Capitolo 3. prometto

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La sveglia segna l'inizio della mia fine.

La cerco intenta a fermarla,solo dopo aver vagato con la mano sul comodino,mi rendo conto che non si trova lì.

Ma dove diamine..sgrano gli occhi quando mi accorgo che la sveglia è dalla parte opposta alla mia, sotto alla scrivania,bella genialata Angus.

Giuro che questa me la paga.Cerco di far smettere quellallarme con un suono delicato,paragonato allo stesso di un concerto metal.Appena mi giro,la porta è aperta e appoggiato al muro troviamo un raro esemplare di un gattino sperduto intento a non ridermi in faccia.

"Ammettilo sono un genio"alla fine scoppiò a ridere,causata dal mio sguardo fulmineo.

"No, hai appena segnato la tua condanna"Rispondo con un sorriso,dirigendomi verso di lui per sbattergli la sveglia sul petto e di seguito superarlo per andare nella sala principale.

"Buongiorno signorina"Mi fermai sulla soglia incredula,tutti in coro seduti per la colazione si volsero a me.Era la seconda volta che lì vedevo tutti insieme in un momento di sola pace. la presenza di tutti solitamente significava solo dover confrontarsi di problematiche o per un evento indimenticabile.

Oggi era il grande giorno.

Il giorno in cui sarei partita e chissà per quanto tempo non sarei tornata.

"Eris, sveglia" Margarette era di fronte a me, che mi porgeva..un regalo?Lo presi e iniziai a scartare la carta del mio colore tanto amato.All'interno c'era una spilla con un simbolo strano e una pietra di smeraldo al centro.

"Questo è il simbolo della tua famiglia,Eris,portala sempre con te,ti proteggerà e sarà un modo per portarci con te."Margarette terminò la frase con gli occhi lucidi,come se mi stesse affidando la cosa più importante che potesse darmi.

La colazione insieme era stata meravigliosa,ma il tempo era poco e io sarei dovuta partire a breve.Ormai indossata l'uniforme,spostati i capelli verso l'indietro e messo in evidenza il cimelio di famiglia, sapevo che era ora di lasciare la casa che tanto ho amato.

___

Per arrivare all'altezza di Ice dovetti inginocchiarmi, non smetteva di piangere sulla mia spalla,cercavo di rassicurarlo promettendogli che sarei tornata il prima possibile e che non me ne stavo andando per sempre.

all'età di soli 7 anni aveva la continua paura dell'abbandono,dopo la perdita della madre aveva compreso che in ognuno di noi era posseduta una clessidra con tempo indeterminato.Credeva che i miracoli consistevano nel ribaltare la clessidra in un momento drastico, cosa che però non era avvenuta il giorno della sua nascita.

Di lei gli rimangano i ricordi dei capelli lunghi biondi come il sole e le mani fredde che lo avvolgevano per l'ultima volta.

"Ice ci vedremo presto,nel frattempo non crescere troppo,non voglio che al mio arrivo ritrovo una copia di Liam"Asciugai le sue lacrime con un fazzoletto in stoffa e gli misi al collo una catenina in argento con un anello usato come ciondolo con una gemma celeste.

"Quando sarai triste guarda l'anello e pensa al cane di miss Calibor" Gli diedi un bacio sulla fronte rialzandomi dal pavimento.

"Ehi,non mi saluti?"

"Certamente Liam, dopo la genialata di sta mattina sicuro,in qualsiasi caso ci vediamo tra due giorni,senti già la mia mancanza?"Ci guardammo per due secondi e poi lo abbracciai sussurrandogli nell'orecchio " Voglio che solo tu legga il nome della mia rosa".

"Prometti?".
"Prometto".

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 10, 2023 ⏰

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