28 - @Fraggie91

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L'ADDIO AL NUBILATO di Fraggie91

Io, Marika e Jolie siamo migliori amiche dai tempi dell'asilo, fin da bambine siamo sempre state tranquille nel nostro paesino fino all'arrivo di Asia, la fidanzata di un amico della compagnia con cui ci ritroviamo qualche volta

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Io, Marika e Jolie siamo migliori amiche dai tempi dell'asilo, fin da bambine siamo sempre state tranquille nel nostro paesino fino all'arrivo di Asia, la fidanzata di un amico della compagnia con cui ci ritroviamo qualche volta. Quest'ultima ha sempre voluto trascinarci in eventi fuori dal comune, anche se noi tre non abbiamo mai accettato.

Finché un giorno annunciai che mi sarei sposata e per non fare torto al nostro amico, le altre invitarono Asia al mio addio al nubilato.

Come si poteva immaginare dal suo chiassoso: «Vedrete sarà un'esperienza fantastica! Non ve ne pentirete!» aveva già deciso che avrebbe preso mano all'organizzazione mentre Jolie e Marika si guardavano perplesse e poco convinte.

Il giorno del mio addio al nubilato arrivò così presto che non ebbi neanche il tempo di realizzare che a breve mi sarei sposata. Erano le 05.30 del mattino e non avevo idea di dove mi avrebbero portata, si erano introdotte in casa nostra, bendandomi e senza avvisarmi. Infatti il mio fidanzato si era arrabbiato poiché aveva programmato di dormire fino a tardi, essendo l'unico giorno in cui poteva riposare. Mi sentii spingere su di un auto ancora con la camicia da notte in raso bianco addosso, avevo chiaramente sentito ridacchiare qualcuna ma non avevo dato peso al contrario delle mani che sentivo toccarmi togliendo ciò che stavo indossando.

La macchina si fermò dopo un bel po' di tempo, mi aiutarono a scendere mentre c'era sempre qualcuna che rideva, mi stava passando per la testa che potevo essere vestita con qualche abito buffo oppure al benda poteva farmi sembrare tale per far ridere di gusto le persone. Una voce femminile mi rivolse la parola chiedendomi come stavo e se ero pronta a scoprire che avventura mi aspettava. Non feci in tempo a rispondere che mi sentii spintonare e quasi mi ritrovai con la faccia sul pavimento.

«Mi scusi non l'ho vista!» Mi rivolse la parola una voce maschile mentre sentivo la sua mano dietro la mia schiena che cercava di alzarmi.

«La ringrazio»

«Si figuri!»

Non sentii più quel dolce tocco su di me, perciò immaginai che poteva essersi incamminato dopo averlo ringraziato. Cercai di muovere le mani per afferrare qualcosa e mi accorsi che le risate erano cessate da parecchio. Chiamai più volte le ragazze per nome ma non ricevetti nessuna risposta. Cercando di spostarmi udii di nuovo quella voce maschile che stavolta agitata mi stava urlando di spostarmi dalle strisce gialle.

Ma sono in stazione! Come avevo fatto ad arrivarci? Ma soprattutto dov'erano finite le altre? Pensai preoccupata.

Finalmente toccai una panca e mi sedetti sopra, volevo capire che cosa stava succedendo, perciò mi levai la benda dagli occhi. Ero da sola nella stazione dei treni della città vicino al mio paese, cercai di girarmi ma nessuna delle ragazze sembrava esserci.

A sto punto provo a cercarle fuori! Pensai mentre frugando nelle tasche trovai un biglietto:

Cara Vane, Il gioco comincia da adesso! Abbiamo pensato che ti potesse piacere un Escape Room. In stazione abbiamo lasciato qualche indizio, cercali e raggiungici appena avrai trovato il secondo biglietto.

Non posso crederci! Hanno deciso di farmi questo brutto scherzo e piantarmi da sola, senza dirmi niente, chissà che poteva succedere se non avessi deciso di controllare la tasca. Pensai con rabbia ed avviandomi nel sottopassaggio.

Finalmente dopo qualche minuto trovai il secondo biglietto, lo avevano nascosto nei bagni della stazione e stavolta veniva indicato il luogo e l'orario in cui mi sarei dovuta recare per incontrarle. Approfittando dell'occasione andai al gabinetto, passando davanti allo specchio del lavandino e osservai come mi avevano conciata. I capelli castani spettinati, senza trucco, la canottiera di seta bianca e sopra una gonnellina di organza bianca con un fiocco come cintura. Ai piedi notai solo in quel momento che mi avevano infilato le scarpe da ginnastica di un bianco perlato. Scoppia a ridere con il rischio di farmela addosso.

Sistemata come potevo uscì dalla stazione e mi incamminai verso il luogo descritto nel biglietto, ad un tratto notai da lontano una figura che somigliava a Jolie e cercai di rincorrerla, arrivata nei pressi di un grande edificio vidi anche Marika, mi pareva bizzarro trovarle in un luogo diverso da quello indicato così mi cercai di avvicinare senza farmi notare.

In quel momento sentii una presa sulle spalle e girandomi di scatto vidi che era Asia, sempre con il suo sorriso stampato in faccia.

«Che ci fai qui? Hai sbagliato tutto!» Mi disse imbronciata. «Non era ancora pronto, dovevi farti trovare alla fontana e da lì saremo venute qui.» Poi si rivolse alle altre mentre si stava avvicinando. «Vi siete fatte seguire e adesso non è più divertente!»

Continuavo a non capire che cosa stava accandendo, fino a quando Asia smise di ridere, venne da me e strattonandomi mi spinse dentro all'edificio facendomi cadere giù da tre scalini. Ancora stordita per la caduta e tutta ammaccata potevo sentire le ragazze fuori che ridevano di gusto. Poco dopo vidi Asia con un ghigno chiudere la porta da cui mi aveva spinta.

Adesso l'incubo era reale, stavo affrontando una vera Escape Room e dovevo cavarmela da sola se volevo uscirne.

Cercai di alzarmi per osservare meglio ciò che avevo davanti a me, sia a sinistra che a destra c'era una lunga transenna di metallo situata sopra ad un lungo corridoio contro il muro, non si poteva vedere la fine ma sapevo che dovevo scegliere una delle due per cercare un uscita.

Partii dalla destra, camminando molto lentamente, cadendo mi ero fatta male alla caviglia e cominciavo ad avvertire del dolore. Mano a mano che andavo avanti le luci del corridoio si accendevano mostrando un luogo sempre più cupo e rovinato. Ormai non saprei quanto fosse passato ma ero arrivata alla fine di quel labirinto, contenta di aver percorso la strada giusta girai a destra e mi trovai un vicolo cieco.

Purtroppo in quel luogo non c'era illuminazione, non avendo con me neanche il telefono cercai se poteva esserci qualche manopola di uscita, purtroppo invano. Rassegnata tornai indietro e vidi un foglietto che prima non avevo notato sullo corrimano in acciaio. Il biglietto sembrava essere molto vecchio anche se si simile a quelli che mi avevano lasciato.

Sul foglietto c'erano queste parole:

Non fidarti mai delle amiche, fidati del tuo sesto senso, da questo posto non puoi uscire, torna indietro.

Deglutì e corsi verso l'altra parte del corridoio, ormai non mi importava più se la caviglia si sarebbe rotta, volevo uscire da questo posto e tornare a casa mia.

Passai davanti alle scale da cui ero caduta, volsi lo sguardo al portone e vidi una figura che stava scendendo, mi prese il panico e corsi fino alla fine del corridoio, molto più corto dell'altro. Anche qui era tutto chiuso, lo stesso biglietto rovinato era poggiato stavolta sul pavimento e su di esso c'era scritto:

HAI PERSO!

  

  

Sfida di scrittura creativa 1.0 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora