CAPITOLO III

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DIAGON ALLEY

Harry tentò di mantenere la calma ma gli fu molto difficile controllarsi.

D'altronde, come dargli torto? Ritrovarsi catapultati nel futuro, così, da un momento all'altro, senza neanche un gufo di avviso del tipo "preparati alla ricerca del tuo passato fra tre, due, uno, via" non era stato proprio il massimo per la coppia di amici!! Sì, esatto: riscoprire il proprio passato era diventato per Harry ed Hermione il fine per il quale avrebbero lottato, il motivo per cui non avrebbero più mollato.

"Non sappiamo nemmeno che anno è!!" continuava a gridare Hermione ogni volta che Harry le chiedeva qualcosa del tipo "e adesso cosa facciamo?" oppure "e adesso dove andiamo?".

Non gli importava di che giorno o ora fosse, voleva capire cosa fosse successo in tutti quegli anni che non avevano vissuto, e voleva scoprirlo subito. Ma le domande che gli rimbombavano in testa erano altre: dov'era Sirius? era ancora vivo? E Fierobecco? e tutti gli altri?

"Come facciamo adesso a tornare a casa?" chiese ad un tratto Harry, più a sé stesso che alla sua amica, che continuava ormai da qualche ora a girare in tondo ripetendo formule strane di incantesimi che non aveva mai sentito nominare prima da alcun professore a scuola.

"Hermione," la scosse, "cosa stai facendo?".

"Oh Harry," le rispose lei poco dopo, ancora con la fronte corrugata, "sto cercando di memorizzare qualche formula... Caspita, porto sempre dei libri con me, ma dove avevo la testa oggi?".

"Beh, penso che in questo momento sia più importante pensare a come allontanarci da qui" tentò di proporre Harry per l'ennesima volta, a metà tra lo sbalordito e il consapevole che Hermione sarebbe sempre rimasta la solita, così legata ai libri da pensare sempre a... libri...

"Hermione!" non resistette all'impulso di urlare.

La sua compagna di sventura fece un balzo, spaventata dalla sua voce diventata d'un tratto così forte e sicura.

"Non capisci?" aggiunse Harry con un sorriso a trentadue denti, "dobbiamo andare in biblioteca, lì troveremo di sicuro qualcosa!".

"Ehm, Harry, non so se te ne sei accorto, ma qui non c'è nessuna biblioteca" rispose Hermione, distratta.

"Beh, intendevo..." fece come per rispondere, ma si arrese all'evidenza: non c'era modo di andarsene di lì, e di certo tra le montagne non avrebbero trovato nessun libro.

"Che stupido" mormorò tra sé e sé, non avendo ancora effettivamente realizzato che la scuola che aveva imparato a chiamare "casa" non c'era più.

Dopo attimi che sembrarono infiniti, la voce di Hermione ruppe il silenzio che si era creato urlando un sonoro:

"So come andarcene di qui".

Come risvegliato improvvisamente da uno stato di shock, Harry balzò in piedi e si mise ad ascoltare, curioso di sentire l'idea che fosse venuta alla sua amica.

"Vedi," cominciò a spiegare, "in Storia di Hogwarts, che ho cominciato a rileggere recentemente, è scritto chiaramente che è impossibile Materializzarsi o Smaterializzarsi entro i confini della scuola... ma immagino che, ora che non c'è più, sia possibile farlo! Quindi perché non provarci?".

"Come dire, magari perché non ne siamo minimamente capaci?" disse freddo Harry, che si era aspettato un'idea migliore.

"Tu, semmai!!" urlò a tono lei, indignata e leggermente offesa.

Harry non capiva: come poteva aver imparato a Smaterializzarsi? Evitò di farlo notare ad alta voce, rispondendosi da solo poco dopo: "Lei è Hermione Grenger; sa tutto, quella".

"Bene," annunciò lei, poco dopo. "Vieni qui, Harry, e prendimi il braccio".

Barcollando insicuro, il ragazzo si avvicinò piano piano alla sua amica e, ancora tremolante, alzò la mano sinistra verso il suo polso. L'afferrò e fece un respiro profondo.

Spostò lo sguardo alla sua sinistra e incrociò quello di Hermione, che poco dopo fece una giravolta improvvisa, sbilanciandolo e facendoli cadere entrambi, ancora avvinghiati l'uno all'altro.

"Avvisami la prossima volta che ti verrà voglia buttarmi a terra!" urlò Harry, intento a rimettersi in piedi.

"Oddio, scusa, è che stavo pensando... Ok, ritentiamo un'altra volta, e prova a girare anche tu!" fece per dire lei mentre l'amico si riagganciava al suo polso.

"Uno... due... tre" dissero in coro, e dopo essere girati su sé stessi si ritrovarono col respiro mozzato a vagare in una realtà surreale. A Harry girava la testa e sembrava di dover svenire da un momento all'altro...

Ma un attimo prima del proprio collasso si ritrovò di nuovo a terra. Eppure il contatto era diverso: sotto di lui non c'erano più fiori ed erba, bensì mattoni e resti di giornali strappati.

"Oddio, Harry: ce l'abbiamo fatta, siamo a Diagon Alley!" sentì urlare Hermione poco dopo, tutta eccitata.

Ma la sua risata non durò molto: una volta osservato lo spazio attorno a sé, la ragazza si voltò verso Harry, spaventata.

Poco dopo anche lui capì: il negozio di Olivander, dove tutti i ragazzi di Hogwarts avevano comprato la propria bacchetta, era ridotto a brandelli e al suo fianco una lapide bianca portava la scritta:

"In memoria di Garrick Olivander, assassinato l'8 agosto 2020".

E, più in basso, Harry riconobbe ciò che gli disse il giorno in cui lui stesso ebbe comprato la propria bacchetta magica, due anni e mezzo prima:

"È la bacchetta a scegliere il mago".

Il silenzio creatosi tra la coppia di amici venne interrotto dalla voce tremolante di Hermione, che dopo lunghi istanti affermò incerta:

"In questo momento abbiamo più di quarant'anni, Harry".

[ SPAZIO AUTRICE ]

Belli vecchiotti, neh?

Hahaha, ehm, no.

Bene. Olivander è la prima persona che i nostri amici hanno scoperto essere morta in quest'arco di tempo che hanno perso viaggiando nel tempo. Preparate le lacrime, potterine e potterini perché, come ben sappete, non sarà l'unica.

Come sono crudele ad ammazzare gente, muahahaha.

Scherzi a parte, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Se è così vi raccomando: votate, commentate, datemi consigli, idee e (please) followatemi!!

*cazzo è diventata sta frase, il mio slogan?! (Neh che però è figo...?)*

Alla prossima!!

_hosceltodivolare_

Harry Potter ed il tempo perdutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora