5

1.4K 75 24
                                    

Vivienne
"Don't act so special, what I do is not for you„

Mi allaccio il caschetto con cura guardando il mio cavallo con attenzione, criniera in perfetto ordine così come tutto il resto, dalla sella alle redini, sorrido fiduciosa che almeno questa volta non si rifiuti di saltare qualche ostacolo, nel campo di prova è filato tutto liscio ora è da vedere in gara.

«Pronta?» chiede Camille, la mia migliore amica, accarezzando il cavallo «O vuoi rivedere il percorso di gara?»

Allungo la mano verso di lei e mi passa il mio amato quadernino blu, altra caratteristica che ho preso da Charles, il quale a sua volta l'ha imparata da Sebastian Vettel: scriversi ogni minima impressione, sensazione o appunti tecnici. Solo che io ci appunto le caratteristiche di percorsi, ostacoli e tutta l'indole del mio cavallo.

Rileggo gli appunti e sospiro «Il grosso dei problemi è dato dagli ostacoli composti, sarà difficile non farlo spaventare»

«Devi dargli tempo, ce l'hai solo da Natale Viv» osserva la ragazza guardando con tenerezza il cavallo dal manto nero come il carbone e gli occhi vispi, ha ragione, Spirit non è ancora ai livelli degli altri cavalli ma la colpa è solo mia, non gli dedico abbastanza tempo tra una cosa e l'altra; soprattutto l'università, la quale mi logora lo stomaco e i risultati mostrano quanto la facoltà scelta dalla mia famiglia non faccia per me

Riguardo l'ordine stabilito ad estrazione, siamo il numero 7, e ormai manca poco così chiudo il quadernino e lo riporgo alla bionda «Mia madre ha riservato il posto anche per te, c'è anche Lorenzo»

«Arthur e Charles? Non c'era la pausa di due settimane?» domanda confusa tenendo tra le mani l'oggetto

Scuoto la testa in segno di negazione «Miami»

«Che viaggio allucinante» commenta la ragazza prima di darmi una pacca sulla spalla «In bocca al lupo Viv» mi sorride rassicurante prima di scomparire e andare sugli spalti

Annuisco prima di salire a cavallo e fargli una carezza leggera sul manto del collo, questo cavallo ha una storia e un nome importante, salvato dal macello perché il vecchio proprietario non poteva più tenerlo, un Sella Italiano di nome Spirit, nomea scelta per l'indole e per il mio cartone preferito di quando ero bambina, ma non da me, da Charles, il quale me lo ha regalato proprio Natale scorso.

Prendo un gran respiro prima di uscire nel recinto di gara, primo salto va in modo eccellente, il secondo anche, il cavallo sembra a proprio agio e straordinariamente pronto, i miei nervi tornano a rilassarsi, devo esserlo. Idillio che però dura poco, per un solo momento con la coda dell'occhio noto una persona fra gli spalti, mi volto, convinta che lo avrei fatto solo per una frazione di secondo ma incrocio il suo sguardo, due occhi azzurri, più del mare di Monaco, ma freddi, lontani dal calore di qualsiasi giornata estiva: Max Verstappen era ad una mia gara, provando a mescolarsi fra il pubblico.

Cado, disarcionata all'inizio dell'ostacolo composto, non ho tempo nemmeno di capire dove mi trovo che sono distesa a terra con Spirit che mi annusa il casco, come se fosse tutto normale, sbuffo rialzandomi prima di far preoccupare troppa gente ma un giramento di testa mi costringe ad appoggiarmi proprio al cavallo. Tutto ciò che segue è confuso, non ho tempo nemmeno di mettere a fuoco tutta la situazione, un secondo stavo per saltare, l'altro incrociavo uno sguardo in particolare e quello dopo ero a terra.

Mi ritrovo seduta sul retro dell'unità di soccorso addetta alle competizioni, il medico controlla i miei occhi con una luce che sono costretta a seguire, prima di oggi ero caduta solo una volta, mai un singolo errore ed ora questo «Sto bene, Spirit?» commento infastidita e domando ansiosa, non tanto per tutti i controlli che ora dovrò fare ma bensì per l'eliminazione automatica da questa gara

Daylight || Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora