Capitolo 1 - Lily

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Freddo. Ecco cosa provo in questo momento dentro e fuori dal mio corpo mentre il vento mi scompiglia i capelli e il corpo si muove velocemente, alla ricerca di un calore che sembra non voler mai raggiungere il mio cuore.

Una metafora della mia vita, in fondo.

Due anni esatti qui a Boston, eppure, le sfumature rossastre delle albe di questo luogo mi appaiono sempre uguali mentre faccio jogging alle sette del mattino.

Questa città viene considerata il paradiso dei runner, gente che ogni mattina si alza all'alba e corre fino a rimanere senza fiato.

Persone che provano a sfuggire dal giorno che sta per iniziare, dallo stress e soprattutto dalla solitudine, ma che alla fine sono inevitabilmente costrette ad affrontare tutto ciò.

Esattamente come me.

Fra due ore sarò seduta in aula ad attendere la prima ora di lezione al campus universitario con al mio fianco Meg, la mia compagna di stanza.

Studio, esami, qualche festa, vacanze e poi ripetere... in quello che mi appare come un ciclo infinito senza via d'uscita.

Dio solo sa quanto vorrei correre via... per vivere, davvero.

Voglio qualcuno che mi tormenti e che mi ami.

Voglio vita.

Pensare a tutto ciò mi turba, a tal punto da farmi correre ancora più velocemente, come se stessi scappando da qualcosa.

Un passo dopo l'altro, provo a dimenticare tutti i miei pensieri più deprimenti.

Poi, all'improvviso, il fianco comincia a dolermi e mi blocco di colpo poggiando una mano su un albero a me vicino.

In pochi secondi, la fitta che mi ha colpito mi fa piegare in due.

Maledetto corpo che non riesce a stare dietro ai miei casini mentali!

Per distrarmi, mi guardo intorno e noto che come ogni mattina, il parco vicino al campus universitario è già zeppo di gente.

Alcuni stanno facendo sport, altri stanno bevendo un caffè seduti su una panchina, mentre leggono un giornale o un libro.

Altri ancora stanno passeggiando con il proprio cane.

Riconosco alcuni di loro, ovvero dei ragazzi che frequentano i miei stessi corsi.

Fra questi, mi imbatto nel volto di un ragazzo biondo che ho spesso incontrato a lezione o qui a correre al parco, ma mai alle feste delle confraternite o nei pub vicini al campus.

È molto carino, alto e biondo. Il suo corpo è asciutto e abbastanza muscoloso. Non è una di quelle bestie giganti che piacciono adesso, ma è un tipo un po' nerd che di sicuro non passa inosservato.

Tuttavia, ogni volta che lo vedo è quasi sempre solo e a lezione si siede sempre in disparte. Non l'ho mai visto con una ragazza o un ragazzo.

Chissà come si chiama, penso mentre non smetto di fissarlo. Sta facendo un po' di stretching a diversi metri di distanza da me.

Involontariamente, vengo all'improvviso beccata a fissarlo e per evitare una pessima figura, ricomincio a correre, anche se il mio corpo non si è ripreso del tutto.

«Che stupida!» mi lamento a bassa voce con me stessa, imboccando l'unico percorso che mi condurrà dall'altra parte del parco.

Se continuo a comportarmi come al liceo, non riuscirò mai ad avere una relazione decente in vita mia!

Gli sarò apparsa come una di quelle groupie idiote che stanno ferme a fissare in disparte la loro cotta per ore!

«Mi merito cinque ore di fila di Linguistica con il professor Watson!» biascico a bassa voce, senza fermarmi.

TormentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora