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Si allontanò dalla tele appena dipinta; la pittura gocciolava sulla plastica al di sotto, impregnandola di un colore molto scuro, un nero. Nero come gli occhi di Geto. Quegli occhi che desiderava di guardare più da vicino e non ne aveva mai avuto l'opportunità. Il dipinto che aveva realizzato, raffigurava l'uomo che era di profilo, appoggiato su una balaustra di marmo e dietro di lui si estendeva invece un prato verde, decorato da alberi e fiori primaverili. Nuvole bianche, invece, si facevano spazio sulla sua testa. Un sole giallo lo aveva posizionato al lato della tela, andando a sfumare i raggi con dei colori più chiari. Un tempo sereno messo in confronto con tutto quel vento e quella pioggia che incombeva fuori dalle sue finestre in quel momento. Un tempo sereno così come lo era lo sguardo dell'uomo, che allo stesso momento era anche compiaciuto di ciò che stava guardando. Il suo dipinto era così realistico, così come tutti i suoi quadri d'altronde, che si sentiva proprio il protagonista di quella scena, lì insieme a lui. Ma era tutto nella sua immaginazione e non aveva messo nessuna speranza che in un futuro ci potesse essere un loro incontro. Quindi, Gojo, si limitava a custodire gelosamente i quadri che realizzava. Nessuno avrebbe mai scoperto la sua vena artistica. Sarebbe stato un imbarazzo per lui, non voleva che succedesse tutto quello. Lasciò il dipinto in quella stanza, per farlo asciugare, gli avrebbe dato un ultimo ritocco il giorno successivo, insieme a esso vi era anche la tazza mezza piena. Ormai il tè era diventato anche freddo.
Uscì dalla stanza e si affacciò alla finestra che aveva nella cucina. Era passato mezzogiorno e la città era molto più tranquilla e calma, rispetto la mattina. Aveva comunque smesso di piovere e sembrava anche che i primi raggi del sole sbucassero da dietro quelle nuvole ancora grigie, come se stessero allertando le persone di un'altra pioggia che si sarebbe abbattuta da lì a breve.
Fece un sospiro. Geto Suguru. Quell'uomo misterioso non solo occupava i suoi quadri, ma anche i suoi pensieri. Forse era arrivato davvero per lui il momento di andargli a parlare e dirgli qualcosa. Osservava le persone che camminavano sul marciapiede, stretti nei loro piumini fin troppo pesanti per il n tempo primaverile e alcune macchine andavano avanti e indietro in una lentezza estenuante. Poi, i suoi pensieri a un tratto presero vita. Vide l'uomo dalla folta chioma corvina sbucare da un angolo della strada, ma non era solo. Con lui vi era una donna; entrambi a braccetto e sorridevano.

Lost ( Satosugu)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora