Uno

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COME TUTTO EBBE INIZIO... NO, ASPETTA! SIAMO GIÀ ALLA FINE?! TORNIAMO INDIETRO!


Che cos'è l'Amore?

Non me lo ero mai chiesta prima di allora e, ancora adesso, ci sono giorni in cui mi sorprendo a domandarmelo. Ora che ho un po' di esperienza, riesco a capirci qualcosa in più, ma posso assicurarti che, quando avevo diciannove anni e correvo su per le scale della scuola per raggiungere il dio dell'Amore con quella martellante domanda a pulsarmi nel cervello, non avevo una risposta. Almeno, non una che potessi formulare a parole. Avevo sensazioni, certo, ma nulla più. E bastarono? Quella volta sì.

Quindi, che cos'è l'Amore? È un sentimento profondo che ci lega indissolubilmente alle persone di cui abbiamo scelto di circondarci, come amici o partner? È il filo che ti assicurerà sempre a chi ti ha dato la vita? È ciò che ti fa battere il cuore, quando vedi qualcosa di bello, come un paesaggio o un cucciolo? È tutte queste cose messe insieme, o, in fondo, nessuna di esse?

Ognuno di noi darà una sua risposta, a seconda dell'età, della propria esperienza e delle idee che si è fatto durante la vita. Ma esiste davvero una risposta univoca? Io credo di no.

"Amore" è un concetto estremamente ampio e volubile e così deve essere anche la sua definizione. E poi, se nemmeno il dio ad esso preposto ha saputo darmi un significato preciso, chi siamo noi, miseri mortali, per averne uno?

Il dio preposto all'Amore, sì, hai capito bene. Cupido per i latini, Eros per i greci, Cup per gli amici rompiscatole che hanno bisogno che torni a fare il suo lavoro prima che il mondo sia inghiottito dal Chaos!

Dell'ultima frase non credo tu abbia capito molto. Sei in buona compagnia. Neanche io avevo capito, quando mi hanno appioppato l'ingrato compito di far tornare quell'idiota mezzo nudo a scoccare frecce nel sedere alla gente perché copulasse. Ancora mi stupisco del fatto che abbiano scelto me – cinica, codarda e incapace di esprimere le sue emozioni come Venere comanda. Il Fato ha un grande senso dell'umorismo, o investe i suoi eroi dopo una sbronza. Oppure, come mi è stato detto, sono stata scelta io, perché ho una profonda connessione con l'Amore.

Questa frase mi destabilizzò quando mi fu detta, come penso sia comprensibile. Certe volte, ammetto che mi destabilizza ancora adesso, persino dopo tutto quello che è successo. Forse non l'ho mai capita e forse mai ci riuscirò. Forse ho solo finto di farlo, accettando quella condizione come un condannato alla sedia elettrica accetta data e ora della sua esecuzione. Perché è più facile. Perché sai che tanto non puoi farci niente. Perché, per quanto ti sforzi, ci sono cose che semplicemente esistono e devi accettarle così come sono, altrimenti rischi d'impazzire.

A volte, però, confesso che ritorno spesso su quella frase. Persino ora, che sono seduta qui a scrivere cose che nessuno leggerà. Guardo fuori dalla finestra, alla pioggia che cade, e non posso fare a meno di domandarmi che cosa sto facendo. Perché sto mettendo nero su bianco quello che mi è successo ormai cinque anni fa? Nessuno psicologo me lo ha ordinato e non so nemmeno se questo è un diario, delle memorie di un'avventura, o una disperata confessione che avevo bisogno di farmi uscire dalla testa. Magari è solo per colpa di Calliope che sto scrivendo di nuovo. Quando senti la Musa dell'Elegia cantare, puoi solo ascoltarla e fare ciò che ti dice.

Calliope, Cupido, Dèi e Muse. Questa storia diventa sempre più confusa, eh? Credo che debba smettere di parlare a vanvera e raccontare quello che è successo. Scrivere mi ha sempre aiutata. Non l'ho mai fatto per un pubblico, né per la fama, ma soltanto per l'insostenibile bisogno di dare libero sfogo alla mia fantasia e imprimerla da qualche parte. Non so nemmeno se queste pagine vedranno mai altri occhi all'infuori dei miei. Ma, se è così, allora ho un'unica cosa da chiedere a te che leggi: ascoltami.

Questo libro non ti migliorerà la giornata, né ti cambierà la vita, non pretendo tanto. Ma, per favore, leggilo fino alla fine. Credo di star trascrivendo quest'esperienza perché ho bisogno di fare mente locale su tutto ciò che accadde in quei mesi e di riuscire finalmente a capirlo. Ammesso e non concesso che ci sia qualcosa da capire. Come ho detto, quando c'è in gioco l'Amore, le parole cedono il passo alle sensazioni. E forse è giusto così. O forse no. Chissà. Lascerò decidere te.

E adesso permettimi di raccontarti una favola.

No, tranquillo. Quella che segue non è una favoletta per bambini, che comincia con "C'era una volta" e in cui ci sono valorosi cavalieri che salvano dame in pericolo e vengono ricoperti di gloria. Questa favola non inizia tanto tempo fa, in un Regno lontano. Non c'è nessuna principessa da difendere, tuttavia, ci sono eroi, mostri, divinità e una cattiva. Oddio, "cattiva". Per modo di dire. Lascerò anche questo giudizio a te.

Allora, mettiti comodo, prendi da mangiare e da bere e, soprattutto, svuota la vescica! No, dico sul serio, non c'è niente di peggio che andare in battaglia quando hai il bisogno impellente di fare pipì. Credimi, ci sono passata. Quindi ti lascio il tempo di andare in bagno.

...

Fatto? Sicuro? Ok, bene! Allora possiamo volare senza più indugi verso il principio della nostra storia. Ed essa comincia nel 2003, in un caldo pomeriggio d'estate, in un piccolo giardino di un tranquillo paesino tra le colline piemontesi, con due bambine, tre bambole e una staccionata ricoperta di glicine.

Oh, e, naturalmente, una piuma.


La piuma di CupidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora