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"Non le rimane molto tempo"

All'udire di quelle parole, ricordo ancora quanto piansi disperata tra le braccia di Hanako, stringendolo a me, impaurita.

Salve, sono Nene Yashiro, studentessa dell'Accademia Kamome, una ragazza dal forte carattere, piccola sognatrice di relazioni amorose, sempre innamorata dei bei ragazzi che le capitano davanti. Sarebbe stata una delle mie solite giornate lí all'accademia: seguire le lezioni, mangiare il mio bento con Kou, e poi andare a pulire il bagno da Hanako. Fin quando uno dei tre membri del mistero numero uno, non scappò e seminò caos per tutta l'accademia. Il mistero numero uno, era un mistero particolare, non era una sola persona ma era un complesso di tre membri ognuno con un potere di funzione diversa. Il primo era in grado di riavvolgere il tempo, quindi di tornare nel passato, il secondo sapeva stoppare il tempo, mentre il terzo, o meglio dire la terza, era in grado di fare accelerare il tempo, così velocizzando il ciclo di vita di oggetti e persone. Quel giorno la terza membra era scappata dal dominio dei tre, seminando il caos tra gli studenti. Hanako, Kou, Akane e io ci ritrovammo a occuparci della situazione. Tutto era calmo, stavamo escogitando un piano per attirare la piccola spirita, fin quando non mi vení in mente uno scenario a me familiare. Sbattei il pugno sul palmo della mano, vittoriosa di aver avuto un idea strabiliante, mentre hanako, kou e akane mi guardavano confusa, così io li guardai trionfante e dissi: "Potremmo usare delle esche, come delle caramelle, per attirare Mirai, usavo questo metodo con Inferno Bianco quando scappava dalla sua gabbietta!" Esclamai tutta pimpante, vedendo il capo di Hanako annuire più volte. Akane mi guardava scettico, indeciso sul da farsi, io aspettavo risposta. Alla fine tutti accettarono, in lontananza vidi il settimo mistero dire qualcosa a Kou sotto voce, ma non ci feci molto caso. Mettemmo in atto il piano, le caramelle erano ben posizionate creando così una scia che portava in una piccola stanza vuota, dove io e i miei complici ci saremmo nascosti sotto degli scatoloni. Akane sbuffava scocciato, io gli ripetevo di essere paziente, quando stava per arrendersi, il cigolio della porta ci zittí, piccoli passi si udirono accompagnati da una voce bambinesca canticchiare una allegra melodia. Il rumore della busta di caramelle si fece chiaro, tutti uscimmo dal nostro nascondiglio, e Akane acchiappò la piccola combina guai. "Presa! Mirai, piccola combina guai, perché sei scappata?" Chiese furioso il rosso. La bimba piagnucolò, agitandosi per cercare di liberarsi dalla presa ferrea del ragazzo. "Mi annoiavo! Il dominio é sempre così monotono, non ho nulla da fare lí!" Protestò la piccola. Akane sbuffa:"Ora ritorneremo nel dominio birbantella." Disse furioso il rosso. La bambina piagnucola nuovamente: "Fammelo fare un'ultima volta almeno" Disse per poi sfuggire alla presa del ragazzo. Salto in alto, adocchiando ognuno di noi. "Mhh vediamo chi toccare... tu sei perfetta! Chissà quanto carina sarai da vecchietta!" Cantilenò la bambinella, slanciandosi verso di me. Mi bloccai, non sapendo cosa fare, Hanako cercò di prendere la spirita, Kou impugnò il suo cimelio, cercando di scacciarla via dalla mia traiettoria. La bimba mi toccò, qualcosa mi percosse, il capo mi gira, le gambe cederono. Caddi a terra, con il fiato corto e il cuore batteva irrequieto. La spirita dinanzi a me mi guardava confusa, poggiando un dito sulle sue morbide labbra. "Perché non ti sei trasformata?" Si chiese con voce dolce quasi giocosa, guardandomi confusa. Io la fissavo senza capire, faticando a capire le sue parole. Hanako rimase immobile, fissando la mia figura stanca sul pavimento freddo, terrificato da ciò che stava per avvenire, perché lui sapeva, lui sapeva tutta, ma non si era mai preoccupato di raccontarmi. Akane impallidì, Kou faceva passare lo sguardo da me ad Hanako, cercando di capire cosa sia successo. Il sorriso dalle labbra della piccola spirita scomparì, facendomi paura. "Non é che forse..." Disse in un sussurro sorpreso la bimba senza continuare la frase, Akane la affiancò, poggiandosi una mano sul fianco, mentre con l'altra teneva in mano il suo orologio da tasca, fissandomi dispiaciuto. "...Non le rimane molto tempo." Disse in un sussurro amareggiato, cercando di non guardare il mio volto sconvolto, in fase di elaborazione. Hanako si avvicinò a me, abbracciandomi forte, accarezzandomi la schiena. Io rimasi ferma immobile, sconvolta dalle parole appena uscite dalla bocca di Akane, con gli occhi spalancati dalla notizia, il corpo che tremava impaurito, le lacrime che sgorgavano intrepide dai miei occhi. Il respiro breve, mentre stringevo la giacca di Hanako, in cerca di capire come sia stato possibile tutto questo. Kou era lì immobile a fissarmi, io guardavo il vuoto, i miei occhi erano spenti, senza il loro solito bagliore. L'esorcista cadde sulle ginocchia, lasciando la presa sul suo cimelio, lasciandosi andare allo sconforto e al dolore, accovacciandosi al terreno imponente, consapevole di non poter aiutare la sua senpai.

Tossisco, ormai ultimamente é sempre così, la mia tosse si é fatta sempre più forte e costante, insieme agli altri sintomi che ho iniziato a manifestare. Da quel giorno, non voglio farmi vedere debole agli altri, così affronto le mie giornate scolastiche con il sorriso, mi comporto normalmente, quando dentro di me sento che sto per morire. Ogni notte piangevo, pensando che per me non ci sarebbe stato futuro, tutte le cose che avevo sempre desiderato fare erano andate in frantumi, i miei sogni, le mie ambizioni, tutto era distrutto. Per quanto avrei vissuto ancora? Mi chiedevo spesso, per poi sospirare e lasciar perdere. Sarebbe capitato per forza, che serviva disperarsi? Tanto valeva vivere a pieno l'arco di tempo che mi rimaneva. Quella mattina sarei dovuta andare a scuola, il mio umore non era la massimo, erano giorni che non riuscivo a dormire decentemente, così due grandi occhiaie si erano formate sotto i miei occhi. Vado in bagno, mi sciacquo il viso con acqua gelida per svegliarmi meglio, fisso la mia figura allo specchio, toccandomi una delle mie due guance pallide. Gli occhi stanchi, le occhiaie ben marcate, il viso sciupato e un po' magro, l'appetito mi passa velocemente nell'ultimo periodo, ho perso un po' di chili, assumendo cosí un aspetto poco presentabile, sospiro affranta, distogliendo il mio sguardo dallo specchio, uscendo dal bagno. Indosso la solita divisa, prendo il mio zaino, e mi dirigo all'accademia. Come ogni mattina all'entrata vedo Kou, che mi chiede come sto e le solite domande di controllo. A scuola provo a trattenermi dalle mie crisi malarie, o almeno se proprio devo liberarmi provo a lasciami andare in posti appartati. Oltre alla tosse violenta, perdevo spesso appetito, vomitavo, capogiri e mal di testa erano ormai di routine. Seguo le lezioni, la gola mi é secca, la voglia di tossire e liberare quella tosse grassa é troppa, ma resisto. Il Sensei finisce di spiegare, ci saluta ed esce. Corro in bagno, non in quello del mio piano, ma in quello del vecchio edificio dove giace lo spirito di Hanako. Non dovrebbe essere lí, mi aveva detto che sarebbe andato con Kou da qualche parte, ma che sarei dovuta andare comunque lí nel pomeriggio. Spalancò la porta, la richiudo alle mie spalle, la gola mi si chiude, respirare mi viene difficile, riporto una mano alla gola sperando in qualche modo di facilitare la respirazione, arrivando a poggiarmi a una dei lavandini là presenti. Il respiro non migliora, la gola brucia, la tosse comincia a partire vivida non permettendo di fare passare quel poco respiro che c'era. I miei lunghi capelli grigi mi ricadevano sul volto, respiravo affannosamente, cercando di prendere più ossigeno possibile tra i violenti colpi di tosse. Sento qualcuno entrare, non so chi sia e non mi interessa al momento, poi sento qualcuno poggiare una mano sulla mia schiena, e cercare di aiutarmi a respirare. «Yashiro! Cosa hai!?» Chiese impanicato il ragazzo, non sapendo cosa fare. 'Hanako-kun..' Penso. Cerco di parlare, di rassicurarlo, ma la gola mi brucia, e la tosse impedisce alle mie parole di uscire. Il mio Kohai mi fa cenno di non proferir parola, vedendo la mia difficoltà nel parlare al momento. Hanako mi mette una mano sulla spalla, Kou mi porge un bicchiere d'acqua. La tosse si fa sempre più tenue, il respiro ritorna lento, la gola é secca e ardente, ma ora riesco finalmente a respirare decentemente. Riporto una mano sul collo, respirando lentamente riprendendo il controllo della respirazione, socchiudendo gli occhi. Hanako mi guarda addolorato, Kou mi guarda preoccupato, impietosito delle mie condizioni. Per favore, non guardarmi così, non guardarmi con pietà. Non voglio essere guardata e trattata come se fossi qualcuno che abbia bisogno costantemente di attenzioni e di essere controllata. «Senpai! Ma si può sapere cosa é successo?» Chiese agitato Kou. Resto in silenzio, girandomi i pollici, non volendo rispondere. «É per.. il tempo che ti rimane vero?» Chiese con voce inclinata il moro guardandola triste. Kou si zittisce, guardandomi. Io abbasso il capo, comprendo il mio volto con i miei capelli. «Da... da quanto tempo va così?» Chiese questa volta l'esorcista in un sussurro. Tengo abbassato il capo colpevole, avevo promesso loro di dirgli qualunque malore avessi, ma non l'ho fatto per non preoccuparli. «Da qualche mese.» Dissi secca, guardando le piastrelle del bagno. Hanako stringe i pugni, kou mi guarda senza parole. Riprendo la mia borsa, e la sistemo meglio su di me. Me ne vado, non me la sentivo di stare in loro compagnia al momento. Apro la porta chiudendomela alle spalle, cercando di trattenere le lacrime, che debole che sono stata, Yashiro Nene lasciare che le persone a lei più importanti la vedessero soffrire? Ma per favore... Stringo i pugni, mi mordo il labbro inferiore, aumentando il passo verso la mia abitazione.

[Fino all'ultimo respiro]•HananeneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora