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"Che stai facendo... Non rovinare la mia performance!!" Disse prima che Smith lo spinse poco distante.

"Risponda alla domanda! Da quanto dormite in stanze separate?" Ripeté incalzandola.

"Da alcuni anni... Ormai..."Rispose la signora guardandola negli occhi. " Ma lei...Come lo sa?"

"Quando sono andata in bagno, la prima volta che sono venuta qui! Ho fatto un giro della casa e alcune domande." Fu la sua unica risposta.

"Capisco..." Sul volto pallido della donna si formò un'espressione triste.

Cominciò a raccontare che tra loro ormai le cose non andavano più, il marito la tradiva con donne più giovani. Ammise che all'inizio soffriva molto per l'infedeltà via del marito, ma poi finì per abituarsi... O meglio, era stata costretta.

Ormai non si amavano più e erano giunti ad un accordo, vivere come estranei in casa e fare la coppia innamorata in pubblico per evitare lo scandalo ma a lungo andare tutto quel fingere la stava uccidendo, la notte non dormiva, il giorno si sentiva sola e triste.

Ma poi un giorno accadde qualcosa tra lei e il suo assistente... E i due iniziarono segretamente una relazione che ancora durava. La signora Brown iniziò a piangere, ma Kaylee sapeva che non era stata lei ad uccidere il senatore.

"Mi spiace signora Brown..." Disse Victoria dispiaciuta.

"Ok... E allora? Se non è stata lei e neanche il suo assistente... Chi è stato?" Chiese Wilson infastidito. Stava accadendo esattamente quello che temeva, la bionda lo avrebbe schiacciato. Kaylee lo guardò per poi rispondergli.

" L'oggetto che abbiamo trovato l'altro giorno nell'ufficio dell'onorevole!"

Wilson la guardò confuso mentre lei indicò la tasca dicendogli di controllare. Wilson lo fece e tirò fuori un piccolo oggetto di metallo e subito lo riconobbe.

"Cos'è?" Domando uno dei presenti.

"Quando io e Wilson siamo tornati per controllare di nuovo lufficio di Brown, sotto la scrivania in un piccolo angolo, si trovava questa spilla." Rispose Kaylee sicura, quando venne mostrata ai presenti, uno in particolare sbiancò.

" Il detective Wilson mi stava dicendo che quel genere di spille le portano gli autisti privati, i signori danno loro quelle spille in modo da essere riconosciuti come gli autisti di tale persona." E con quelle parole tutti si voltarono dalla parte dell'uomo in divisa.

"L'onorevole Brown è morto per accoltellamento, ma l'arma non è stata trovata insieme al cadavere! Se avessero fatto caso alla scrivania, mancava solo un oggetto! Un qualcosa che viene usato per aprire le lettere." Continuò Kaylee.

La bionda guardò l'uomo davanti a lei, poteva leggere la sua colpa negli occhi scuri.

"Il taglia carte è ancora nella sua divisa, vero?" Ormai scoperto, lautista tirò fuori larma.

Sembrò quasi rasserenato nel raccontare di come veniva trattato, di come dovesse aspettare le ore in macchina mentre Brown si divertiva con le sue amichette e di come non avesse più una sua vita.

Dava la colpa a Brown se la moglie dell'uomo era andata via di casa portandosi le due figlie e dopo averlo rovinato portandolo alla solitudine, aveva anche intenzione di licenziarlo buttandolo in mezzo alla strada. Raccontò che inizialmente era andato nel suo ufficio per parlare ma lonorevole lo aveva deriso chiamandolo unitile e patetico, fregandosene della sua dignità, calpestandola come fosse nulla.

Quindi, preso dalla rabbia afferrò di scatto il taglia carte e dopo una piccola colluttazione lo aveva pugnalato a morte. Quella rivelazione aveva lasciato l'amaro in bocca, un uomo distrutto dall'egoismo di un altro uomo.

L'autista venne arrestato, portato via senza un minimo di empatia, lui era la vittima trasformata in carnefice... Il vero carnefice era morto... E la vedova era libera, ma doveva comunque vivere con il fantasma di suo marito. Tutto quello finì nell'arco di pochi giorni, smisero di parlarne, ormai non interessava più a nessuno... L'assassino era stato consegnato alla giustizia e la povera vittima vendicata.

Wilson, Evans, Smith e O'Connor si trovavano nell'ufficio dei primi due.

Wow... Questo caso è stato assurdo... Commentò Evans esausto.

"Non parliamone più..." Disse Wilson sconfortato.

"Bene! Visto che abbiamo finito, ti aspetto all'hotel verso le 20:00!" Disse Smith mentre indossava il cappotto.

"Alle 20? Per cosa?" Domandò Wilson confuso.

"Per la cena che mi offrirai questa sera per ringraziarmi." Ribatté Kaylee

"Ringraziarti di che?"

"Ne parliamo a cena! Non fare tardi, mi raccomando alle 20 precise sotto il mio hotel!" Detto questo le due donne andarono via.

"... Chi la capisce quella..." Sbuffò Thomas infastidito.

Evans sorrise. "Portale dei fiori!"
Di tutta risposta Wilson fulminò l'amico con lo sguardo e dopo aver sbuffato di nuovo, prese la sua roba e si diresse verso casa per prepararsi ma non prima di essere andato a prendere i fiori.

Fine.

un caso per dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora