Segreti

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Oommioddio sono ancora viva, non ci credo

Chissà, forse continuerò


-Roger's Pov-

Il nuovo arrivato sembra apprendere in fretta.
Certo, a guardarlo sembra piú piccolo della sua effettiva età, ma é capace.
Non é molto portato per l'allenamento, ma é molto sveglio, e sono sicuro che con un po' di sforzo riuscirá a ottenere grandi risultati.
Dopo esserci allenati lo riaccompagno alla sua branda: il primo giorno é il peggiore per tutti, e molti abbandonano dopo minimo una settimana.
Speriamo che lui non decida di fare lo stesso.
Credo resisterá ancora per un bel po', ha molta forza di volontá.
-Grazie per avermi mostrato il campo - sbadiglia- di sicuro riusciró a capire dove mi trovo grazie a te.-
Mi da' un ultimo saluto con un cenno gentile del capo, chiude un occhio e mi sorride, poi si addormenta tranquillo.
Occhi grigi e profondi, dolci e intelligenti.
Mi siedo davanti a lui, mentre dorme, e gli sposto una ciocca di capelli dal volto.
Non sembra proprio un soldato.
É molto esile, e i capelli rossicci e spettinati non sono ancora rasati.
Con quel suo perenne imbarazzo mi trasmette...dolcezza.
Giá: io, Roger Dallas, uno dei soldati piú rispettati e duri, mi lascio intenerire dal goffo nuovo arrivato.
Non sono sempre stato scontroso, anzi, prima ero molto simile a lui.
Mi sono dovuto abituare immediatamente all'ambiente ostile dell'esercito, e sono dovuto diventare rigido e, appunto, scontroso.
Presto sará un ottimo soldato, me lo sento.
Resto tutta la notte affianco a lui, svegliandomi ogni ora a causa degli incubi.
Non ho mai potuto parlarne con nessuno, e mai potró farlo: non posso far crollare la figura autoritaria che ho guadagnato con fatica.
Non é l'unico segreto che ho...se uno di loro, il piú "pesante", si venisse a sapere... dubito che rimarrei un soldato.
Prima che squilli la tromba mi alzo e mi dirigo verso Theo, rimanendo a guardarlo dormire beatamente.
-Ehi- dico sottovoce- alzati.
Lo scuoto un po', delicatamente, ma si gira verso di me e mormora, gli occhi ancora chiusi: -Mh, ancora cinque minuti, mamma...-
Sorrido e mi alzo.
Poverino.
Di solito non urlo: detesto dover urlare contro qualcuno, ma mi vedo costretto a farlo.
-Alzati immediatamente, matricola! Non ci sono altri "cinque minuti", e NON SONO TUA MADRE! Alzati subito da quella branda!-
Rotola giú dalla branda, borbottando parole sconnesse come -Chi_Cosa_Che maniere-
Ridacchio: é ancora un bambino.
-Oh, povero piccolo Theo. Hai dormito bene?-
Mi guarda con fare interrogativo: ha gli occhi grigi ancora socchiusi, seduto e arrotolati nella coperta.
-Dove..- mormora, mettendosi una mano tra i capelli, arruffandoli.
-O tu alzi di tua spontaneá volontá, o questa, d'ora in avanti, sará la tua sveglia. Ti piace l'idea?-
Mi guarda mentre si rialza e raccoglie la coperta.
-Grazie ma no grazie, non ho alcuna intenzione di svegliarmi in questo modo brutale. Davvero, grazie.- dice stropicciandosi gli occhi.
-Sai come rifare il letto?-
-Ma che domande, ovvio-
-Fammi vedere allora- incrocio le braccia e alzo le spalle -coraggio, non morde mica.-
Mi guarda negli occhi, arrossendo visibilmente, poi si gira e si avvicina alla branda.
Alza la coperta per gli angoli, incerto su cosa fare.
-Ehm...- gira il capo verso di me.
-Prima gli angoli- ridacchio.
-Si, lo sapevo..-
Rimane a fissare la coperta rigirandosela tra le mani e brontolando qualche parola.
-Serve aiuto?-
-No grazie, posso farcela...- ci pensa - Magari un aiutino...-
Avanzo lentamente, sorridendo, gli prendo le mani e gli mostro come piegarla.
Non appena lo sfioro comincia a tremare e balbettare senza controllo; non ne ha motivo, non ho le mani fredde, né stringo troppo.
A meno che...
Mi allontano, incrociando le braccia e schiarendo la voce.
-Ahem, sbrigati, se tardiamo avrai una bella lavata di capo-
Svelto comincia a rifare il letto, girando a destra e a manca tirando le lenzuola, ancora lievemente rosso in viso.
Mi chiedo se...
-F-Finito!-
Mi avvicino, lo guardo negli occhi.
-Credi sia abbastanza teso?-
Mi guarda imbambolato.
- Il lenzuolo-lo com un cenno del capo-ti sembra teso abbastanza?-
- Ah! Sì, credo di sì, di solito...-
Lo interrompo e prendo una moneta dalla tasca, la lancio in aria e la faccio cadere sul letto, dove rimane inerme.
-Tsk, non ci siamo-gli do uno scappellotto-se non rimbalza non va per niente bene. Ti faccio vedere-

-Il campo non é molto diverso dall'Arena. O vivi, o muori. Sta a te scegliere. Vuoi un consiglio? Scegli la prima.-

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 05, 2018 ⏰

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