Prologo

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Si poteva udire solo il suono delle ruote che cozzavano contro i ciottoli del sentiero di campagna. Fuori dalla carrozza il paesaggio era lentamente calato nell'oscurità tanto che si intravedevano appena i profili delle dolci colline. All'interno della vettura un'esile figura cercava di sistemarsi l'acconciatura nonostante i continui scossoni. I cavalli si affiancarono a una muretta in pietra alta quasi fino alle spalle di un uomo adulto, ma la figura che aspettava la donna la superava di molto. La carrozza si fermò e scese una signora giovane, dai biondi capelli fasciati da un nastro azzurro come l'abito. Salutò il cocchiere, ma non prima di aver versato una buona mancia, poi si voltò a osservare la scura figura che ancora non aveva proferito parola ma non ebbe il tempo di avvicinarsi che un debole grido le morì in gola. Un violento fiotto di sangue andò a mescolarsi con il turchese della stoffa delicata. Ebbe solo il tempo di incontrare lo sguardo dell'Ombra prima di accasciarsi al suolo. Durante tutta la sua breve vita se li era sempre immaginati in quel modo gli occhi del demonio: rossi come l'inferno e senza anima.

La povera vittima ormai era interamente coperta da un fascio nero come la notte che la avvolgeva mentre l'assalitore le graffiava il volto con artigli d'acciaio.

La notte coprì la scena da occhi indiscreti mentre, poco distante dal lato opposto del muro di pietra, le famiglie si preparavano per andare a dormire spegnendo lentamente le piccole lampade a gas e le candele non curanti del corpo senza vita di Dorothy Crowl poco distante.

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