutto nel lavandino della cucina. Stavo per andarmene ma sentì la mano di Esperanza prendermi il braccio e fermarmi. Mi pietrificai al suo tocco mentre lei iniziò a darmi le sue spiegazioni. ''Ehi, no, aspetti, volevo dirle che lui ha baciato me.'' Sospirai mettendomi una mano sulla fronte per poi incrociare le braccia. Perché stava negando l'evidenza? ''Questo non è un dettaglio minore, ok?! E' un processo lungo... nel suo caso, per esempio...'' A quelle parole sobbalzai. Perché tirare fuori la faccenda di Eva proprio ora, non si parla assolutamente di me. ''Esperanza per favore...'' dissi mentre lei mi interruppe bruscamente ''No, aspetti. Com'è stato con Eva, sua cognata? E' stato tutto un processo oppure no?!'' chiese dura mentre la situazione diventava sempre più assurda ed insostenibile. ''Esperanza non parliamo di me qui, ma di te! Come ti ho visto io potrebbe averti visto chiunque, ok!?'' dissi rispondendo con lo stesso tono incamminandomi verso la porta d'uscita. Non riuscivo più a tener testa ormai a questa situazione. Litigare con lei mi fa male, sempre, ma ricordare il motivo mi faceva sentire peggio.
Poco dopo andammo al cimitero per dare un saluto a padre Juan, colui che si occupava del convento prima di me. Mi pentì tantissimo per questo ma io le avevo accompagnate ma non mi interessava minimamente del saluto a padre Juan. Ero li con loro solo per andare dai miei genitori e per alleggerire la colpa che si posava sul mio petto ogni volta che pensavo alla loro morte. Sospirai per trattenere le lacrime chiedendo il permesso di distaccarmi dal gruppo. Quando finalmente mi concedettero di andare dai miei, sentì una mano che mi fermava, la stessa che mi aveva bloccata sull'uscio della porta della cucina, con la stessa fermezza ed intensità. ''Esperanza!'' dissi senza nemmeno girarmi per guardarla. Mi sentivo così male pensando a quello che era successo ai miei, stare tra le sue braccia, stranamente era l'unica cosa di cui avevo un bisogno immediato per sentirmi meglio. L'unica cosa che seppi fare fu trattarla male. ''Ti prego, lasciami solo...'' mi incamminai velocemente verso i miei genitori, più avanzavo e più mi tornavano alla mente le parole dure e crude di Maximo, mio fratello, che mi accusavano della loro morte. Quando arrivai sulle loro tombe, l'unica cosa che seppi fare fu sfogarmi piangendo. Mi abbassai verso di loro mentre toccavo le targhette con i loro nomi incisi sopra. Le parole di mio fratello mi risuonarono nella mente facendomi sentire un essere lurido e vigliacco.
Ad un certo punto sentì la sguardo di qualcuno percorrermi da capo a piedi, capì subito chi era. ''Esperanza, so che sei li...'' mi interruppi per asciugarmi gli occhi arrossati e non farle notare che avevo pianto. Si avvicinò lentamente. ''Sono i suoi genitori?!'' Annuì e quando sentì quelle parole abbassai la testa e le lacrime iniziarono ad uscire dai miei occhi prepotenti più di prima. ''Sono morti da 20 anni... allora è una bugia che il tempo cura tutto!'' disse sottolineando la parola tutto con un nodo alla gola mentre si abbassava verso di me per poi posare sulla loro tomba un fiore. ''A me succede lo stesso con mia madre.'' Disse con la voce rotta dal pianto trattenuto. Solo dopo pensai che quel fiore, molto probabilmente era per sua madre. Non doveva. Pur non guardandola, sono sicuro che qualche lacrima si sia decisa a versarla, mentre io non mi facevo scrupoli a mostrarle i miei sentimenti. ''E' stata solo colpa mia...'' dissi singhiozzando. Sentì la sua mano afferrarmi con forza la spalla. Trasalì. ''Come padre?!'' mi chiese con gli occhietti lucidi. ''Andai ad un campo estivo e avevo mal di pancia. Volevo solo loro con me...'' presi un respiro mentre lei continuava ad accarezzarmi la spalla per consolarmi, avevo bisogno di averla vicina, era la prima persona a cui raccontavo questo, era l'unica di cui mi fidavo e che volevo con me in quel momento così brutto. ''Durante il tragitto ebbero un incidente e morirono.'' Sentì Esperanza tirare un sospiro di stupore mentre io continuavo ad accarezzare le targhette dei miei genitori piangendo. Non potevo evitare di sentirmi in colpa, era impossibile. ''Se solo avessi resistito...'' continuai tenendo la testa bassa. Lei strinse ancora di più la presa sulla mia spalla mentre piangeva. Mi faceva bene quel contatto. Tanto. ''No padre, no! Era normale era piccolo, era un bambino... stava male, anche io avrei voluto mia madre con me...'' dissentì muovendo il capo. ''No Esperanza, non è normale che i tuoi genitori muoiano per venirti a cercare.'' Mi voltai e la guardai negli occhi. I suoi erano arrossati dal pianto, il poco trucco che aveva era leggermente rovinato. La sua immagine venne sfocata da altre lacrime che arrivarono quando pensai di nuovo al dialogo avuto con Maximo e sentì la necessità di raccontarglielo. ''Non ne avevo mai parlato con mio fratello fino a ieri. Ho sempre saputo che mi odiava e... si ieri me lo ha detto in faccia!'' ripresi fiato per poi continuare a singhiozzare, non potevo non colpevolizzarmi. Mi divincolai dalla presa di Esperanza e appoggiai la testa sulla toma dei miei. ''Ed ha ragione!'' lei continuò a consolarmi accarezzandomi la schiena ''No no. Tomas non è così, no!'' feci di no col capo. ''Sono colpevole!'' gridai mentre lei mi accoglieva tra le sue braccia. ''No, la prego venga qui'' mi strinse più forte a se, io non ricambiai. Avevo tanto bisogno di stare tra le sue braccia ma l'unica cosa che riuscivo a fare, in quel momento era solo sfogarmi e piangere. Mi passò una mano tra i capelli per poi allontanarsi lentamente. Solo dopo quel gesto capì che morivo dalla voglia di ricambiare quell'abbraccio così la fermai. ''No, per favore, rimani qui con me Esperanza... ti prego!'' la strinsi forte a me, non ricambiò subito l'abbraccio e quando lo fece iniziò ad accarezzarmi la schiena e a lasciarmi piccoli baci tra i capelli. Avrei voluto che quel momento durasse per sempre.
Lei diceva sempre che io ero il suo eroe ma in quell'occasione fu lei a salvare me.
Angolo autrice:
Ciao a tutti! Spero che questa storia vi sia piaciuta, adoro la coppia e speravo di poter pubblicare qualcosa su di loro!
Il video allegato l'ho fatto io, spero davvero che vi sia piaciuto anche quello! Grazie, un bacione ;)!
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Esperanza Mia- Ciò che Tomas non Dice| One Shot
FanficQuesta one shot descrive ciò che ha sentito il padre Tomas quando si è ritrovato, per la prima volta, a fare i conti con ciò che sentiva per Esperanza e quando, per l'ennessima volta, si trova a fare i conti con i suoi sensi di colpa per la morte de...