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Vivienne
"People change, even Satan used to be an angel„

Gli occhi mi si spalancano al replay dell'incidente che coinvolge Max e Charles, talmente ostinati che nessuno dei due alza il piede. Siamo ad inizio stagione e questi due già si scontrano come titani.

Sospiro di sollievo vedendo rientrare Charles ai box, aspetto solo che si tolga il casco e il balaclava per abbracciarlo, lui mi stringe fra le sue braccia «È un coglione, doveva lasciarmi passare» mi sussurra nervoso, il suo corpo è teso come una corda di violino, la sua fronte, così come le sue sopracciglia e il suo sguardo emettono solo rabbia e frustrazione

«Hey ti rifarai» lo rassicuro sorridendogli «Ma per favore, non farmi più prendere spaventi del genere»

Lui annuisce lasciandomi un grosso bacio sulla fronte, come è solito fare ogni volta che mi fa preoccupare, tra lui e Arthur la vita mia e di mia madre è costellata di preoccupazione, ma impedirgli di correre significa tappare le loro ali e i loro sogni, sono rischi che si accettano, impari a conviverci fino a quando quella sensazione di terrore che attorciglia lo stomaco si fonde con te stesso ma senza mai scomparire.

«Arthur?» domanda guardandosi attorno confuso

«In bagno, si è perso tutto» gli sistemo i capelli in modo ordinato mentre beve, i tecnici, così come gli ingegneri aspettano solo il momento giusto per parlargli ma sembra non arrivare, e non a causa mia ma a causa di un biondo che entra a passo spedito nel garage

Max Verstappen, avvolto dall'ira, come un tornado che non ha intenzione di placarsi afferra mio fratello per il colletto della tuta, gli occhi puntati su di lui, come se i cameraman, i tecnici ed io non esistessimo «SEI PROPRIO UNA TESTA DI CAZZO!» sputa acido prima di essere preso alle spalle dal suo fisioterapista

«Vedi di non toccarmi Verstappen» commenta mio fratello fissandolo negli occhi, con un gesto della mano sembra dire di stare tutti indietro per poi risistemarsi la tuta, senza mai distogliere lo sguardo di sfida

È una scena surreale, due opposti, uno che emana solo rabbia e rancore, l'altro freddezza, lasciando il nervosismo chiuso in un cassetto, il torto se lo sono fatti a vicenda, è oggettivo, ma il modo di reagire è completamente diverso, agli antipodi.

Max riesce a liberarsi solo per un secondo, quel secondo basta per colpire mio fratello giusto in pieno setto nasale, istintivamente mi porto fra i due allontanando l'olandese, poggio le mani sul suo petto spintonandolo via «Stai lontano da questo garage. Bambino viziato.» lo guardo seria, arrabbiata, non mi volto nemmeno verso Charles, sentendo i passi delle persone alle mie spalle comprendo che se ne stanno già occupando «Cosa aspetti a portartelo via?!» sbraito addosso al suo fisioterapista che mi guarda come se stesse vedendo un alieno, Max mi fissa, fermo, confuso come se avesse toccato una fiamma per la prima volta e si fosse reso conto che brucia e fa male

Finalmente i due della RedBull se ne vanno, lasciando me libera di tornare da Charles, il quale si sta tamponando con un fazzoletto il sangue dal naso alternando un sacchetto di ghiaccio secco «Devi farti controllare» lo guarda serio Andrea Ferrari, il suo personal trainer e fisioterapista

«Non è nulla» risponde secco il monegasco prima di guardare me, con aria severa «Tu non metterti più in mezzo, chiaro? Se avesse sferrato un altro colpo ti avrebbe presa in pieno» non c'è rabbia ma solo consapevolezza che potevo mettermi in pericolo

«Stiamo parlando pur sempre di un essere umano pensante» gli rispondo osservandolo da vicino «Ti accompagno al centro medico, andiamo»

Dal retro entra Arthur, il quale ci fissa disorientato «Che mi sono perso?» domanda grattandosi la nuca con la mano sinistra

Io trattengo una risata mentre Charles lo liquida con un gesto della mano, suggerendogli che gliene parlerà dopo, lo sguardo del minore si tramuta in preoccupazione «Te ne parlerà Andre» il pilota Ferrari si alza e fa cenno a me di seguirlo

Insieme così ci avviamo verso il centro medico del paddock «Per favore, non avere mai più a che fare con Max, non più dello stretto necessario» mi avverte rompendo quello strano silenzio che si è creato, non comprendo però il motivo di tanto allarmismo «Non è un cucciolo ferito Viv, non è quel bambino della stazione di servizio»

«Charles credimi, non c'è pericolo» gli do una leggera gomitata per scherzare ma lui sembra serio, come se sapesse qualcosa che a me manca

«Promettimelo Viv» si ferma di colpo, ancora con il ghiaccio fra le mani e appoggiato sul naso, mi scruta alla ricerca di informazioni più chiare, ma che nemmeno io so

«Charles smettila, cosa ti prende? Certo che te lo prometto ma cosa vuoi dire?» Sono confusa, è una situazione strana e surreale perfino per me

«Nulla, andiamo al centro medico e basta» liquida il discorso riprendendo a camminare

Sospiro, lo seguo solo perché abbiamo attirato troppa attenzione su di noi, così me ne rimango in silenzio a rimuginare su quelle strane parole e richieste. Mi appoggio al muro del medical center, aspettando che facciano tutti gli accertamenti del caso a Charles, afferro il telefono e noto, dal display, le chiamate perse di mia madre e i messaggi dove domanda assiduamente le condizioni di mio fratello.

La richiamo e risponde subito dopo il primo squillo «Mamma, Charles sta bene» le dico subito

La sento sospirare di sollievo «Per fortuna, ma cos'è successo con Max?»

«Fuori o dentro la pista?» mi perdo a guardare i maxi schermi, mancano ancora una decina di giri ma il leader rimane Carlos, seguito da Daniel e poi George

«Anche fuori, la litigata è stata trasmessa in tv, aveva sangue dal naso o mi sbaglio? Tesoro poi non puoi metterti in mezzo così, lí ci sono persone più forti, e se ti fossi fatta male? Non posso certo avere due figli vittime in una rissa» parla velocemente, ancora affannata dalla preoccupazione «Dov'era Arthur poi?»

«Mamma tranquilla, Charles è stato colpito al naso, è al centro medico, non credo sia nulla di grave; e poi non mi sono fatta nulla, non c'è motivo di preoccuparsi, dovevo mettermi in mezzo o Charles avrebbe risposto al colpo, sarebbe andata molto peggio e Arthur era in bagno» spiego con calma massaggiandomi l'origine del naso

Delle risate leggere invadono il mio orecchio «Arthur si è perso tutto?» domanda tra una risatina e l'altra

«Già» confermo sorridendo divertita «Comunque stai tranquilla ok? Andrà tutto bene»

«Con quei due non si può mai stare tranquilli, bada tu ai tuoi fratelli, mi raccomando» mi fa gli ultimi saluti prima di chiudere la chiamata

Charles esce dal medical center dopo un po', tanto che la gara è già terminata e la sua PR è già qua fuori ad attenderlo, appena mi guarda mi fa un sorriso e un pollice all'insù «Nessuna frattura, tutto ok»

Tiro un sospiro di sollievo e lo fa anche la sua PR prima di dirgli che ha delle interviste urgenti, la guardo male poiché non mi da nemmeno il tempo di scambiare due parole con mio fratello «Chiama la mamma dopo» riesco solo a dirgli mentre si allontana a passo svelto

Daylight || Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora