10 Capitolo

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In questi giorni non mi sento molto bene sarà un influenza passeggera ma per sicurezza è meglio che vada da un dottore per farmi visitare.
Chaniel è all’asilo e quando esco dall’università andrò a prenderlo con la mia macchina che sono riuscita ad ottenere grazie al lavoro che ho iniziato per potermi pagare l’affitto e la retta universitaria.
Lavoro in una lavanderia ma a me sta bene e sono contenta di aver trovato questo lavoro e mi ritengo fortunata.
Dunque prima che inizia le lezione vado in bagno ma camminando per il corridoio mi scontro con una persona che deve essere certamente robusta.
Alzo lo sguardo e mi trovo davanti un ragazzo alto vestito in modo elegante e ben curato dalla testa ai piedi.

<<Mi scusi non l’ho fatto apposta…>>
<<Non si preoccupi la colpa è anche mia perché non ho fatto attenzione…>>
<<Bene ehm allora adesso devo andare.>>
<<Mi dica almeno il suo nome.>>
<<Mi chiamo Ipek>>

Rossa in viso come un pomodoro corro in bagno chiudendo la porta alle mie spalle, ho corso così tanto che sono quasi senza fiato.
Mi lavo il viso e mi asciugo con dei fazzoletti, mi guardo allo specchio con il respiro affannoso.
All’improvviso mi viene da rimettere e corro al bagno.
Una volta finito mi lavo la bocca.
Cosa mi sta succedendo?
Sono incinta?
Devo fare al più presto una visita medica.
Mi toccherà fare un secondo lavoro altrimenti non posso farcela con le varie spese.
Mi dirigo in classe ma purtroppo durante il tragitto mi sento nuovamente male e svengo senza rendermene conto.
Mi sveglio nel letto dell’infermeria della scuola e accanto a me c’è un dottore e tre infermiere.

<<Signorina Ipek si è svegliata.>>
<<Dottore cos’è successo…>>
<<Ora si è stabilizzata deve stare in assoluto riposo per la sua condizione lei è incinta di tre settimane.>>
<<Ho un altro figlio e devo lavorare sono da sola e non ho nessuno su cui poter contare qui.>>
<<È tardi per abortire e ormai è rischioso fare quest’operazione il bambino è ormai formato.>>
<<Non ho intenzione di fare una cosa del genere.>>
<<Adesso è meglio che vada a casa a riposare ne ha bisogno sia per lei e sia per il bambino che porta in grembo.>>
<<Avrò degli esami da effettuare immagino.>>
<<Adesso non si preoccupi di questo e comunque starà sotto la mia supervisione sarò io a seguirla per tutta l’intera gravidanza ma volevo chiederle una cosa.>>
<<Si mi dica.>>
<<Dov’è il padre del bambino?>>
<<È andato via non stiamo più insieme ma prima di scoprire di essere incinta.>>
<<Ha provato a contattarlo?>>
<<Certo ma non è servito a nulla.>>

Finito di parlare vengo accompagnata prima all’asilo per prendere Chaniel e dopo a casa.
Dopo circa mezz’ora qualcuno suona al campanello.
Non faccio in tempo neanche ad alzarmi che Chaniel corre ad aprire la porta.

<<Ciao chi sei…?>>
<<Ciao piccolo dov’è la tua mamma?>>
<<È sdraiata sul divano.>>
<<Posso entrare?>>
<<Devo chiedere alla mamma…>>
-
<<Tesoro chi è alla porta?>>
<<C’è un signore…>>
<<Fallo entrare.>>
-
<<Buongiorno scusatemi molto per il disturbo ma ho saputo della notizia.>>
<<Salve di nuovo…>>
<<Posso aiutarla in qualche modo?>>
<<In questo momento non saprei ma la ringrazio lo stesso ma il suo nome…?>>
<<Sono Bulut il figlio della preside dell’università che lei frequenta.>>
<<Piacere di conoscerla.>>
<<Il piacere è tutto il mio ma possiamo darci del tu?>>
<<Certamente.>>

Passano cinque mesi da quando ho scoperto di aspettare un bambino e in tutto questo arco di tempo Bulut è stato al mio fianco e non ha mai mollato me e Chaniel.
Bulut ama stare con i bambini e con Chaniel ha costruito un bel rapporto come tra padre e figlio.
Non ho detto ai miei nonni quello che è successo per non farli preoccupare, certo sanno della mia rottura con Damian, dell’incidente e che aspetto un figlio da lui.
Ho detto loro che sto bene ed è vero ma non ho trovato la necessità di raccontargli il “piccolo incidente”, cioè che sono svenuta all’interno dell’università.
Io e Bulut ci stiamo frequentando e il nostro rapporto sta diventando sempre più forte ogni giorno che passa.
Non vivo più in nella casa d’affitto ma bensì con Bulut.
I miei nonni non sanno di Bulut perché vogliamo fargli una sorpresa durante le vacanze, andremo a trovarli.
Il tempo passa così velocemente che presto arrivano le vacanze e anche quest’anno sono riuscita a terminare il secondo anno con ottimi voti.
Nonostante tutto quello che mi è successo ho continuato a studiare duramente e sto mettendo tutto il mio impegno per riuscire a terminare l’università.
Bulut mi ha chiesto di sposarlo e ho detto di sì.
Ci sposeremo qui negli Stati Uniti e i nonni ovviamente saranno al nostro matrimonio.

Le emozioni del matrimonio sono uniche, ma quale donna non ha vissuto momenti di ansia nei mesi e nei giorni che hanno preceduto il proprio evento alzi la mano.

Il matrimonio è uno degli eventi più importante della vita, forse il più importante e per qualcuno certamente lo è.

Questo implica paure, perché in un giorno così importante, il desiderio di chiunque è che tutto sia perfetto.

Lo stato di salute, l’aspetto del viso, la forma fisica, i capelli, il trucco, l’abito, tutto deve essere perfetto e tante sono quindi le preoccupazioni che nutre una futura sposa nei mesi che precedono il matrimonio.

Il matrimonio è certamente un momento unico, ma questo non vuol dire necessariamente che bisogna viverlo con ansie e preoccupazioni.

Il giorno del matrimonio è un susseguirsi di emozioni forti vissute dagli sposi in prima persona, ma anche dagli invitati, tutti si sentono partecipi di un sogno contribuendo alla riuscita di un evento indimenticabile!

Innamorarsi in un posto inaspettato[ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora