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Non mi sono fatta vedere e sentire per un paio di giorni all'accademia. Il mio telefono non smette di vibrare dalle notifiche, ma non ho la forza di rispondere o perlomeno vederle. Sono incollata al letto, troppo stanca per fare qualunque cosa, ma sotto ordine di mia madre, sono obbligata a ritornare a scuola. Mugugno infastidita, mentre mi alzo piano dal letto. Un capogiro mi colpisce, facendomi poggiare a una parete della mia stanza. Porto una mano alla testa, apro il cassetto del mio comodino, e prendo una di quelle pasticche per alleviare i dolori alla testa. Mi massaggio le tempie, cercando di alleviare più velocemente il fastidio, strisciando i piedi verso il bagno, per prepararmi per le ore scolastiche. Una volta pronta, esco, camminando per le fredde strade della città, in pieno inverno. Varco i cancelli dell'accademia sempre affollati dagli studenti, non guardo nessuno, mantenendo il capo basso, camminando a passo spedito verso la mia aula. Vedo il mio banco, pulito come al solito, sistemo la mia roba, e mi ci stendo sopra, guardando il paesaggio fuori dalla finestra, sono entrata presto, ho ancora un po' di tempo per rilassarmi prima delle lezioni.

Durante la ricreazione, molti dei miei compagni mi chiesero che fine avessi fatto, mi inventai qualche bugia per non raccontargli la verità, ridacchiando timida e cercando di troncare quelle conversazioni. Akane mi guardava da lontano preoccupato, ma ogni volta che mi accorgevo che mi stesse osservando, distoglieva lo sguardo facendo finta di nulla e si sistemava meglio gli occhiali al naso. Il Sensei, come sempre, prima di uscire ci saluta, sistemo la mie cose, e mi alzo dirigendomi verso il giardino della scuola. Era il mio posto sicuro, respirare l'aria pulita, prendersi cura delle piccole piantine coltivate e trattate con tanto amore, era una delle mie attività preferite. Ho legato i capelli, mi sono cambiata nello spogliatoio, indossando una salopette e una maglia a maniche corte, e comincio ad innaffiare i fiori colorati, annusandoli, sentendo il loro buono odore, oppure ammirandoli per le loro caratteristiche. Arrivo alla mia sezione preferita: le rose. Sono i miei fiori preferiti, per prima cosa sono il simbolo dell'amore puro e della bellezza, e per seconda, sono bellissime appunto. Possono avere vari colori, ma le rose rosse, rimangono sempre le più affascinanti. I loro petali rosso scuro, che variano di tonalità man mano dal gambo alle punte dei piccoli petali fragili. I loro gambi protetti da piccole spine appuntite che le rendono in alcuni loro punti intoccabili le rendevano così distanti ma anche così vicine. Sospiro, svegliandomi dalla mia breve trance, continuando ad innaffiare l'orto. Quest'estate prospetto un raccolto rigoglioso, chissà come sarà! Cammino tra le colture, osservandole una ad una, per poi sedermi per terra, in un piccolo prato la vicino, osservando la serra e l'orto. Una piccola brezza fresca mi scompiglia le piccole ciocche tagliate male. Chiudo gli occhi, godendomi la sua freschezza, fin quando non sento qualcuno affiancarmi. Apro un occhio, per poi richiuderlo. Mi pareva ovvio chi fosse, ma sempre meglio verificare. «Hey Yashiro..» Mi saluto timido il fantasma. «Hey Hanako!» Lo saluto con il mio tono felice, sorridendogli. Lui mi guarda, per poi distogliere lo sguardo triste. «Non c'è bisogno di fingere di stare bene con me Yashiro, lo sai.» Disse quasi sussurrando lo spirito. Mi sorprendo, guardandolo stupita, io sono felice quando sono con lui, perché dire tali parole? Lo guardo confusa: «Ma che dici, sono sincera, sono felice quando sono con te.» Dico seria. «Non dire scemenze solo per compiacermi o tenermi tranquillo, sulla.. sulla tua situazione insomma!» Fece lui agitato. Lo guardo leggermente irritata, ma lascio perdere. Dopotutto é comprensibile, non mi faccio sentire da giorni, scompaio così senza lasciare notizie dopo che mi hanno vista in una delle mie crisi, senza spiegazioni decenti. Mi passò una mano fra i capelli, sospirando. Hanako mi tiene sotto il suo sguardo diligente. «Solo per oggi, per favore, trattami come se non avessi mai avuto nulla, come se non stessi per poter morire da un giorno all'altro, come se fossimo ai primi tempi dove non avevamo nulla di cui preoccuparsi, nei quali passavamo il tempo spensierati. Quando ancora non sapevo nulla, e vivevo la mia vita più tranquillamente.» Lo prego, voglio riprovare quelle meravigliose sensazioni, di quelle che ti scalandano il cuore ogni volta che vedi la persona che ti piace, di quelle in cui sei veramente felice che non puoi far a meno che sorridere senza far scomparire il proprio sorriso dalle proprie labbra. Hanako mi guarda scettico, confuso della mia richiesta, ma non mi importa, voglio solo questo, fosse anche il mio ultimo desiderio. Poi annuisce, sospirando per poi guardarmi. «Cosa vorresti fare Yashiro? Che piante ti mancano da controllare?» Chiese curioso lo spirito. Sorrido, non posso farne a meno. Alzandomi e addentrandomi tra i campi seguita dalla figura del ragazzo dietro di me. Ridiamo e scherziamo, congiungiamo più volte le nostre mani, arrosendo imbarazzati, gli mostro le piante più belle, la serra all'interno, e gli faccio provare a piantare un piccolo seme. «Di che pianta é questo seme?» Mi chiese curioso, guardando il piccolo ovale tra le sue mani, come se fosse un importante cimelio. «É un segreto! Se te ne prenderai cura, magari se sarò ancora in vita lo scoprirai in mia compagnia!» Dissi ridacchiando, unendo le mie mani. Hanako fissa il seme, per poi scavare un fossa nella terra fertile, poggiandolo con cura, per poi ricoprirlo. Sono contenta, davvero sta volta, finalmente per una sera sono riuscita a liberare la mente e non pensare al futuro ma solo al presente. Sorrido entusiasta, ormai si é fatta sera, ma Hanako mi ha chiesto di rimanere ancora un po', voleva farmi vedere una cosa, così mi aveva detto per poi scomparire. Un Haku-joudai mi trova, girando intorno a me, esso mi spinge in avanti dalla schiena, obbligandomi ad avanzare. Cammino, seguendolo in silenzio. Fino ad arrivare sul tetto del vecchio edificio, dove trovo una coperta e un grande telescopio poggiato lí sopra. Sempre nelle vicinanze, intravedo Hanako fissare la grande sfera bianca che si prosta in cielo luminosa: la luna. Lo spirito se ne sta lí appoggiato alla ringhiera, fissando il cielo, incantato. Mi avvicino a lui, sfiornadogli la spalla, attirando la sua attenzione. «Eccoti Yashiro!» Esclama contento lo spirito, avvolgendo le mie mani con le sue. Ha un sorriso incantevole sulle sue labbra, mi guarda ammaliato. Ricambio la stretta, sorridendogli anch'io. Lui mi porta fino a quella coperta che avevo adocchiato prima, facendomici sedere. Sistema il telescopio, controllando che tutto fosse apposto. Dopodiché si tolse il capello, facendomi cenno di andare a vedere dentro l'occhiello dell'oggetto. Avvicinò la mia iride al piccolo buchetto, socchiudendo un l'occhio con cui stavo vedendo nell'occhiello, cercando di vedere meglio. Rimango senza parole, migliaia di stelle erano sparse in cielo, il quale presentava diverse sfumature tra cui alcune viola che rendevano la visione incantevole. Rimango a bocca aperta, non ho parole per esprimere quanto sia bello il cielo quella sera, Hanako mi guarda e sorride trionfante. Mi allontano dal telescopio, sempre fissando il cielo, mentre Hanako si stende sulla caperta, incrociando le sue braccia dietro al capo. «É... strabiliante.» Riesco a dire tra lo stupore. Lui sorrise più ampliamente, cominciando a indicare ciascun gruppo di stelle spiegandomi il nome della loro costellazione e altre curiosità. Si é fatto davvero tardi, ormai é buio, ma domani non c'è scuola, non c'è problema.
Finiamo per quasi mezzanotte, é stato fantastico, hanako mi accompagna al cancello dell'accademia, per poi salutarmi, ma prima mi volto e gli lascio un delicato bacio sulla guancia, lo vedo arrossire, ridacchio divertita, per poi correre tra le strade isolate della città, diretta contenta verso casa mia, canticchiando felicemente.

[Fino all'ultimo respiro]•HananeneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora