Torment

Capitolo 4 - Shane

Ogni volta che premo sull'acceleratore e il vento mi sferza sulla faccia, mi sembra di volare, cazzo. Ho lasciato quella fottuta festa dei Sigma Tau perché non potevo rimanere, dopo quello che è successo.

Ho incontrato una visione.

La ragazza più bella che abbia mai visto, una bella figa.

Solo che alla fine è arrivato quel coglione di mio fratello ed è andato via con lei.

Non so come cazzo facciano a conoscersi.

Mio fratello non può conoscere un angelo del genere, ma lui comunque non frequenta gli stessi giri che frequento io.

Le ragazze con cui esce al college non sono le puttane che mi aprono le cosce.

Lui frequenta brave ragazze, roba di lusso.

E quella bambolina è di serie A.

«Cazzo, cazzo, cazzo!» urlo come un esaltato mentre accelero con la moto, per le strade di Boston.

I lampioni, le case, i marciapiedi e le macchine, tutto mi sfreccia ai lati ma a me piace e voglio che non si fermi: amo sentirmi libero e questo è un modo per sfogare la mia rabbia.

Non ho avuto modo di parlare con quella ragazza, di chiederle neppure il suo nome.

Il fatto che sia andata via con mio fratello mi ha ferito, più di quanto io sia disposto ad ammettere, perfino a me stesso.

Corey ha sempre avuto cose di prima scelta, non come me... anche se si parla di donne. Come questa ragazza.

Non sapevo che lui di recente uscisse con qualcuno e non sapevo neppure che si vedesse con una sventola simile.

Accelero ancora e passo con il rosso.

Un automobilista strombazza e credo mi mostri il dito medio.

Fanculo.

Sono quasi le due del mattino e Corey non è ancora tornato. Non andrò a dormire finché non lo vedrò varcare questa porta.

Rimango seduto sul sofà del salotto, nella nostra immensa casa, con la sola luce di una lampada.

Rigiro il whiskey nel bicchiere che tengo nella mia mano e lo bevo.

Quanto dovrò aspettare, ancora?

Finalmente quella fottuta porta si apre, il portone di casa.

Intravedo una sagoma, dopo che lui ha parcheggiato la sua macchina.

«Shane» mi si rivolge con sorpresa, perché non si aspettava di vedermi in soggiorno.

Di solito, alle due del mattino sono ancora a qualche festa delle confraternite e non rientro che alle prime luci dell'alba.

«Torni sempre così presto, come i damerini?» lo sfido, ancor prima di cominciare.

Io e lui ci siamo sempre comportati così, è nella nostra natura.

Non mi risponde e mi fa valere una nullità, come sempre. Sfidato nell'orgoglio, mi alzo dal sofà e bevo di colpo tutto il whiskey, come un assetato.

«Hai accompagnato a casa quella bella figa? È troppo carina per stare con uno come te» lo sfido.

Succede qualcosa di strano.

Stavolta non è come tutte le altre volte.

Il volto di Corey si accende ed è come se volesse saltarmi addosso.

Deve piacergli davvero quella ragazza, porca puttana.

«Sta' lontano da lei» mi intima.

Ora capisco perché sono scappati via a gambe levate dalla festa.