🎼 | You Get Me So High|- The Neighbourhood
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"Scusami?" replicai, quasi offesa da quelle parole.
"Levati per favore, devo parlare con la signora Ines ma questo te l'ho già detto prima, sei per caso sorda?" queste parole uscirono dalla sua bocca come lame e mi colpirono a fondo.
Non ebbi tempo di concentrarmi sui suoi termini che venni spinta via.
"Mia madre non è in casa, la troverai più tardi" dissi poggiando una mano sulla sua schiena accompagnandolo ad uscire.
"Tua cosa?" domandò con aria perplessa.
"Ho detto che è mia madre, sei per caso sordo?" replicai usando la sua battuta precedente.
"Non ti permetto di parlarmi in questo modo ragazzina!" urlò non intenzionato ad andarsene.
"Sei stato tu il primo a controbattere" urlai a mia volta.
"Si può sapere che sta succedendo qui? Le vostre urla si sentono da casa mia, si può sapere tu chi sei?".
Andrea.
Certo, doveva passarmi a prendere...
"È il nuovo professore universitario che ci proverà con mia madre, ecco chi è!" gridai uscendo dalla casa, indirizzandomi verso la spiaggia.
"Scusa cosa hai detto?! Non provare ad andartene mentre ti parlo!" sentii queste parole alle mie spalle.
Sembrava davvero di sentire mia madre.
"Aspetta Bebelle non puoi lasciarlo qui da solo!" rispose Andrea con la sua solita calma.
"Io sto andando, occupati tu del principe azzurro con problemi di rabbia!" dissi quasi ridendo per la situazione così sconcertante.
"Ragazzina non provare a-" la voce era sempre più vicina ma quando mi voltai Andrea lo aveva fermato e invitato ad entrare in casa per bere un po' d'acqua.Per scaricare la tensione decisi di camminare velocemente, quasi correndo.
sentivo il sole caldo del tramonto sulla pelle, un leggero vento sui capelli.
Sentivo la musica della festa in lontananza, sempre più vicina.Una volta arrivata cominciai a bere un bicchiere.
Ero sola.
Cos'altro dovevo fare?
Due bicchieri.
Tre.
Quattro.
Ballai, ballai tanto sulle note dei soliti tormentoni estivi.
Mi guardai in torno più volte, nella speranza di incrociare lo sguardo di Andrea tra le persone.
Non c'era.
Presi un altro bicchiere e decisi di tornare verso casa.Durante il tragitto mi accorsi di essere ubriaca.
Iniziai a straparlare.
Pensai di star sognando, ma mi accorsi di non star fantasticando quando vidi una macchina di fronte casa dei miei.
Doveva essere la macchina del presuntuoso principe azzurro.
In fin dei conti avevo ragione.
Un altro che avrebbe provato a prendere il posto di mio padre e che si sarebbe comportato da bravo padrone di casa.Si era fatta una certa ora.
Non avevo le chiavi di casa e bussare doveva essere l'unica soluzione.
Bussai alla porta ma nessuno rispose.
Suonai il campanello.
Niente.
Provai ad entrare dalla porta sul retro di fronte alla piscina.
Chiusa.
Continuai a bussare alla porta-finestra sul retro...
Stavo perdendo le speranze, quando sentii una voce provenire dalla piscina.
"È tardi Isabel... Dovresti essere a letto da un pezzo".
Diego.
Dovevo aspettarmelo.
Mi avvicinai al bordo piscina, e immersi le gambe nell'acqua.
Era calda, forse troppo.
"Mamma mi ha detto che hai conosciuto il ragazzo di questa estate". disse con un briciolo di sarcasmo.
Non volevo rispondergli. Non mi parla più da due anni e tutto ad un tratto sembra essere tornato quello di prima.
"Mi spieghi che cosa ti prende ultimamente? eravamo migliori amici prima, o almeno credevamo di esserlo. Dopo un silenzio di quasi due estati non so più come comportarmi con te", feci una pausa, inspirando lentamente per riprendere fiato.
Non gli avevo mai detto quelle cose.
Forse per paura della sua reazione, mi ero tenuta dentro queste cose per troppo tempo.
"Ti comporti come se fosse successo qualcosa tra noi, qualcosa di brutto".
Diego, che fino ad ora era stato a sentire le mie parole a bocca aperta e con un lieve briciolo di stupore fissato sul suo viso decise di parlare.
"Veramente non ti ricordi niente Isabel?" quelle parole mi ferirono.
Se ricordavo?
Ricordavo eccome.
Rimasi in silenzio incapace di pronunciare parola.
La sensazione di quando vuoi dire qualcosa ma le parole ti si spezzano in gola.
Sentivo il sapore di quell'impressione.
l'avevo provato fin troppo nella mia vita.
Diego riprese a parlare.
"Quando non sai gestire una situazione cerchi sempre di dimenticarla, hai sempre fatto così, fin da quando eri piccola: rompevi qualche mia macchinina e per non farmelo sapere eri intenta a nasconderla".
Sapevo benissimo dove voleva andare a parare.
"L'ho fatto per il tuo bene Diego" dissi cercando di migliorare la situazione.
"Ti avevo chiesto di non farlo!" sbraitò lui.
Non avevamo mai parlato di quella situazione.
Mai.
"Pensi sempre di sapere tutto di tutti, cosa è meglio per gli altri, ma la maggior parte delle volte sbagli!", concluse lui intento a mettere un punto a quella conversazione.
"Oh certo! Io non so cosa è meglio per gli altri, ma so cosa è meglio per te, e continuare a farti di eroina non era la situazione a tutti i tuoi problemi!" urlai.
"Isabel zitta! O ci sentiranno". sussurrò lui avvicinandosi a me.
"Non dirmi di stare zitta! Ho visto tutte le pillole che hai nascosto nello specchio del bagno!" gridai ancora più forte.
Ero in preda al panico.
Non volevo che mio fratello ritornasse a stare in clinica."Diego non dirmi che fai ancora uso di quella roba...".
Quella voce mi fece venire i brividi lungo la schiena.
Era la mamma.- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
ꕥ -SPAZIO AUTRICE- ꕥ
secondo capitolo della storia, spero sempre che sia di vostro piacere leggerla❤️
scrivetemi sempre per eventuali errori☀️☀️☀️☀️☀️☀️☀️☀️☀️☀️☀️☀️☀️☀️☀️
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| Fiori d'estate |
Romance'Sarà un'estate come le altre', sentivo questa frase almeno una volta al giorno dai miei genitori. Io però, avevo un presentimento: non sarebbe stata per niente come le altre... ed infatti avevo ragione. la villa dei miei era sempre stato un luog...