Capitolo I

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Ritardo. Non sai come ma sei terribilmente in ritardo. Tutti i minuti passati la sera prima a calcolare il tempo necessario per prepararti e per arrivare alla stazione del treno con ben 10 minuti di anticipo non sono serviti. Anzi a pensarci adesso, mentre a passo svelto cerchi di raggiungere il tabellone delle partenze per individuare il binario del prossimo treno, sarebbe stato meglio usare quel tempo per dormire.
Odio tante cose ma la cosa che meno tolleri è il ritardo, soprattutto se è il tuo e soprattutto se avviene in giorni importanti come questo: l'assegnazione per la ricerca più importante della tua vita sarà oggi.

Alla fine come avevi previsto arrivi in ritardo di più di un quarto d'ora. Bussi alla porta dell'aula e, recuperati un po' di fiato e compostezza, entri scusandoti.
"Si sieda signorina Delucci Montale" dice una voce dallo spiccato accento russo alla mia sinistra e che riconoscerei tra mille: la professoressa Andreyeva, il mio incubo peggiore.
A vederla sembra una divinità scesa in terra: alta, magra, sempre perfettamente vestita e con uno chignon biondo che nessuno ha mai visto con un capello fuori posto. Peccato che dietro a questo viso angelico da modella di Victoria Secret di nasconda la più pazza e sclerata medico di laboratorio specializzata in medicina trasfusionale.
Ho dovuto ridare il suo esame ben 3 volte (questa è la media di volte che uno studente medio-dotato si appresta a dare il suo fantastico esame da 8 CFU) e a forza di cercare di capire la corretta pronuncia del mio cognome credo lo abbia memorizzato alla perfezione, continuando però a pronunciarlo male.
Abbasso lo sguardo in segno di scuse perché non oso proferire altre parole in sua presenza, è già abbastanza irritata, così mi siedo nel primo posto disponibile.
La dottoressa Adreyeva continua il discorso "Come dicevo prima di essere interrotta, la prossima settimana inizierete a svolgere le ricerche a voi assegnate presso i laboratori della Regione. In questo percorso sarete guidati da professori eccellenti nel campo e che a conclusione del vostro percorso formativo decideranno chi tenere nel proprio laboratorio per condurre le prossime ricerche.
L'assegnazione non è casuale ma si basa sulle medie ottenute dai precedenti esami. Bene, la signorina Michela vi chiamerà in ordine alfabetico, alzatevi e ritirate la busta con le informazioni necessarie e infine apponete una firma nell'elenco per avvenuta ricezione. Arrivederci" lascia dei fogli alla signorina Michela e se ne va lanciandomi uno sguardo sprezzante. Spero tanto che se una qualche divinità esiste non mi abbia messa nel suo laboratorio, perché sarebbe meglio morire adesso che soffrire 1 anno lì dentro.
Quando chiamano in mio nome mi alzo, prendo la busta e firmo. Tutto questo casino solo per una busta, la più importante della mia carriera.
Non ho il coraggio di aprirla perciò la metto in borsa e corro nuovamente alla stazione del treno per tornare a casa, mi aspettano le mie ultime ore di lavoro prima di iniziare questa incredibile esperienza.

Sul treno decido di sedermi in una zona comoda in cui distendere le gambe, vicino al finestrino e senza persone che possano disturbare il viaggio verso casa.
Cerco di recuperare le cuffiette Bluetooth disperse nella mia borsa ma mentre rovisto tra un assorbente e un pacchetto di cerotti, sento una voce calda e maschile di fronte a me.
"Ciao"

Ed è così che tutto ebbe inizio

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