42 - @lauraawrt

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Lista 42

VERSO LA LIBERTA' di lauraawrt

Quando facevo il bagno, mamma mi ripeteva sempre che tenere la testa sott'acqua troppo a lungo era pericoloso, ma non mi aveva mai detto il perché

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Quando facevo il bagno, mamma mi ripeteva sempre che tenere la testa sott'acqua troppo a lungo era pericoloso, ma non mi aveva mai detto il perché. Si limitava a squadrarmi con la sua solita espressione severa, spiegandomi che un giorno, quando lei non ci sarebbe più stata, forse l'avrei capito. Ma io volevo saperlo subito. Non riuscivo a capacitarmi di come una cosa tanto innocua quanto l'acqua, fonte di vita e di rinascita, potesse diventare improvvisamente così pericolosa. Allora avevo fatto sì che diventasse il mio piccolo atto di ribellione. Quando mamma mi faceva arrabbiare, o quando Marieke non mi acconciava i capelli nel modo giusto, strillavo che avrei tenuto la testa sott'acqua per un giorno intero, e che loro non avrebbero potuto fare niente per impedirmelo.

Ma non avevo mai avuto realmente il coraggio di farlo. Finivo sempre per trovarmi sdraiata a pancia in su nella vasca da bagno, con la testa che sfiorava l'acqua e le mani che si reggevano saldamente al bordo, mentre respiravo profondamente per assicurarmi che sarebbe stata una questione di secondi, prima che mi fossi decisa a immergermi completamente. Ma fallivo sempre. L'idea dell'ignoto mi toglieva il respiro. Mi alzavo in piedi con le lacrime agli occhi e correvo tra le braccia di mamma, con le guance rigate e la promessa che da quel momento sarei stata una brava bambina. Non avevo il coraggio di disobbedirle, perché la sua figura era il mio unico punto di riferimento.

Pensavo che mi volesse bene veramente. Pensavo che le sue eccessive carezze e le sue lusinghe, alternate ai suoi modi bruschi e alle sue minacce, fossero solo un modo per proteggermi. Ma il giorno del mio tredicesimo compleanno, Marieke mi aveva detto la verità sulla Prigione. Avevo iniziato a chiamare così casa nostra, da quel momento. Avevo preso a considerare la siepe fiorita e curata come un confine invalicabile, che quotidianamente minava la mia libertà. Il maestoso cancello di ferro per accedere alla villa aveva iniziato improvvisamente a sembrare alto come le mura di un carcere, e le dolci pianure puntinate di meravigliosi fiordalisi blu che scorgevo dalla finestra di camera mia erano diventate il simbolo di una libertà troppo distante da me.

Marieke, che conosceva mamma da tanti anni, mi aveva raccontato che la sua mente a volte funzionava in maniera diversa dalla nostra, che le sue paranoie erano infinite e che lei era convinta che segregandomi nella villa mi avrebbe per sempre tenuta al sicuro dalla morte e dai pericoli del mondo esterno. Mi aveva spiegato che quando mamma mi faceva mille raccomandazioni perfino per le cose più banali non si trattava di semplice prudenza, e quando di notte la sentivo gridare che non voleva restare sola, in realtà non si trattava solo di un brutto sogno.

Quando mamma aveva scoperto che Marieke mi aveva detto tutto, aveva deciso di licenziarla, con la scusa che ormai non aveva più bisogno di una governante, dal momento che ero diventata grande. E così ogni mio contatto con il mondo esterno si era improvvisamente interrotto.

Sfida di scrittura creativa 1.0 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora