CAPITOLO 19

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 Ayliz uscì dall'ascensore sotto shock. Le tremavano le gambe e le mani erano due pezzi di ghiaccio. Si sentiva come se qualcun altro non lei, facesse muovere il suo corpo. E non riusciva a far funzionare il suo cervello.

Le parole di Santos continuavano a rimbombarle nella mente.

L'ho usata...

L'ho sedotta...

Le ho mentito...

Barcollante e tremante, raggiunse l'atrio dove fu subito bloccata dal portiere, che le mise una mano sul braccio.

"Signorina Theron, potrebbe aspettare qui, per cortesia?"

"Perché?" domandò lei con espressione confusa.

"La prego, aspetti."

Scosse la testa e si slanciò verso l'uscita, ma l'uomo la bloccò di nuovo, prendendola per il braccio. La rabbia si aggiunse alla confusione. Ayliz tirò via il braccio dalla stretta del portinaio e fece un paio di passi indietro.

"Non si azzardi a toccarmi di nuovo!"

Mentre indietreggiò un altro po', finì addosso ad un'altra persona. Quando si voltò, vide che era il capo della sicurezza di Santos, lo stesso che l'aveva aiutata la prima volta.

"Ramon..." disse lei guardando la montagna d'uomo di fronte a lei.

"Signorina Theron, non sapevo fosse in città," disse Ramon aggrottando la fronte. "Se il signor de Ribas me lo avesse comunicato, sarei venuto a prenderla in aeroporto. È qui da sola o accompagnata?"

Il portiere tirò un sospiro di sollievo e riprese la sua postazione accanto alla porta, sapendo di lasciare la donna in mani sicure.

"In realtà, Ramon, non mi fermerò a New York. In questo momento, sto andando all'aeroporto. Riparto per Houston," replicò Ayliz a denti stretti.

Ramon fece una faccia stupita e in quell'istante, Blake li raggiunse nell'atrio.

"E tutto a posto, Ramon, grazie mille. Ma adesso puoi andare. Ci penserò io ad accompagnare la signorina Theron dovunque vorrà andare."

"Col cavolo che lo farai!" borbottò lei.

Ayliz piroettò su sé stessa e uscì dal palazzo. Blake la prese per un braccio, bloccandola con una stretta dolce ma ferma. Anche la sua espressione era molto gentile. Fu proprio lo sguardo comprensivo negli occhi di Blake che quasi le fece venir voglia di piangere a dirotto.

"Ti prego, permettimi di darti un passaggio," si offrì l'amico di Santos. "Fa freddo... E poi, non puoi prendere un taxi se non sai esattamente dove andare. Immagino che non hai neppure prenotato un albergo, non è così?"

Lei scosse la testa.

"Pensavo di stare con Santos nel suo appartamento..."

Un'ondata di lacrime la travolse e Ayliz si abbandonò alla disperazione.

"Dai, vieni con me," disse Blake. "Ti porterò a casa mia. Non abito lontano da qui. Ho una camera per gli ospiti piuttosto comoda."

"No... Voglio solo arrivare all'aeroporto," replicò Ayliz. "Voglio tornare a casa. Non ho più nessuna ragione per restare."

Lui esitò, poi la prese a braccetto e la condusse piano verso la sua macchina.

"Va bene, Ayliz. Ti porterò io all'aeroporto. Ma resterò con te finché non sarai salita sull'aereo, va bene? Però, fino a quel momento... Scommetto che non hai mangiato..."

RICORDI SCOTTANTI (1 LIBRO DELLA SERIE "AMORE E POTERE")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora