CAPITOLO 185

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Con un gemito Rubyo si svegliò al mio fianco, sollevando la testa che fino a pochi attimi fa pendeva verso le sue ginocchia.

Chiamai il suo nome. 

La striscia di sangue rappreso si mosse, quando lui corrugò le sopracciglia.

Fece appena in tempo a guardarmi, a realizzare come entrambi fossimo legati all'albero maestro, che Markus si inginocchiò al suo fianco.

«Ti sei svegliato giusto in tempo.» Il volto così vicino al suo da essere ripugnante. «Mi stavo giusto chiedendo se dovessi farti trasportare da uno dei somari.» Con un cenno del capo indicò Aerin e Gideon alle sue spalle.

Erano gli unici a non essere legati.

Dietro di loro, la costa frastagliata del Regno Imperiale.

Deglutii.
La gola era secca e il collo ancora indolenzito dalla presa di Markus.

E, come se quel flebile suono fosse stato sufficiente a richiamare la sua attenzione, Markus si girò nella mia direzione.

«Lyranna...»

No, non si era girato, anzi.
Era rimasto lì, fermo e appollaiato come un Gargoyle davanti il corpo di Rubyo.

Non ne avevo mai visto uno dal vivo, ma gli schizzi sui taccuini che Thui mi aveva dato durante i miei mesi di permanenza nella sua tribù, erano più che sufficienti per farmelo associare a quell'immagine.

«Lo sai che mi dispiace averti legata, vero?» La voce lagnosa, lo sguardo assente.

Parlava con me, ma la sua attenzione era rivolta a Rubyo.

A lui e a come aveva iniziato a dimenarsi nel tentativo di liberarsi.

Poi un colpo di tosse.

I movimenti di Rubyo si fermarono per qualche istante, giusto il tempo di realizzare a chi appartenesse.

«Dollarus!»

Era stato Degorio a parlare.

«Finiscila di dimenarti, maledetto!»

Dalla mia posizione non riuscivo a vederlo, ma dalla direzione della sua voce potetti immaginare come si trovasse tra Rubyo e Dollarus.

«Non farmi pentire di averti salvato la vita.» Continuò.

Allungai le dita, piegando il polso in una posizione innaturale pur di riuscire a raggiungere la mano di Rubyo.

Al contatto, si voltò nella mia direzione.

Scossi la testa.

Sarebbe stato impossibile liberarsi in quel momento e, se pure ci fossimo riusciti, saremmo stati ugualmente svantaggiati: eravamo disarmati.

Osservai la mia spada pendere dal fianco di Markus, la punta del fodero poggiata sul legno del ponte di comando.

In quello stesso momento la nave attraccò.

«Finalmente a casa...» Markus si sollevò dal fianco di Rubyo. «Vero, sorellona?»

Tacqui e un ghigno comparve sul suo volto quando, con noncuranza, depositò la mano sull'elsa dell'arma.

«Vogliamo provarla?» Disse, estraendola.

Il suo sguardo non aveva mai lasciato Rubyo e a quelle parole il cuore mi spofondò in petto.

Ma non appena la punta si liberò dal fodero, l'odore di carne bruciata invase l'aria, accompagnato dal sordo rumore del ferro sul legno.

Vidi Gideon avanzare un passo alle spalle di Markus.

Royal Thief IIIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora