xiii. never felt so low

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▂▂▂▂▂▂▂ 𝐜𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐭𝐡𝐢𝐫𝐭𝐞𝐞𝐧

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𝒏𝒆𝒗𝒆𝒓 𝒇𝒆𝒍𝒕 𝒔𝒐 𝒍𝒐𝒘  ▎💐:: 2211 𝖜𝖔𝖗𝖉𝖘


































































































⚝ MI MANCA.

Mi manca la spensieratezza dell'essere una ragazza innocua, senza una traccia di dolore, solo il pensiero di un succo all'ananas con una torta al cioccolato.

Ma poi la torta al cioccolato diventò un yogurt proteico che poi diventò il digiuno completo e mi ritrovai lì, a quattordici anni, a contare sulle dita delle mani le calorie da ingerire al giorno. La sensazione più straziante di tutta la mia vita.

Chiudere gli occhi davanti allo specchio per non vedere il tuo riflesso su di esso, per poi aprirli per sbaglio e piangere tutto il giorno, ma non poter dire a tua madre di toglierlo, per non destare sospetti perché non può capire. Ed era così, ma in realtà neppure io capivo cosa succedesse in me. Cos'avevo di sbagliato?

Perché, invece di scorrazzare nei giardini di una delle mie amiche mentre chiedo il bis della torta, io dovevo leggere quei cazzo di numeri elettronici sulla bilancia, che non si abbassavano mai, nonostante le mie braccia fossero troppo strette e il vomito era come una specie di routine per me. I numeri rimanevano gli stessi, e anche lo schifo che provavo per me stessa.

Non riuscirei mai a stabilire se era per il senso interno di abbandono, o semplicemente ciò che vedevo in me, ma sono sicura che la mia solitudine rendeva la ferita più profonda e difficile da ricucire.

L'abbandono era un sentimento, non un gesto, non una via, non una strada, non un percorso spirituale, semplicemente un sentimento che ti si scagliava addosso come un parassita, ti divorava da dentro, rosicando, strappando e mordicchiando qualunque parte di te che ha ancora speranza lasciandoti così: vuota, spaventata, agonizzante.

Ed è lì che la vita va di male il peggio, perché, ogni volta che cerchi una luce tra quelle tenebre fitte e oscure, ti crolla tutto addosso, tutto il dolore, tutta la sofferenza e tutti quei dannati tagli tutti aperti, grondanti di sangue fresco, come se non avessi mai provato, come se tutti gli sforzi fossero inutili.

Un passo avanti, tre passi indietro, e cadi, nella voragine del tormento, che non ti abbandonerà mai. Mai.

Chiudi gli occhi, tesoro, e sogna. Ma i sogni sono stati stregati, da una presenza peggiore del diavolo, l'afflizione, che ti porta allo sfinimento; finché non ce la fai più e ti ci abbandoni. Tre passi indietro, altri tre e track è finita, tesoro, è tutto finito. Ma entrambi sappiamo che non è così, nulla è finito, perché questo è solo l'inizio.

CRUEL, john bDove le storie prendono vita. Scoprilo ora